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Villella replica a Iacucci: «Se Oliverio ha sbagliato non eri complice?»

L’ex coordinatore provinciale del Pd rammenta al presidente della Provincia la sua vicinanza al già governatore. «Imbarazzante»

Pubblicato il: 28/06/2021 – 13:04
Villella replica a Iacucci: «Se Oliverio ha sbagliato non eri complice?»

COSENZA L’intervista a Franco Iacucci nel corso del talk “Un eco dallo Jonio” non è passata inosservata fra i meandri del Partito democratico calabrese. Le critiche a Mario Oliverio non sono piaciute perché piovute addosso all’ex governatore da uno che «per 15 anni hai condiviso persino gli spazi fisici con Oliverio».
Bruno Villella, già coordinatore provinciale di Cosenza e vice segretario regionale ricorda al presidente della provincia di Cosenza che «sarebbe stato, quantomeno, più opportuno chiedere al commissario regionale del Pd, Stefano Graziano, di farsi personalmente carico di polemizzare con Oliverio sulla conferenza stampa che ha tenuto la scorsa settimana» ma «Graziano e il resto del codazzo – scrive Villella – si sono guardati bene dal farlo, perché sulle questioni sollevate da Oliverio c’è ben poco da polemizzare».
Per invertire la rotta «servono decisive ed impegnative risposte politiche che investano il Pd», analizzino «le ragioni degli errori marchiani sin qui consumati» ed avviino soprattutto quella «svolta necessaria per impedire l’ennesimo naufragio».
«Speriamo lo farà Letta – prosegue l’ex coordinatore cosentino – che è stato personalmente investito della questione». Per Villella, Franco Iacucci ha fornito «solo anacronistiche quanto generiche polemiche sul pregresso, magari con un qualche margine, più per il non detto, per lasciare intendere e magari intimorire».
Il dirigente dem definisce, quindi, «imbarazzante» l’intervento di Iacucci, perché «per 15 anni ha condiviso persino gli spazi fisici con Oliverio; la sua stanza era adiacente, la più vicina di tutte le altre alla sua. Ebbene, in quei luoghi, secondo quanto affermato, si sarebbero consumati gli errori o le omissioni di Oliverio, quelle oggi invocate e colpevolmente non specificate».
Errori che «si consumavano sotto i tuoi occhi – scrive Villella rivolgendosi a Iacucci –. Perché li hai rimossi per 15 anni, nel frattempo tacendo colpevolmente?» L’ex vice segretario regionale prova «ad immaginare» la risposta. «Non credo per lo stipendio, che pure hai percepito per tutti gli anni alla Provincia e per l’intera legislatura alla Regione. Non credo per codardia» perché «eri e resti una persona integerrima e coraggiosa o per lo meno così diceva di te Oliverio. Non credo per la carriera istituzionale che in questi 15 anni è stata incoraggiata e sostenuta, in realtà, insieme a quella di molti altri, ma almeno per decenza, quelli di loro che esternano ingratitudine sono pochi. Resta, caro Iacucci, il fatto grave e omertoso: se le tue accuse politiche dovessero essere fondate, tu avresti colpevolmente taciuto per 15 anni».
«Ti rendi conto che – prosegue Bruno Villella – almeno per non offendere l’intelligenza delle persone avresti fatto bene a continuare a tacere? Certo, se avessi taciuto, non ingiuriato o, magari inferto qualche ferita ad Oliverio, insieme agli altri congiurati anch’essi beneficiati dallo stesso Oliverio in ossequio alle direttive correntizie, non saresti stato beneficiato dal ruolo di commissario a Crotone, o peggio, non ti avrebbero consentito di “autoproclamarti” presidente della Provincia di Cosenza».
«Sono gli effetti della logica coloniale che ha ispirato i commissari. Un meccanismo perverso – sottolinea l’ex vice segretario regionale – che si ritorcerà contro lo stesso Graziano, il quale quando sarà rimosso, vedrà scatenarsi contro tanti nemici sin qui silenti e sconosciuti, che insieme a quelli che hanno beneficiato della permanenza nel cerchio magico, diranno di lui tutto il male del mondo, con l’intento di fare cosa gradita al nuovo colonizzatore che verrà. Una logica di governo che porta a seminare vento e a raccogliere tempesta, che noi continueremo a combattere perché siamo ispirati da una cultura politica strutturata sulla funzione del dirigente politico che non alimenta odi e congiure, ma che è costruttore di consenso perché egli stesso è generato dalla partecipazione».
«Vedi caro Iacucci, all’origine dell’attuale degrado nel quale versa il Pd calabrese, c’è il ruolo non secondario degli ascari locali. Sul gruppo ristretto di cui fai parte ricade chiaramente la pesante responsabilità di alimentare il generale avvilimento, la perdita di dignità e l’abbruttimento. Una condizione di oppressione – conclude Bruno Villella – che costituisce la vera priorità della lotta politica per la liberazione del Pd calabrese».

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