LAMEZIA TERME Meglio tacere oggi per riposizionarsi (se proprio sarà necessario) domani. Più che alla rivoluzione e allo sgretolamento della Casta politica, i movimenti dei grillini calabresi si ispirano alla realpolitik. In soldoni: nello scontro tra i due Beppe, Grillo e Conte, ci si posiziona nel mezzo, si cerca di fare il possibile per stemperare il clima e riportare il sereno. Un atteggiamento che, in realtà, ha un solo significato: speriamo che passi la bufera altrimenti sono guai. I parlamentari calabresi non prendono posizione sullo strappo profondissimo maturato nei giorni scorsi. Ciascuno spera in cuor suo che i guai si risolvano e che l’ex premier non fondi un proprio movimento politico. Se accadesse molti, tra quelli che hanno approvato la svolta governista, lo seguirebbero ma nessuno è disposto a dirlo chiaramente fin da subito. Ed è altrettanto vero che i fuoriusciti – quelli transitati ne “L’alternativa c’è” o rimasti nel Gruppo misto come il senatore Nicola Morra – guardano con interesse ai movimenti tellurici in corso perché potrebbero aprire spazi in un ipotetico M5S senza Conte che dovesse decidere di ritornare alle origini, al “vaffa” e dintorni a cui paiono ispirate le recenti usciti dell’Elevato fondatore.
Nessuno si schiera e tutto, anche sull’accordo con il Partito democratico per le Regionali resta appeso alle parole di Giuseppe Conte: lui si augura che regga e così fanno tutti gli altri, sperando che Grillo non faccia saltare il banco dell’intesa.
Nel quadro delle valutazioni viene prima il futuro nazionale del Movimento (anche perché sul territorio nessuno si aspetta che i Cinquestelle facciano sfracelli all’appuntamento elettorale di ottobre). «Non c’è una leadership alternativa a Conte», mormorano tra i grillini calabresi, «l’unica possibilità è che Di Maio faccia un passo avanti, ma pare non ne abbia alcuna voglia. Tra i più vicini a Grillo vengono indicati Domenico Auddino e Laura Ferrara. L’europarlamentare, però, ha recentemente riproposto la teoria dell’equidistanza che tutti, oggi, sposano: «Il Movimento Cinquestelle ha bisogno di Conte e ha bisogno di Grillo». Tra i più legati a Conte c’è invece Massimo Misiti. Ma, davanti a una rottura insanabile, la sensazione è che la schiera dei follower dell’ex primo ministro potrebbe diventare più folta di quella del fondatore: uno sbocco per provare (almeno qualcuno) a prolungare la propria esperienza politica. «Perché dirsi grillini oggi quando non si sa cosa accadrà domani?», è la sintesi estrema del ragionamento. Politicamente siamo prossimi al passaggio dalle valutazioni comuni sul futuro della creatura creata da Grillo e Casaleggio a quelle sui destini personali dei singoli parlamentari. Dentro o fuori il Movimento Cinquestelle. Ammesso che, tra qualche giorno, esista ancora così come lo conosciamo.
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