LAMEZIA TERME Periti del Tribunale “beccati” a conversare con imputati del processo Rinascita-Scott, detenuti agli arresti domiciliari, comodamente seduti ai tavolini del bar difronte all’aula bunker, alla presenza tra l’altro di avvocati e testimoni vari. Periti che chiedono una proroga di 24 mesi per portare a compimento, per conto del Tribunale di Vibo Valentia, le trascrizioni delle intercettazioni per il processo Rinascita ma che non disdegnano di farsi affidare incarichi da avvocati che difendono imputati nello stesso processo. La Procura di Catanzaro dice basta e questa sera, al termine dell’udienza nell’aula bunker di Lamezia Terme, il procuratore di Catanzaro Nicola Gratteri ha preso la parola e ha denunciato ogni cosa chiedendo al Tribunale, presieduto dal giudice Brigida Cavasino, che venga fatta chiarezza e vengano nominati anche nuovi periti. Un intervento di circa 10 minuti quello del procuratore. Un fiume in piena che non potrà non avere conseguenza sul modus operandi che vige tra periti e parti nei processi.
Il procuratore parte con il suo intervento da un breve excursus storico sulla nomina dei periti. Il 14 settembre del 2020 la Procura di Catanzaro nell’aula bunker di Roma, durante l’udienza preliminare di Rinascita-Scott, ha depositato un elenco di 535 pagine di richieste di intercettazioni telefoniche, trascrizioni e un secondo elenco di 83 pagine recanti i progressivi del processo Imponimento.
Il 9 novembre 2020 il gup Claudio Paris ha conferito l’incarico a tre periti: Vercillo, Nardone, Puccio per procedere alle trascrizioni di tutte le intercettazioni indicate nei due elenchi. Nella stessa data veniva fissato un termine di 90 giorni per l’inizio delle operazioni peritali e il gup autorizzava la nomina di due ausiliari per ciascun perito.
Nella successiva udienza del 3 dicembre 2020 ricorda il procuratore di Catanzaro Gratteri «io ero presente e mi sono permesso di dire al gup Paris che non sarebbero bastati 10 periti. Non sono stato ascoltato. Era necessario perché per un’intercettazione ambientale di un’ora ci si impiega un giorno per trascriverla». Il 26 novembre del 2020, Walter Vercillo, tramite pec, affermava di avere ricevuto l’elenco delle 535 pagine. Quindi il 26 novembre 2020 i periti avevano l’elenco. Il 3 dicembre 2020, dice Gratteri, abbiamo avanzato richiesta di un terzo elenco di 55 pagine e il gup Paris ha esteso l’incarico ai periti Vercillo, Nardone e Puccio.
L’8 gennaio 2021 giungeva a mezzo pec all’ufficio gup l’istanza del 4 gennaio 2021 con cui il collegio peritale, nella considerazione dell’enorme gravosità dell’incarico da svolgere, chiedeva una proroga di 24 mesi. Il gup Paris accoglieva parzialmente la richiesta con la nomina di 38 ausiliari, rigettando la proroga dei 24 mesi.
Dopo l’inizio dell’istruttoria dibattimentale, in quest’aula il 15 febbraio 2021, il Tribunale confermava l’incarico a Nardone, Puccio e Vercillo.
L’incarico è stato esteso da tre a cinque periti, includendo la dottoressa Morabito e il dottore Scullari.
«Il primo giugno il pm Annamaria Frustaci – dice il procuratore – notava che il perito Nardone era seduto al tavolino del bar (difronte all’aula bunker, ndr) con il detenuto agli arresti domiciliari Mario Artusa in violazione delle prescrizioni afferenti al regime detentivo dell’Artusa. All’arrivo della dottoressa Frustaci il perito si sollevava di scatto e scappava, si allontanava velocemente mentre Artusa si dirigeva all’interno del bar. Fermato dal pm il perito non forniva alcuna giustificazione per questa conversazione con il detenuto. Un perito del tribunale era seduto al bar col detenuto, cioè con quello a cui doveva fare la trascrizione. Da alcuni accertamenti fatti dai rilievi di videosorveglianza emergeva – prosegue Gratteri – questo episodio».
