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L’intervista

Ventura: «Io ho messo la Calabria al centro della mia vita, de Magistris non so»

La candidata del centrosinistra a Repubblica: «Non ho paura. Il pizzino di Riina? Non ha fatto in tempo a estorcerci denaro»

Pubblicato il: 01/07/2021 – 11:56
Ventura: «Io ho messo la Calabria al centro della mia vita, de Magistris non so»

LAMEZIA TERME «Vado avanti e sfiderò il fuoco amico». Maria Antonietta Ventura, intervistata da Repubblica, ha spigato come le critiche piovute – anche dall’ex governatore Oliverio – sulla sua candidatura a capo della coalizione di centrosinistra siano maturate dal «metodo».
«Hanno contestato il metodo, non me. Ma io vado avanti – ha riferito al quotidiano – raccoglierò le varie anime dell’alleanza intorno al mio progetto. È il momento dell’ascolto, ho scelto di restare. Mi candido prima da calabrese che da militante politica. Non sono certo io a dover gestire le dinamiche del Pd. Io sono la prima donna candidata del centrosinistra alla presidenza. Il mio posto è nel sociale, sono presidente, ora dimissionaria, Unicef. La mia prima uscita pubblica, un emozionante incontro alla Comunità Progetto Sud di don Giacomo Panizza, Lamezia Terme».
In tema sanitario, la vicenda dei cittadini che ormai da oltre 150 giorni occupano l’ospedale di Cariati «è una storia che mi rende triste. Dobbiamo dare risposte al territorio. I calabresi hanno ragione di essere arrabbiati, vanno ripristinate le condizioni minime di assistenza sanitaria. La cura è un diritto, non un privilegio». Ed «è meglio chiuderla qui se i risultati del commissariamento sono questi». Sul Welfare e infrastrutture sociali: «La Calabria ha subito bisogno di asili nido per esempio, di contenere l’emigrazione sanitaria al Nord, pagata dalla Regione», mentre sul ponte sullo Stretto, «il problema non è il Ponte in sé, ma come arrivarci. Ci vuole un piano complessivo dei trasporti e delle infrastrutture».
L’imprenditrice prosegue riferendo a Repubblica che sta «per lasciare tutte le cariche e anche le quote della società, secondo le regole previste dallo Statuto, proprio per evitare qualsiasi rischio di conflitto di interessi» e che il nome dell’azienda finita in un pizzino di Totò Riina è «una vecchissima storia finita bene. Non ha fatto in tempo ad estorcerci denaro».
«Il reddito di cittadinanza – dice poi – è uno strumento sociale importantissimo, magari va corretto. Ma nell’anno della pandemia, nei momenti di stallo e di crisi, serve tanto». E su come debba fare la Calabria per ripartire, ecco la ricetta. «Faccio solo due esempi: le Università sono un fiore all’occhiello nonostante i bassi finanziamenti, del resto la Calabria è una regione povera come i suoi studenti, i mecenati sono pochi. Ma vogliamo che chi studia poi resti qui. E poi il porto container di Gioia Tauro, che ha conseguito ottimi risultati negli ultimi anni».
«L’equazione calabresi = ‘ndranghetisti», ancora, «è inaccettabile e purtroppo molto frequente. Non c’è bisogno di dire che la quasi totalità dei cittadini vive nella legalità e lo stesso chiede alla politica».
Stimolata dalle domande su De Magistris e Spirlì, la Ventura sembra lapidaria: «Io ho messo la Calabria al centro di tutta la mia vita, lui (De Magistris, ndr) non so. Il giudizio (sul presidente della Regione facente funzioni, ndr), lo daranno gli elettori, è una questione di credibilità. Ho sempre messo la Calabria prima di tutto. Da imprenditrice ho sempre mantenuto i miei impegni. Gli altri?»
«La nostra sarà una forza gentile – così Maria Antonietta Ventura conclude l’intervista a Repubblica – lo stesso ci aspettiamo dagli avversari. Io non ho paura, voglio cambiare questa Regione e farla rifiorire. Ho scelto di vivere in un paese che si chiama San Lucido. Sapesse quanta bellezza nei piccoli Ormi».

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