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Le deboli perfomance e i tanti deficit della sanità cosentina

Aumento della mobilità passiva, calo degli interventi e carenza del personale. Tutti i nodi e i numeri nel piano dell’Asp di Cosenza

Pubblicato il: 01/07/2021 – 14:36
di Fabio Benincasa
Le deboli perfomance e i tanti deficit della sanità cosentina

COSENZA La situazione di emergenza dettata dal Covid-19 ha stravolto le attività sanitarie pianificate, con chiusure di interi reparti e conversioni di altri in centri per la cura dei pazienti affetti dal virus. E’ necessario tenere conto degli effetti devastanti causati dalla diffusione del Coroanvirus per analizzare i dati contenuti nel Piano della Perfomance redatto dall’Asp di Cosenza, riferito al triennio 2020-2022. La popolazione residente nella provincia bruzia è per lo più distribuita in maniera disomogenea nei 150 Comuni dove negli ultimi nove anni si è registrata una progressiva tendenza alla riduzione della popolazione con una consistente diminuzione delle nascite e un preoccupante incremento dei decessi.

I tanti problemi dell’Asp di Cosenza

Delle inchieste che hanno travolto pezzi importanti dell’Azienda sanitaria cosentina abbiamo più volte parlato, sottolineando le difficoltà dei vari commissari a gestire una matassa assai intricata. Il debito monstre accumulato, i bilanci farlocchi e non presentati, il blocco del turn over, la carenza di organico e la mobilità passiva in continuo rendono l’Asp di Cosenza, un’azienda difficilmente governabile. Le problematiche, dunque, investono assetti organizzativi generali. Nel 2020, l’Azienda – oggi guidata da Vincenzo La Regina – ha operato mediante 5 stabilimenti ospedalieri raggruppati in 3 spoke (Castrovillari, Cetraro/Paola e Rossano/Corigliano) e 2 ospedali di Montagna di Acri e San Giovanni in Fiore. A questi si aggiungono: 9 case di cura convenzionate e il reparto di lungodegenza di Trebisacce e di Medicina di Praia a Mare. Il totale dei posti letto ammonta a 642 unità, quelli convenzionati sono invece 673.

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Vincenzo La Regina – Commissario dell’Asp di Cosenza

Diminuiscono gli interventi, aumenta la mobilità passiva

Il numero di interventi per fratture al femore nel 2020 è aumentato nell’ospedale di Paola passando da 134 a 185, mentre gli interventi sono diminuiti nell’ospedale di Rossano passando da 146 a 105. A Castrovillari, addirittura il numero degli interventi è pari allo 0, un dato causato dall’atavica carenza di medici. Numeri che fanno riflettere e che in parte spiegano le percentuali (in crescita) relative alla mobilità passiva. La mobilità della sola Asp cosentina rappresenta in valore economico circa il 33% della mobilità passiva extraregione dell’intera Calabria. Dai dati contenuti nel rapporto, si evince come la mobilità passiva nel 2019 sia peggiorata rispetto al 2018 per incremento del numero dei casi (+100.613) ma anche come valore economico complessivo. Decisamente negativo anche il numero – rigorosamente con il segno meno – della mobilità passiva infraregionale (-166.074.376 milioni).

L’assistenza domiciliare e le Cure primarie

Il miglioramento delle prestazioni e il rispetto dei Lea, i livelli essenziali di assistenza, si legano non solo alla corretta e trasparente gestione dei conti ma anche e soprattutto ai servizi offerti dall’Asp di Cosenza ai pazienti. L’assistenza domiciliare, ad esempio, è una delle funzioni da potenziare per costituire prestazioni alternative ai ricoveri ospedalieri, specie quelli inappropriati. Dovrà essere, inoltre, completata e potenziata l’attività dei Punti unici di accesso: strumenti per la ricezione della domanda di salute dei cittadini e porta di accesso per i servizi socio sanitari territoriali dell’Asp. Ed ancora proseguire l’implementazione di attività diagnostico-terapeutiche territoriali come la rete di ambulatori di Vulnologia, la Radiologia domiciliare e il rafforzamento della telemedicina per i pazienti diabetici e cardiopatici. Anche sulle cure palliative, occorre dar vita ad un sistema integrato di cure a domicilio. Un obiettivo che l’Asp di Cosenza, nel 2020, non è riuscita a perseguire. Punto focale per il miglioramento quali-quantitativo delle prestazioni territoriali è l’impegno ad implementare le cure primarie attivando le Uoc di Cure Primarie come previsto nell’atto aziendale. I compiti e gli obiettivi da raggiungere sono relativi alle urgenze territoriali (codici bianchi), alle pratiche burocratiche non differibili, alla gestione delle malattie croniche con ambulatori dedicati (diabete, ipertensione arteriosa, sindrome metabolica). Tutte attività che comportano il miglioramento dell’utilizzo delle risorse, dei percorsi diagnostico terapeutici, riducendo le liste di attesa.

La carenza di personale dell’Asp di Cosenza

Il Covid non ha fatto altro che evidenziare, qualora ve ne fosse bisogno, i limiti dei presidi ospedalieri cosentini sorretti a fatica da un numero inconsistente di medici, infermieri e personale sanitario. Nel corso della fase acuta della pandemia, abbiamo assistito e raccontato più volte delle proibitive condizioni a cui erano spesso costretti ad operare i camici bianchi stravolti dall’arrivo di pazienti in condizioni critiche e da un monte ore di lavoro sproporzionato e non paragonabile alla fase pre-pandemica. L’Asp di Cosenza ha adottato un piano di riassetto organizzativo aziendale, ma ogni anno si è assottigliato il numero delle unità impiegate, mentre è cresciuto il dato relativo ai pensionamenti. La carenza di personale si registra nelle aree più critiche: Pronto soccorso, chirurgia, radiologia, anestesia, ortopedia, cardiologia e Utic, ma non fanno eccezione la pediatria, psichiatria e neurologia. Negli ospedali spoke vi sono importanti strutture ai limiti della funzionalità per carenza di personale dedicato che è possibile reperire raramente attraverso procedure di mobilità o concorsuali. Il depauperamento degli organici a danno dei servizi impegnati a rispettare i Lea non fanno altro che compromettere ulteriormente una situazione evidentemente drammatica. L’Asp di Cosenza ha adottato il piano del fabbisogno del personale per il triennio 2020/2022 con delibera firmata il 12 agosto 2020 che prevede a fronte dell’attuale dotazione di circa 4.858 unità, una dotazione a regime pari a 6.338 unità di personale. Tuttavia ai fini del rispetto del vincolo di bilancio e del piano di rientro è stato elaborato un fabbisogno ricondotto che per il 2021 prevede l’assunzione di 62 unità di personale.

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