«Da altri accertamenti – dice Gratteri – emergeva che i periti, dopo avere chiesto la proroga di 24 mesi per adempiere all’incarico, assumevano altri incarichi, sebbene in altri procedimenti, dai difensori degli stessi imputati cautelati nel processo Rinascita-Scott. Quindi, sono venuti qui i periti che hanno bisogno di 24 mesi perché le intercettazioni erano troppe e non ce la facevano a trascriverle però assumono incarichi da avvocati che difendono imputati in questo processo. Il 4 giugno del 2021 dalla consultazione di Facebook – prosegue il magistrato – la polizia giudiziaria ha accertato un post pubblicato da tale Antonello Elia, dove compariva una fotografia scattata all’interno dei corridoi della procura di Catanzaro. Il post recava il commento: “La collaborazione tra professionisti garantisce la giusta soluzione. Buon weekend”. La foto ritrae Elia Antonio Francesco, l’avvocato De Nicolò Gigliotti Antonietta, difensore dell’imputato Onofrio D’Urso, Vercillo Walter, perito trascrittore delle intercettazioni, incaricato dal Tribunale di Vibo Valentia. Ripercorrendo a ritroso, sempre nello stesso profilo Facebook, si potevano rilevare altri ulteriori post: 20 maggio 2021, in foto ci sono Elia Antonio Francesco, Walter Vercillo recante lo scritto “lavoro, passione, impegno e tanti sacrifici, 25 anni di professione”. Il 2 aprile 2021 viene pubblicata una fotografia in cui si riconoscono Antonio Elia, l’avvocato Vincenzo Belvedere, difensori entrambi di Orazio Lo Bianco e Pietro Giamborino, imputati nel processo in corso di svolgimento, nonché nuovamente Walter Vercillo recante lo scritto “Grazie all’avvocato Enzo Belvedere per averci scelto come consulenti informatici forensi. Il successo si costruisce con obbiettivi e sacrifici”. Il 25 febbraio 2021 viene pubblicata una fotografia in cui si riconoscono Elia Antonio, Waler Vercillo all’interno dell’aula bunker di Lamezia Terme recante lo scritto: “Passione e lavoro, presso l’aula bunker di Lamezia Terme”. In quella data, da una relazione di servizio fatta dalla dottoressa Frustaci, si evince che Antonio Elia era presente in aula e si avvicinava alla stessa dottoressa per consegnarle un biglietto da visita dello studio Vercillo per eventuali consulenze di parte. Cioè quelli che non avevano tempo per fare le consulenze di Rinascita Scott», afferma secco il procuratore Gratteri.
La Procura di Catanzaro, specifica Gratteri, chiede «di procedere all’integrazione del collegio peritale nominando un più elevato numero di periti, 15/20 periti. Di fissare un termine finale per l’esecuzione di incarico e il deposito delle perizie trascritte. Stabilire un termine mensile per i depositi parziali delle trascrizioni, di convocare il collegio peritale per richiedere, nel contraddittorio delle parti, i seguenti chiarimenti: per quale ragione non operino in modo collegiale, verificare con il Nardoni quali fossero le ragioni del colloquio con il detenuto agli arresti domiciliari in deroga alle prescrizioni. Verificare con Vercillo la natura degli incarichi ricevuti in altri procedimenti, dai difensori di Rinascita Scott, come si evince dai post su Facebook, per valutare se siano processi connessi o collegati a Rinascita Scott».
Il collegio giudicante, al termine dell’intervento di Gratteri, ha affermato che aveva già in mente di aumentare il numero dei periti e ha aggiunto che il prossimo 5 luglio i periti saranno chiamati a chiarire le vicende che li riguardano. (a.truzzolillo@corrierecal.it)
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