CATANZARO Deposizione di nuovi atti, contestazione di nuovi reati e aggravamento di alcune posizioni. La prima udienza della fase preliminare del procedimento denominato “Basso Profilo” parte con produzioni importanti da parte della Dda di Catanzaro – rappresentata in aula dai sostituti procuratori Paolo Sirleo e Veronica Calcagno – segno che l’attività di indagine ha portato nuove risultanze. Si aggrava la posizione di Umberto Gigliotta, alias “Mister Centomila” al quale viene contestata l’associazione mafiosa con il ruolo di organizzatore. L’accusa, inoltre, con i nuovi atti depositati, intende dimostrare il legame a doppio filo tra l’imputato Glenda Giglio e l’associazione per delinquere aggravata dal metodo mafioso della quale fanno parte – stando al capo di imputazione 22 – Henrik, Bagnato Antonio Santo, Banu Elena, Bonofiglio Giuseppe, Bonofiglio Rosario, Carduccelli Eliodoro, Cerenzia Ilenia, Cirillo Nicola, Curdo Eugenia, Di Noia Concetta, Decimo Giulio, Drosi Valerio, Esposito Mario, Faldella Santo, Gallo Antonio, Giglio Glenda, Lamanna Giuseppe Leone Andrea, Lerose Francesco, Rosa Tommaso, Rosa Victoria, Sinopoli Maria Teresa, Torcia Luca, Torcia Rosa, Zavatta Alberto, Zavatta Claudio.
È stata, infatti, trovata nel cellulare di Francesco Le Rose la bozza di un contratto di cessione di quote societarie da parte di Glenda Giglio a un prestanome. Tale contratto di cessione non risulta registrato alla Camera di Commercio ma era stato approntato e dimostrerebbe il forte legame tra l’ex presidente dei giovani industriali di Crotone, Giglio, e l’ipotizzata associazione per delinquere finalizzata al trasferimento fraudolento di valori, riciclaggio, impiego di denaro, beni o utilità di provenienza illecita ed emissione di fatture o altri documenti per operazioni inesistenti. Per quanto riguarda l’ex finanziere Ercole D’Alessandro, altra figura cardine dell’inchiesta perché considerato raccordo tra la politica e il comitato d’affari e “veicolo” di informazioni riservate ad alcuni degli indagati, riguardo alle attività investigative in corso a loro carico, da una nota della Guardia di finanza risulta che il reato di truffa militare per gli illeciti commessi sfruttando a fini personali le ore di lavoro, sia non di circa 2000 euro, come calcolato inizialmente, ma di circa 8000 euro. Inoltre, gli esiti di verifiche fiscali hanno aggravato le posizioni di Antonio Gallo, Umberto Gigliotta e Matteo Tarantino.
Nel corso dell’udienza hanno chiesto di costituirsi parte civile i Comuni di Catanzaro e Rocca Bernarda, la Provincia di Catanzaro, i ministeri di Interno, Difesa e Finanze e l’Agenzia delle entrate. Il gup Simona Manna ha rinviato l’udienza a mercoledì sette luglio.
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