FILANDARI La Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro riapre le indagini relative alla nota “Strage di Pizzinni” avvenuta il 24 Ottobre 1982, nella frazione Pizzinni di Filandari, nel Vibonese. In quell’occasione, infatti, l’esplosione di un ordigno è costato la vita a due bambini innocenti, Antonino Pesce di 10 anni e Bartolo Pesce di 14, mentre altre quattro persone rimasero ferite.
A distanza di quasi 40 anni sulle tracce degli autori sono all’opera i militari del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale Carabinieri di Vibo Valentia. Nella frazione di Pizzinni sono ora in corso le attività di sopralluogo e i rilievi balistici da parte della Sezione Investigazioni Scientifiche del Comando Provinciale Carabinieri che mirano a ricostruire mediante l’ausilio di appositi macchinari la dinamica dell’evento.
Una drammatica vicenda sulla quale gli inquirenti hanno cercato di far luce attraverso l’inchiesta “Rinsacita-Scott”. Secondo quanto dichiarato da alcuni collaboratori di giustizia, infatti, sarebbe stata la famiglia Mancuso di Limbadi ad aver ordinato il posizionamento dell’ordigno che aveva come obbiettivo il clan Soriano. La collocazione fu errata e la bomba uccise i due bambini, vittime innocenti di una guerra di ‘ndrangheta. Fu poi il pentito Angiolino Servello, nel 2005, ad autoaccusarsi della strage, rivelandone retroscena e movente, ma senza subire mai un processo, nonostante un lungo verbale acquisito nell’ambito del processo “Black money – Overseas – Purgatorio” contro il clan Mancuso di Limbadi.
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