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L’incontro

Lamezia, Sbarra (Cisl): «Niente alibi, ora le risorse per ripartire ci sono»

Le domande del sindacato a Lamezia: «La Calabria è pronta a ricevere il Pnrr?». Una studentessa: «Vogliamo le stesse chance del Nord»

Pubblicato il: 01/07/2021 – 16:37
di Anna Colistra
Lamezia, Sbarra (Cisl): «Niente alibi, ora le risorse per ripartire ci sono»

LAMEZIA TERME «La firma di martedì che ha sancito l’accordo tra Governo, parti datoriali e sindacati per il prolungamento del blocco dei licenziamenti e della cassa integrazione Covid dimostra che aprire dei tavoli di confronto porta a spiragli di soluzioni per problemi complessi e che la strada da seguire è quella del dialogo tra parti sociali e istituzioni». Tonino Russo, segretario generale di Cisl Calabria, apre con queste parole il convegno “Lavoro – Sviluppo – Legalità. La sfida del Pnrr per i giovani e la Calabria” che si è tenuto nell’auditorium del Liceo Campanella di Lamezia Terme, alla presenza del ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali Andrea Orlando, del segretario nazionale Cisl Luigi Sbarra, dell’assessore all’Ambiente Sergio De Caprio, del presidente di Unioncamere Calabria Klaus Algeri, del presidente di Unindustria Calabria Aldo Ferrara, di Mons Vincenzo Bertolone presidente della Conferenza episcopale calabra, di Susanna Mustari dirigente scolastico, di Alessia Morello studentessa del liceo e di Karen Sarlo, giornalista Rai moderatrice dell’incontro.

Tonino Russo, segretario generale Cisl Calabria

«Basta rinviare la ripresa della Calabria»

Anche in Calabria arriveranno i fondi del Piano nazionale di ripresa e resilienza, e chi si domanda – tema centrale del convegno – quali progetti e interventi verranno messi in campo per spendere bene queste risorse e non lasciarsi sfuggire un’occasione che viene percepita quasi come l’ultima chiamata, per una regione dilaniata da emigrazione e disoccupazione. “Lavoro, sviluppo e legalità” sono le parole chiave che individua la Cisl per la ripartenza in Calabria. «La realizzazione della nostra regione viene rinviata di governo in governo, non si comprende che non possono esserci due velocità di sviluppo e che un’accelerazione per il Sud è un’accelerazione per tutto il Paese – afferma Russo e continua – sono quasi 7mila le persone che sono andate via dalla Calabria nel 2020 circa il 20% in più dell’anno prima e 4mila di queste sono giovani». La soluzione a un problema cronico come quello dell’emigrazione per il segretario Cisl non può arrivare da misure assistenzialistiche, ma solo dal lavoro, «dove c’è sviluppo c’è dignità e autonomia per le le persone».

Il ministro del Lavoro Andrea Orlando

«Le risorse non bastano, il territorio deve essere pronto a riceverle»

«Quello che mi preoccupa di più è la capacità di alcune regioni, come la Calabria, di spendere queste risorse – a dirlo è il ministro Andrea Orlando durante l’incontro – al di là della percentuale del Pnrr assegnata ad un territorio è importante capire se il tessuto socioeconomico che riceve i fondi riuscirà a drenarli, l’intervento altrimenti è inutile». Per il ministro del lavoro, dunque, oltre alle risorse disponibili avranno un ruolo centrale le politiche attive, le capacità industriali di investire e la qualità del lavoro proposta».
«Abbiamo lavorato per un accordo che consente di utilizzare prima tutti gli ammortizzatori sociali che, con l’ultimo decreto, sono stati ulteriormente implementati e resi gratuiti per le imprese». «Oggi però – continua – bisogna proseguire in questo senso sostenendo le imprese che escono da una condizione di difficoltà e lavorando anche sulla riforma degli ammortizzatori sociali che sarà pronta nelle prossime settimane». «Le distorsioni vanno riviste e tutti gli strumenti per rafforzare le verifiche vanno potenziati. Non darei un giudizio sullo strumento sulla base delle patologie perché altrimenti dovremmo eliminare le pensioni, gli istituti di garanzia e tanti altri tipi di benefici: dai contributi pubblici alle imprese ai fondi Ue». Così il ministro ha risposto a una domanda sulle questioni legate all’utilizzo improprio del reddito di cittadinanza, in particolare nelle regioni del Mezzogiorno dove in diverse circostanze sono venute alla luce situazioni di illegalità con il coinvolgimento anche di esponenti della criminalità organizzata». «Sicuramente – aggiunge Orlando – dobbiamo avere tutti gli strumenti più efficaci e potenti per contrastare gli abusi. E dobbiamo anche riflettere su cosa non ha funzionato nel rapporto con le politiche attive e nel sostegno alle famiglie che sono più bisognose. Questo mi pare il ragionamento che dobbiamo fare».

