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Rinascita-Scott, chiedono di essere rimossi i periti Vercillo e Nardone

Nel corso dell’udienza i tecnici hanno dato la propria versione sui problemi relativi alla loro condotta. Nardone: «Leggerezza, non conoscevo Artusa». Vercillo: «Ho accettato un solo incarico». Il …

Pubblicato il: 05/07/2021 – 15:25
Rinascita-Scott, chiedono di essere rimossi i periti Vercillo e Nardone

LAMEZIA TERME Hanno fornito la propria versione dei fatti, davanti al Tribunale di Vibo Valentia, i periti Walter Vercillo, Vittorio Scullari e Francesco Maria Nardone nei confronti dei quali lo scorso 28 giugno il procuratore di Catanzaro, Nicola Gratteri, aveva espresso gravi criticità emerse riguardo al loro lavoro nell’ambito del maxiprocesso Rinascita-Scott. Nel corso dell’udienza di oggi il pm Antonio De Bernardo ha sottolineato come, sulla base dei dati in possesso della Procura, «siamo costretti a chiedere la sospensione dei periti Nardone e Vercillo».
Gli stessi periti Nardone e Vercillo, dopo avere fornito la propria versione dei fatti, vista la richiesta da parte della Procura hanno chiesto di avere la possibilità di completare le consegne e poi di astenersi dall’incarico.

I selfie con le difesa e le chiacchiere con imputati ai domiciliari

La scorsa settimana il procuratore di Catanzaro aveva chiesto al collegio giudicante, presieduto dal giudice Brigida Cavasino, che venisse fatta chiarezza riguardo ad alcuni episodi che hanno visto protagonisti i periti incaricati delle trascrizioni. La Procura, inoltre, ha chiesto che venga aumentato il numero dei periti dedicati alle trascrizioni.
E’ stato sottolineato che a gennaio il collegio peritale ha chiesto una proroga di 24 mesi in merito alle consegne delle trascrizioni, nella considerazione dell’enorme gravosità dell’incarico da svolgere. Il gup Paris accoglieva parzialmente la richiesta con la nomina di 38 ausiliari, rigettando la proroga dei 24 mesi.
La Procura ha rappresentato tre principali problematiche: la necessità di velocizzare i tempi delle trascrizioni con l’aumento del numero dei periti; ha sottolineato l’episodio che si è verificato il primo giugno scorso quando il sostituto procuratore Annamaria Frustaci ha notato seduti insieme al tavolino del bar davanti all’aula bunker l’imputato Mario Artusa, detenuto ai domiciliari, che, in violazione delle prescrizioni afferenti al regime detentivo, conversava con il perito Nardone. Secondo la relazione del pm, all’arrivo della dottoressa Frustaci il perito si sollevava di scatto e scappava, si allontanava velocemente mentre Artusa si dirigeva all’interno del bar. Fermato dal pm il perito non forniva alcuna giustificazione per questa conversazione con il detenuto. Inoltre è stato notato, tramite l’analisi post su Facebook, che il perito Vercillo è stato ritratto, insieme a un collega (Antonio Elia) con alcuni difensori di imputati nel processo Rinascita-Scott (in una occasione all’interno della stessa aula bunker) con post che lasciavano presagire il conferimento di incarichi da parte di avvocati delle difese.

La versione di Vercillo: il vizio di Elia per i selfie e l’incarico accettato

Oggi il perito Vercillo, il primo a prendere la parola, ha spiegato di avere accettato solo un incarico, da parte dell’avvocato Antonietta De Nicolò Gigliotti, ma non relativo al processo Rinascita e in concomitanza con il collega Antonio Elia. Un incarico al quale avrebbe potuto anche rinunciare. Ha raccontato, riguardo alla foto in aula bunker del 15 febbraio scorso, di essersi fatto accompagnare da Elia perché impossibilitato a guidare a causa di una forte sciatalgia. Nel corso di quella udienza si è dibattuto circa l’originalità di alcuni file dei quali non si capiva la provenienza. In quella occasione Elia ha chiesto la parola per dare spiegazioni tecniche ad avvocati e al pm Frustaci la quale lo avrebbe ringraziato per i chiarimenti ed Elia, non avendo i propri bigliettini con sé, avrebbe usato un biglietto da visita di Vercillo aggiungendo il proprio numero di telefono, per future spiegazioni. «Ha la mania dei selfie – lo ha giustificato Vercillo – ma non solo con gli avvocati, anche con le forze dell’ordine, i carabinieri». Walter Vercillo ha affermato che oggi non saprebbe dare tempi sulla conclusione dei lavori a causa di difficoltà logistiche legate al materiale acquisito: «Se ci avessero fornito i file richiesti, se gli elenchi forniti fossero stati ordinati, se non vi fossero stati centinaia di progressivi ripetuti, oggi potrei dare una risposta. La Procura poteva fornire materiale più ordinato», ha detto. Poi rispondendo alle domande del pm Antonio De Bernardo ha affermato di non avere accettato nessun altro incarico professionale da avvocati del processo Rinascita-Scott. E ha detto che la sede della propria società si trova in affitto in locali di Elia a di non avere nessuna partecipazione societaria in comune col collega.

Il ritardo delle consegne di Scullari

Per quanto riguarda il ritardo delle consegne da parte di Scullari, questi ha affermato di avere già specificato, nell’accettare l’incarico, di avere pregressi lavori da terminare. Ha poi detto di avere consegnato il 30 giugno, due giorni dopo l’intervento di Gratteri, 1300 pagine, circa 16 ore di intercettazione e oltre 30 ore già trascritte e in fase di revisione.

Il caso dell’incontro con Mario Artusa

Molto delicata la questione del perito Nardone che è stato “beccato” dal pm Frustaci al tavolino del bar con l’imputato Mario Artusa. Nardone ha parlato di leggerezza. «Avrei dovuto evitare di interloquire con chicchessia». Il perito ha affermato di essere stato avvicinato da una persona che non conosceva. «Sono stato fermato dal pm che mi ha informato su chi fosse colui con cui avevo parlato. E’ stata una leggerezza ma non mi sono alzato di scatto e non sono fuggito e questo i video possono testimoniarlo. Ho scoperto il nome di Artusa dal pm».
Ma il sostituto procuratore Antonio De Bernardo, nel corso del proprio intervento, ha parlato di «discrasie tra quanto relazionato da un ufficiale della polizia giudiziaria e dal pm Frustaci e quanto riferito dal perito».
«Siamo costretti a chiedere la sospensione dei due periti», afferma alla fine il pm De Bernardo. Dopo qualche minuto arriva la richiesta di essere rimossi prima da Vercillo e poi da Nardone. Il collegio si è riservato di decidere su tutte le richieste. (a.truzzolillo@corrierecal.it)

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