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Disavanzi strutturali e bilanci ko, la debolezza dei Comuni calabresi

I dati di Bankitalia sull’economia regionale: a dicembre 40 amministrazioni avevano avviato la procedura di pre-dissesto e 40 dichiarato il dissesto

Pubblicato il: 27/06/2021 – 7:19
Disavanzi strutturali e bilanci ko, la debolezza dei Comuni calabresi

CATANZARO Alla fine del 2020, in Calabria 40 Comuni avevano avviato la procedura di “pre-dissesto”, e 61 avevano dichiarato lo stato di dissesto: in sostanza, un Comune su quattro ha gravissimi problemi nella tenuta dei bilanci, e il 70% dei Comuni presenta un disavanzo. Il dato emerge dal rapporto annuale della Banca d’Italia sull’economia della Calabria, rapporto che conferma la grande debolezza delle amministrazioni locali calabresi in termini di sostenibilità economica e finanziaria.

«Solo un terzo dei Comuni senza disavanzo»

In premessa, Bankitalia, nel report curato dalla filiale di Catanzaro dell’istituto, rileva che «all’inizio del 2020 gli enti territoriali calabresi evidenziavano nel complesso un ampio disavanzo (inteso come parte disponibile negativa del risultato di amministrazione). Una quota minoritaria del disavanzo complessivo – si evidenzia – «è imputabile alla Regione Calabria; in termini pro capite è pari a 46 euro, un valore analogo al bilancio precedente e inferiore alla media delle Regioni a statuto ordinario Tale disavanzo deriva dall’accantonamento per la restituzione delle anticipazioni di liquidità ricevute dallo Stato per il pagamento dei debiti commerciali, incluse quelle per la sanità, e dal riaccertamento straordinario dei residui». La situazione di bilancio degli altri enti territoriali risulta invece – scrive la Banca d’Italia – «peggiore del resto del Paese, in particolare nel comparto dei Comuni, dei quali solo un terzo è riuscito a conseguire un avanzo di bilancio (l’81% nelle Regioni a statuto ordinario). La restante parte dei Comuni (70%) ha invece evidenziato un disavanzo che, in media, è stato di 810 euro pro capite (508 euro nei Comuni in disavanzo delle Regioni a statuto ordinario). Gli equilibri di bilancio hanno in parte risentito, più che nel resto del Paese, di rilevanti accantonamenti al fondo anticipazioni di liquidità, probabilmente per effetto dell’applicazione della sentenza numero 4/2020 della Corte costituzionale». Per Bankitalia «le situazioni di squilibrio finanziario degli enti sono spesso legate a criticità strutturali. Al fine di monitorare i principali profili di criticità, il Ministero dell’Interno ha definito otto parametri (secreto del 28 dicembre 2018), calcolati impiegando i dati del rendiconto di gestione. I dati dell’esercizio 2019 (ultimo anno disponibile) tracciano per la Calabria un quadro caratterizzato dalla presenza di diffuse condizioni di squilibrio, relative, in particolare all’incidenza delle spese rigide sugli incassi, alla capacità di riscossione e alla sostenibilità dei disavanzi. L’85% dei Comuni evidenziava criticità in almeno uno degli otto parametri, a fronte del 37% in Italia. La difficile situazione degli enti è confermata inoltre dalla diffusione degli stati di crisi conclamata. Alla fine del 2020, in Calabria 40 Comuni avevano avviato la procedura di riequilibrio finanziario (comunemente nota come “pre-dissesto”) e 61 avevano dichiarato lo stato di dissesto».

Gli interventi per contenere l’emergenza Covid 19

La Banca d’Italia ricorda che «la legge 24 aprile 2020, numero 27, per far fronte alle spese straordinarie dovute all’emergenza sanitaria, è intervenuta sulla disciplina degli avanzi potenzialmente spendibili introdotta nel 2019, consentendo agli enti territoriali di utilizzare la quota disponibile dell’avanzo per il finanziamento di spese correnti connesse con l’emergenza Covid-19, ferma restando la priorità di utilizzo per la copertura di debiti fuori bilancio e per la salvaguardia degli equilibri di bilancio. Secondo nostre stime basate su diverse ipotesi di spendibilità dei fondi accantonati e vincolati del risultato di amministrazione, gli avanzi potenzialmente utilizzabili dai Comuni calabresi per finanziare nuove spese nel 2020 si attestavano nello scenario intermedio a circa 111 milioni di euro (63 euro pro capite, a fronte dei 197 euro della media delle Regioni a statuto ordinario). La spendibilità degli avanzi è però limitata dalla effettiva disponibilità di cassa degli enti: tenendo conto anche della liquidità evidenziata a fine 2019 i risultati di amministrazione potenzialmente spendibili si riducevano a 91 milioni di euro (51 euro pro capite, contro 170 euro delle Regioni a statuto ordinario). Anche la loro incidenza sulle entrate di competenza riscosse, pari al 6% circa, si presenta inferiore al dato osservabile per le Regioni a statuto ordinario pari al 17,5%».

Gli effetti del Covid-19 sulle entrate dei Comuni

Nei Comuni – spiega infine Bankitalia- «le entrate tributarie ed extra tributarie, che nel triennio 2017-2019 rappresentavano in Calabria circa il 52% delle entrate correnti annue complessive (62% nella media nazionale), sono state influenzate negativamente dagli effetti della crisi pandemica. Nel 2020 la perdita su tali entrate, rispetto all’ultimo triennio è ammontata a circa 92 milioni (50 per le entrate tributarie e 42 milioni per quelle extra tributarie), pari al 6,1% delle entrate correnti annue, un valore sostanzialmente in linea con la media nazionale (5,9%). Le iniziative di ristoro delle perdite di gettito e i contributi alle maggiori spese necessarie a fronteggiare l’emergenza sanitaria hanno però compensato tali effetti sul bilancio dei Comuni. Tra gli interventi più rilevanti vi è l’istituzione di un fondo volto ad assicurare le risorse necessarie per l’espletamento delle funzioni fondamentali, che la perdita di gettito avrebbe compromesso». La dotazione nazionale del fondo ammontava a 4,2 miliardi di euro, di cui una quota del 2,3% è stata assegnata alla Calabria, per un ammontare di risorse pari a circa 97 milioni.

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