«Verificheremo cronoprogramma e trasparenza delle spese»

«Non abbiamo più il classico l’alibi “le risorse non ci sono” adesso le abbiamo e dobbiamo dimostrare di essere all’altezza». Le parole di Luigi Sbarra, segretario nazionale Cisl, che su questo tema ha aggiunto: «Vogliamo partecipare alla cabina di regia del Pnrr, perché questa non è una gentile concessione da parte del governo ma il controllo delle parti sociali è previsto dalle normative europee». Il segretario nazionale della Cisl dichiara di voler far parte della governance per non lasciare questa azione di spesa scevra da supervisioni. «Le cabine di regia non si fanno solo a Roma, ci sono vari organi come le Regioni, le Province e i Comuni. Verificheremo se il cronoprogramma viene rispettato e la qualità e trasparenza degli investimenti». «Bisogna fermare – dice ancora Sbarra – l’esodo di centinaia di migliaia di giovani, studenti, lavoratori, professionisti, che ogni anno lasciano il Sud per cercare fortuna altrove. Questo deve essere uno degli obiettivi dell’attuazione del Pnrr e per questo occorre ora realizzare un patto forte con il Governo, le istituzioni regionali e le imprese per condividere i progetti di sviluppo, monitorare i tempi e le ricadute occupazionali, colpire duramente le possibili infiltrazioni della criminalita».

«Recovery, l’obiettivo è fermare l’emorragia di giovani dal Sud»

«La fuga dei giovani è una ferita – aggiunge – che impoverisce due volte il Mezzogiorno, privandolo delle migliori promesse, ma anche delle risorse economiche che per anni vengono trasferite dalle famiglie. Una perdita stimata in circa 10 miliardi di euro l’anno. I temi della crescita, del lavoro, dell’istruzione, della legalità si intrecciano in modo indistricabile soprattutto nel Sud dove l’assenza di sviluppo e di occupazione rafforza in modo devastante la capacità della criminalità di condizionare ogni articolazione della vita sociale. Senza legalità, non ci può essere vero sviluppo. Per un’impresa, operare in un ambiente inquinato da mafia, camorra o ‘ndrangheta significa avere costi in più, che la rendono meno efficiente e competitiva».
«La risposta decisiva – continua ancora il segretario generale della Cisl – è il lavoro. Per spezzare la catena circolare che lega criminalità e sottosviluppo non c’è che una via: lavorare insieme, fare sistema per affrancare le persone dalla paura e dal bisogno. Combattere le disparità sociali e territoriali. Realizzare infrastrutture materiali, digitali e sociali. Controllare il buon utilizzo di ogni euro erogato, seguendone passaggi e traiettorie». «Investire su sanità, scuola e pubblico impiego. Questo è il patto che ora chiediamo al Governo Draghi: creare buona occupazione, soprattutto giovanile e femminile. Che vuol dire nuove politiche industriali», ha detto ancora Luigi Sbarra. «Fiscalità di vantaggio. Contrasto del precariato e di ogni forma di sfruttamento. E poi protezioni sociali universali, con ammortizzatori sociali rivolti a tutti e collegati a politiche attive e generative che forniscano formazione, riqualificazione».

