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De Magistris a Reggio: «Vogliamo sconfiggere un sistema fatto di criminalità e pacchetti di voti»

Il candidato governatore: «Città mortificata dai rifiuti. Non vedo la sinistra. Salvini ha fondato la sua carriera sull’odio contro i meridionali»

Pubblicato il: 28/06/2021 – 22:07
di Francesco Donnici
De Magistris a Reggio: «Vogliamo sconfiggere un sistema fatto di criminalità e pacchetti di voti»

REGGIO CALABRIA «Chi tiene la coscienza ferma è complice». E ancora, dice Luigi de Magistris: «Noi non siamo in vendita, non stiamo al mercato. Siamo autonomi e coraggiosi. Non abbiamo paura».
Su Corso Garibaldi, poco prima dello svincolo per Piazza Camagna, a bordo strada c’è un uomo che suona la fisarmonica. Gli altoparlanti coprono la melodia mentre danno “I cento passi” dei Modena City Ramblers. La piazza (politica) continua – e ritorna, grazie al progressivo allentarsi delle restrizioni – ad essere la cosa più vicina possibile al paese reale. Ma bisogna prestare attenzione a ogni singola voce. A ogni singola melodia, onde evitare di accavallarsi. La competizione elettorale calabrese è un po’ questo: un accavallarsi di voci. Quella di Luigi de Magistris promette “rottura” col sistema. «Lavoreremo con molta attenzione affinché i nostri candidati siano persone credibili. Ci saranno portatori di idee, di cuori e di teste. Sarà una squadra di storie belle di cui la Calabria è ricca. Non è il progetto dell’Io, ma del Noi».
Tra questi ci sono Michele Conia, sindaco di Cinquefrondi, consigliere metropolitano e referente Mezzogiorno di “Dema” e Saverio Pazzano, consigliere comunale eletto all’opposizione a Palazzo San Giorgio col suo movimento civico, “La Strada”, a cui è devoluta l’organizzazione dell’odierno incontro. Insieme a loro c’è anche l’ex parlamentare e membro della Commissione antimafia, Angela Napoli, la cui appartenenza politica aveva fatto storcere il naso nei giorni scorsi. de Magistris sottolinea: «Oggi sono contento, perché il fatto che sia qui una persona come Angela, con cui possono esserci divergenze ideologhiche, fa capire che ad unirci è la Costituzione». Così come il supporto politico – sottolinea la stessa Napoli – dato all’azione di de Magistris quando vestiva la toga da procuratore in Calabria.
Nessuna ideologia, dunque. Così de Magistris approccia a un elettorato il più vasto possibile da sinistra a destra: «Io non vedo la sinistra in Calabria», dice. «Ci sono solo quelli che si dicono di centrosinistra e che hanno tradito i valori di sinistra. Noi parliamo a tutti, – aggiunge – a quella metà di elettori calabresi che non vanno a votare. Parliamo agli elettori di centrodestra che non si sentono rappresentati dai Mangialavori, dai Tallini e dai Talarico di turno. Parliamo ai giovani. Ai tanti Cinquestelle che si sentono ingannati. Così come a quelli del Pd, che nel nostro programma troveranno i valori costituzionali». Ai tansiani perché «Tansi non è un avversario: ha fatto una scelta».

«Una città straordinaria, mortificata da montagne di rifiuti»

Montagne di rifiuti. Ieri a Napoli, oggi a Reggio. «Mi candidai a sindaco di Napoli perché non tolleravo più che ogni persona che incontravo mi dicesse “Gomorra e munnezza”. Una città straordinariamente bella – come lo è Reggio – mortificata da montagne di rifiuti. Affrontai subito questo tema, che non era lo “Spirito Santo” ma il rapporto tra politica, affari e camorra. Oggi, ad Arghillà, ho provato la stessa emozione. Vedere i roghi tossici, i topi morti e la gente camminare rassegnata». Una processo che rispecchia, a suo dire, la scelta di candidarsi in Calabria. Una forma di rottura: «Bisogna istigare all’insurrezione culturale. Le mafie non usano più il tritolo perché per narcotizzare le coscienze hanno capito di dover entrare nelle Istituzioni e nella magistratura. E se le mafie diventano legalità formale, noi diventiamo combattenti per la giustizia».
«Servono valori come l’onestà.  – aggiunge – Si appartiene alla Calabria, non al politico: qui sta diventando che se non appartieni al consigliere o all’assessore non puoi avere diritti. Non possiamo accettare che si paghino tasse alte, anche per un commissariamento, per avere i servizi peggiori d’Italia. Come rilanciamo questa terra col turismo se abbiamo montagne di rifiuti? Non vogliono risolverlo, perché devi rompere gli intrecci che poi contano a livello elettorale, i pacchetti di voti».

«Salvini ha fondato la sua carriera sull’odio verso i meridionali»

«I Cinquestelle dicevano dicevano mai col Pd, mai con Renzi, mai con Berlusconi, mai con la Lega ed hanno fatto la più grande ammucchiata politica della storia d’Italia». Ivi compresa la Lega, appunto. «Ogni volta che qualche politico del Nord viene qua, parla di noi» dice de Magistris: «Poi mi fa ridere quando Salvini viene qui e parla di “straniero”. Lui, che ha costruito la sua fortuna sull’odio verso i meridionali. Noi meridionali non portiamo rancore, ma non possiamo dimenticarlo. Così come non possiamo dimenticare quanto in quel raggruppamento la penetrazione del crimine organizzato sia stata molto forte. Se sono qui – aggiunge – non è perché sono “straniero”, ma perché noi viviamo di emozioni. Siamo talmente folli da pensare di sconfiggere un sistema così forte, pieno di criminalità, opacità, pacchetti di voti».

Gli altri interventi

«Finché penserò che in Calabria c’è una questione morale da risolvere, io mi siederò a parlare con queste donne e uomini». Anche Michele Conia parte chiaro: «Posso litigare con Angela Napoli per una questione ideologica dopo quello che abbiamo vissuto sulla nostra pelle? Dopo quello che abbiamo visto per quanto riguarda la nostra sanità?».
Per il sindaco di Cinquefrondi, «la causa dei nostri mali è il trasversalismo» e “i feudi” «di cui ha parlato Nicola Irto, a sua volta feudatario».
Ma secondo Angela Napoli, che interviene anche in veste di rappresentante dell’azione “Risveglio Ideale”, vale il principio del “chi è causa del suo mal pianga se stesso”: «I cittadini calabresi – sottolinea – sono stati eccessivamente passivi assuefatti a questo sistema. La lotta alla ‘ndrangheta non può appartenere a nessun partito politico: è di tutti». Ma per attuarla serve una rottura che non sia solo formale: «Vedi sempre gli stessi candidati. È inutile che mi mettete il Capitano Ultimo in giunta se poi tenete anche una persona estremamente inquisita».
Saverio Pazzano, più degli altri, è padrone di casa e celebra il ritorno in piazza dopo il periodo delle amministrative reggine. «In consiglio comunale – dice – a volte si sente l’irrisione del non rappresentare alcun potere. Noi rappresentiamo il dovere che nasce da ogni articolo della Costituzione». (redazione@corrierecal.it)

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