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Basso Profilo, la Cassazione rigetta il ricorso: Glenda Giglio resta ai domiciliari

Intonso (compresa l’aggravante di avere favorito la ‘ndrangheta) il quadro accusatorio nei confronti dell’indagata

Pubblicato il: 06/07/2021 – 18:45
di Alessia Truzzolillo
Basso Profilo, la Cassazione rigetta il ricorso: Glenda Giglio resta ai domiciliari

ROMA Resta ai domiciliari Glenda Giglio, 40 anni, ex presidente dei giovani industriali di Crotone. La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso presentato dalle difese dell’imprenditrice – gli avvocati Salvatore Staiano e Antonio Lomonaco – accusata dalla Dda di Catanzaro, nell’ambito dell’inchiesta “Basso Profilo” incentrata sui legami tra le cosche crotonesi e imprenditori e politici del Catanzarese. Giglio si trova ai domiciliari con l’accusa di concorso esterno in associazione per delinquere semplice aggravata dal metodo mafioso e varie ipotesi di trasferimento fraudolento di valori aggravate dal metodo mafioso. Resta, dunque, intonso (compresa l’aggravante di avere favorito la ‘ndrangheta) il quadro accusatorio nei confronti dell’indagata. Secondo l’accusa – rappresentata in aula dai pm Paolo Sirleo e Veronica Calcagno – la Giglio si sarebbe messa «a completa disposizione» del principale indagato, Antonio Gallo, considerato il «riferimento operativo», nella sua qualità di imprenditore, delle organizzazioni ‘ndranghetistiche insistenti nell’area geografica di Sellia Marina, Catanzaro, Botricello, Mesoraca, Roccabernarda, Cutro e Cirò Marina. Glenda Giglio è accusata di essere partecipe dell’associazione per delinquere, aggravata dal metodo mafioso, attraverso l’azienda famiglia denominata “Istituto di vigilanza”.

«Contributo fattivo e consapevole»

Secondo l’accusa Gallo la rendeva edotta di ogni questione riguardante l’operatività dell’associazione finalizzata al trasferimento fraudolento di valori, riciclaggio, impiego di denaro, beni o utilità di provenienza illecita ed emissione di fatture o altri documenti per operazioni inesistenti. All’associazione la Giglio avrebbe fornito un «contributo fattivo e consapevole» mettendo, per esempio, a disposizione apparecchiature antibonifica o aiutando Gallo a portare denaro contanti eludendo i controlli nei varchi aeroportuali dove operava l’azienda di vigilanza. Inoltre l’imprenditrice sarebbe intervenuta con il notaio Rocco Guglielmo affinché rogasse, senza sollevare obiezioni, gli atti relativi a passaggi di società a cittadini albanesi prestanome, nonché la costituzione di nuove società in favore dei medesimi soggetti. (a.truzzolillo@corrierecal.it)

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