Klaus Algeri, presidente Confcommercio Calabria

«Siamo indietro sulla digitalizzazione e internazionalizzazione»

«Il Pnrr è pronto ma non siamo stati noi a metterci mano e neanche i sindacati – afferma Klaus Algeri – non vuole essere una critica, perché non c’erano i tempi per coinvolgerci, ma adesso abbiamo la responsabilità di controllare che la politica, sia nazionale che regionale, lo metta in pratica». La percentuale del Piano nazionale destinata al Sud è del 40% e Algeri individua due priorità su cui puntare in Calabria, la prima sono le «infrastrutture vere» e la seconda i «collegamenti digitali», due misure che per il presidente di Confcommercio aiuterebbero la regione ad uscire dall’isolamento da un lato e a fare forti passi in avanti verso la transazione digitale dall’altro. «La scommessa è agire anche nei paesini più sperduti – conclude Algeri – è momento di azione dei corpi intermedi, siamo noi i responsabili del futuro, dobbiamo fare un passo indietro e parlare di interessi generali». L’intervento di Aldo Ferrara, Unindustria si collega al punto di vista di Algeri individuando i punti deboli della Calabria proprio in quei settori in cui è previsto lo sviluppo economico futuro: internazionalizzazione e digitalizzazione, che diventano dunque le priorità da perseguire. «La relazione della Banca d’Italia – dichiara Ferrara – ci indica non solo che il Pil è cala a picco, ma soprattutto che spesso ci mancano le competenze, in particolar modo negli enti periferici, la riforma sulla pubblica amministrazione è una delle prime cose da fare».

Mons. Vincenzo Bertolone

«Dopo la denuncia deve esserci la proposta»

Interviene anche il capo dei vescovi calabresi e mette in guardia politici e cittadini dal dare attenzione solo al tema della ripartenza, «l’opportunità del Pnrr non può cancellare gli anni di recessione, economica, culturale ed etica, che la Calabria sta vivendo». Mons Bertolone ricorda che negli ultimi 30 anni sono state varate ben cinque riforme scolastiche e si domanda: «Riusciamo a preparare i giovani? Perché vanno all’estero? Se nn facciamo nulla per fermare questo fenomeno non basteranno nemmeno le figure dei martiri, come quella del giudice Livatino che gli studenti hanno ricordato oggi». Bertolone parla di senso civico, giustizia e formazione come antidoti alla crisi economica e culturale «bisogna scongiurare quel fatalismo che che reputa inutili le testimonianze, le azioni e l’impegno e che invece favorisce la ‘ndrangheta». La chiave per la ripartenza secondo Mons Bertolone è nel cruciale passaggio dalla denuncia alla proposta: «Si deve operare con fiducia e suggerire ciò che va nella direzione del bene comune. Servono proposte e parole buone. Questo è quello che faceva Livatino, ed è stato ucciso proprio perché perseguiva il bene e si faceva testimone della realtà».

La Regione ha investito sulle energie rinnovabili

Se si guarda avanti e ai progetti futuri non può mancare uno sguardo all’ambiente e all’attuale situazione calabrese. Sul tema interviene Sergio De Caprio assessore all’Ambiente illustrando alcuni importanti risultati raggiunti finora. «Stiamo attuando delle svolte strategiche, la prima è costituirci come comunità energetica rinnovabile, ogni Comune avrà a disposizione 200kw di energia rinnovabile». Un’iniziativa che secondo De Caprio ci allinea allo sviluppo dell’Ue e che è costata alle tasche della Regione 360milioni di euro. Altri 280milioni sono stati spesi per digitalizzare l’illuminazione pubblica, inoltre l’assessore ha dichiarato di occuparsi degli impianti di depurazione con un consistente investimento. «Se è vero che in alcuni posti in Calabria i depuratori non ci sono in altri ci sono ma funzionano male, è la mancata separazione delle acque nere e acque bianche – conclude De Caprio – che crea inquinamento, se interveniamo su questo ci guadagnerà l’ambiente e risparmieremo il 20% dei consumi».

«I giovani del Sud devono avere le stesse possibilità di quelli del Nord»

Tra i relatori anche una studentessa del Liceo Campanella, Alessia Morello che nel suo intervento ha messo in evidenza che criticità che i giovani calabresi devono affrontare rispetto ai loro coetanei del Nord. «Non sappiamo cosa scegliere, è difficile comprendere le esigenze del territorio e intraprendere di conseguenza un percorso di studi o lavorativo». Non è la prima volta che si prevede un piano per rilanciare economia ed occupazione e Alessia si domanda se questa volta «i fondi che il governo erogherà alla Regione Calabria e che verranno investiti per la transizione digitale in primis e gli altri punti in programma cambieranno davvero il contesto in cui i ragazzi si formano nel territorio regionale».

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