CATANZARO «Diciamo no al “massimo ribasso” perché significherebbe destrutturare i diritti dei lavoratori. Se vogliamo diventare competitivi sul mercato dobbiamo scegliere tra ridurre i costi o aumentare la qualità. Noi i costi non possiamo ridurli. Anche perché significherebbe prima di tutto ridurre i costi della sicurezza del lavoro. E non possiamo, perché nell’Italia del 2021 si muore di caldo, sotto il sole, nemmeno fossimo nell’Italia del 1821. La sfida che abbiamo davanti è la partecipazione dei lavoratori all’organizzazione del lavoro in impresa».
Così il deputato del Partito Democratico Antonio Viscomi intervenuto all’attivo unitario regionale dei quadri e delegati di Filctem-Cgil, Flaei-Cisl e Uiltec-Uil, sigle che rappresentano i lavoratori dei settori elettricità, gas ed acqua. Incontro nutrito, al quale hanno preso parte i Segretari Nazionali delle tre Federazioni. «Abbiamo ragionato di appalti, di subappalti e di massimo ribasso. Di come cambia il lavoro e il suo mercato. Della vita concreta delle persone, insomma», scrive il deputato, che si sofferma sul dibattuto articolo 177 del codice degli appalti, rubricato “Affidamento dei concessionari”: «Un principio di legalità male inteso, da principio di massima garanzia può diventare un principio di massima ipocrisia, come lo è il 177. Il mercato del lavoro ha tante specificità e ci sono contratti in cui il 177 non ha alcun senso logico ed altri in cui può averlo».
Una battuta è dedicata anche al Pnrr, definito da Viscomi «un momento di svolta» per via anche della transizione ecologica e digitale che premette. «Ora che abbiamo tutta una serie di sistemi organizzativi e produttivi nuovi cosa dobbiamo fare in termini di organizzazione del lavoro? Ecco perché non dobbiamo più ragionare in termini di diritti intesi in senso tradizionale ma di partecipazione».
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