REGGIO CALABRIA Sono partiti a decine, dalla Piana Gioia Tauro, per darsi appuntamento a Reggio Calabria. Sono gli “invisibili”, ancora un volta in piazza per invocare i loro diritti. Casa, lavoro, documenti. Nel tempo pare essere diventato uno slogan, simile a quelli che la politica usa per strumentalizzare o evadere un problema mentre le tendopoli mutano in baraccopoli in un ciclo che pare essere divenuto perpetuo. «Dite che ci sono persone che da tre anni aspettano i documenti. Scrivetelo», dice Papa, originario del Senegal e stanziale del Bosco di Rosarno. Lui è uno dei tanti guidati dai vertici nazionali di Flai Cgil, oggi rappresentata da Jean-Renè Bilongo e Cgil della Piana di Gioia Tauro, con la segretaria Celeste Logiacco.
«Il prefetto si è dimostrato disponibile all’ascolto per aprire un tavolo di discussione soprattutto sul fronte del rilascio dei permessi e dei documenti» da cui poi discende la possibilità di avere condizioni lavorative più dignitose e, soprattutto, regolari. Per le prime settimane di luglio sarà convocato il Comitato per l’immigrazione. Questa è una delle richieste avanzate dai presenti in piazza questo 28 giugno e accolte dal prefetto Mariani. «Qui ci sono persone, non spettri. E non possiamo continuare a far finta di non vederli», dice Bilongo.
Gli spettri che aleggiano per le vie sono altri: quello di Camarda Fantamadi, morto di lavoro dopo che un malore lo ha colpito su un campo di raccolta pugliese. Quello di Adil, sindacalista travolto e ucciso da un mezzo pesante nel pieno di una manifestazione. L’elenco è interminabile e giorno dopo giorno si nutre di nuovi nomi. L’urlo della piazza reggina, oggi, è anche per rispettare la loro memoria e portare avanti le loro lotte. (redazione@corrierecal.it)
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