SOVERATO «Non si può togliere a una mamma un figlio, voglio la mia verità e non mi fermerò finché non l’avrò». Anna Screnci, la mamma del giovane Orlando Merenda, il 18enne originario di Catanzaro che si è tolto la vita perché vittima di bullismo, non si rassegna e, intervistata da La Repubblica, prova a gridare la sua verità e a ricostruire quanto accaduto prima del terribile ed estremo gesto del figlio. «Non so cosa abbia pensato – racconta – ma sono certa sia stato vittima di bullismo. Penso sia stato talmente offeso, che abbia assorbito come una spugna, fino a non reggere più. Non mi darò pace finché non avrò giustizia». La mamma del 18enne vive a Soverato dove si è trasferita da qualche anno mentre suo figlio Orlando viveva in Piemonte. «Mi videochiamava sempre in pausa pranzo, anche nel suo ultimo giorno di stage». «Si confidava con gli amici ma non con me – racconta ancora a Repubblica – sapeva che sarei partita per difenderlo, ho saputo da altri. Già da piccolo era stato vittima di bullismo per la sua fisicità».
Intanto sulla morte di Orlando Merenda indaga la procura di Torino che ha aperto un’inchiesta con l’ipotesi di istigazione al suicidio. «Stava sempre con le sue amiche – spiega la mamma a Repubblica – amava i vestiti di lusso. Una volta scherzando mi disse “e se fossi gay?”. Fu una battuta, ma io gli risposi “non sarò certo io il tuo problema”. Ho una mentalità aperta e in cuor mio lo sapevo». «Ci saremmo rivisti a metà luglio – spiega ancora – stava aspettando che finisse la scuola per venire da me. Lo faceva ogni anno. Ci vedevamo solo nelle feste e per me non era abbastanza. Gli avevo detto di parlarne con i docenti, che lo avrebbero aiutato». L’intervista della mamma di Orlando si conclude, poi, con un ricordo indelebile: «Quando veniva a trovarmi – spiega a Repubblica – voleva fare shopping a tutti i costi. Era così vanitoso, era la mia gioia: voglio che quanto accaduto a lui debba servire, che il suo dolore sia d’esempio».
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