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l’inchiesta

«Sono persona di parola». Gli appalti «ad hoc» a Belvedere Marittimo

Nel mirino della procura di Paola finiscono alcuni affidamenti del comune. «Condotte collusive con la complicità di imprenditori e professionisti»

Pubblicato il: 30/06/2021 – 9:29
di Fabio Benincasa
«Sono persona di parola». Gli appalti «ad hoc» a Belvedere Marittimo

COSENZA La nuova indagine, condotta dai militari del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale Carabinieri di Cosenza e dalla Sezione Operativa della Compagnia di Scalea, coordinata dalla Procura di Paola guidata da Pierpaolo Bruni ha permesso di scoprire «una serie di condotte collusive poste in essere del responsabile dell’ufficio tecnico di Belvedere Marittimo con la complicità di imprenditori e professionisti dello stesso comune». Tra le persone indagate, figura Paola Di Stio per la quale è stata disposta la sospensione dalle attività di pubblico ufficio per 12 mesi.

Gli appalti e il ruolo di Paola Di Stio

Gli investigatori sono convinti dell’esistenza di un sistema di “cartelli” in grado di indirizzare, a favore di ditte amiche e compiacenti, alcuni appalti. Nelle carte dell’inchiesta finisce la gara d’appalto relativa a “interventi di adeguamento e adattamento funzionale degli spazi e delle aule in conseguenza dell’emergenza Covid” e vede coinvolta la Di Stio, nel ruolo di responsabile del settore tecnico di Belvedere Marittimo. Si tratta di un progetto da 40.000 euro assegnato ad un imprenditore, «che presenta il maggiore ribasso pari al 7,01%». In merito all’assegnazione dei lavori, Di Stio decide di contattare ditte «che non hanno ricevuto affidamenti in maniera da rispettare il principio di rotazione imposto dalla normativa vigente». In realtà – secondo gli investigatori – la responsabile dell’ufficio tecnico concorderà di affidare l’incarico ricorrendo a «due ditte d’appoggio che non avrebbero dovuto rispondere, simulando di procedere ad una rotazione come previsto dal Codice degli Appalti». Un altro appalto istruito «ad hoc» e finito nel mirino degli investigatori riguarda il “rifacimento tratto di fognatura comunale danneggiato da una mareggiata”. Un lavoro che Di Stio – secondo l’accusa – assegnerà ad un imprenditore che in passato «aveva eseguito lavori gratuitamente per il comune di Belvedere Marittimo». In una intercettazione, l’indagata chiacchiera con un impiegato e si assicura che la posizione dell’impresa individuata per l’assegnazione dei lavori abbia tutti i requisiti in ordine: «ma il Durc è a posto? Il Durc delle mareggiate? Se è a posto gli facciamo l’affidamento». Di Stio in seguito contatterà direttamente il futuro aggiudicatario del bando come si evince in una conversazione captata dagli investigatori: «siccome il segretario alla trasparenza e corruzione ci tiene e mi fa i cazziatoni io sono sempre preventiva… gli ho spiegato che molte volte tu intervieni per noi gratuitamente quindi ti era stato anche detto che quando c’è il finanziamento fai i lavori tu… cioè far guadagnare lui perché è stato con noi..eh…». La ditta vincitrice, si assicurerà l’esecuzione dei lavori anche se sprovvista di Soa (una Certificazione che qualifica l’impresa a partecipare agli appalti pubblici in categorie di opere e classifiche di importo). Una circostanza confermata dalla stessa Di Stio, intercettata mentre contatta un soggetto non identificato: «non ha niente di Soa.. però siccome sono 25mila euro..io glielo faccio l’affidamento diretto». L’ultimo bando finito nella lente di ingrandimento degli investigatori riguarda “disposizioni urgenti di protezione civile in conseguenza di eccezionali eventi meteo verificatisi nel 2019”. Secondo l’accusa, Di Stio in concorso con altri indagati avrebbe «concordato di procedere ad un affidamento diretto per un importo di poco “sottosoglia” per evitare la consultazione di due o più operatori economici, decidendo di utilizzare il residuo importo per altri lavori da assegnare in seguito». Per assicurare l’esito positivo dell’assegnazione dei lavori, gli indagati «stabilivano, in accordo con l’imprenditore (che risulterà vincitore dell’appalto) la percentuale al ribasso da presentare, pari allo 0,5% così turbando il procedimento amministrativo». Anche in questo caso, come emerge dalle captazioni, Di Stio converserà con il futuro vincitore dell’appalto e dopo averlo reso edotto sui lavori da effettuare, confermerà l’assegnazione: «sono persona di parola».

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