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la decisione

Il pentito lo indica come vittima di estorsione: sospeso lo sgombero per l’imprenditore Carlo Samà

L’uomo avrebbe dovuto lasciare la propria casa il prossimo 5 luglio. Ma l’esecuzione è stata “congelata” dalla corte d’Appello di Salerno

Pubblicato il: 30/06/2021 – 19:28
Il pentito lo indica come vittima di estorsione: sospeso lo sgombero per l’imprenditore Carlo Samà

SALERNO Lo sgombero era stato calendarizzato e sarebbe dovuto avvenire il prossimo 5 luglio. Oggi la Corte d’Appello di Salerno ha disposto la sospensione dell’esecuzione dello sgombero dall’abitazione nella quale l’imprenditore di Amantea Carlo Samà vive con la propria moglie. La Corte non è entrata nel merito della vicenda – limitandosi a ravvisare il fumus e il periculum del danno che potrebbe causare l’esecuzione dello sgombero – ma ha fissato un’udienza per la trattazione del giudizio di merito.

La vicenda

La vicenda che coinvolge l’imprenditore Carlo Samà risale al 2013 a seguito del passaggio in giudicato della sentenza di condanna nei confronti dell’imprenditore, quale titolare di un’azienda di smaltimento dei rifiuti, di una consorteria mafiosa della costa tirrenica, i “Gentile-Besaldo”. Nel 2013, dunque, fu avviato un giudizio di prevenzione conclusosi con la confisca di tutti i beni immobili e mobili riconducibili a Samà nell’ambito del procedimento denominato “Nepetia” che nel 2007 aveva portato all’arresto di 39 persone ritenute esponenti della cosca. Nel 2016 la Corte di Cassazione confermò il provvedimento di confisca che divenne definitivo ed i beni immobili confiscati furono assegnati all’Agenzia del Demanio per essere destinati alle finalità pubbliche, così come previsto dal codice antimafia. Un patrimonio stimato, in totale, di 8 milioni di euro.

Le dichiarazioni del collaboratore

Tra questi beni risultava anche un fabbricato adibito a civile abitazione, nel quale l’imprenditore abita con la moglie, e rispetto al quale era pendente davanti alla Corte di Appello di Salerno un’istanza di revoca della confisca. L’istanza, proposta dagli avvocati Francesco Gambardella e Paolo Troisi, si basa, oltre che su documentazioni tecniche, sulle dichiarazioni di un collaboratore di giustizia (emerse successivamente ai processi che avevo portato alla confisca) che indicava il Samà quale vittima di richieste estorsive e come colui il quale aveva sempre pagato quanto gli veniva imposto. Su questi presupposti, i difensori hanno chiesto, in via d’urgenza, la sospensione dell’esecuzione, onde evitare che un eventuale sgombero dell’immobile, ormai prossimo, potesse rendere irreversibile il danno nei confronti degli interessati (i quali sarebbero stati privati della propria abitazione). La Corte di Appello di Salerno, ha accolto la domanda e disposto la sospensione dell’esecuzione dello sgombero, rinviando all’udienza per la trattazione del giudizio di merito.

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