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Caos Sacal, Cgil scrive a Spirlì: «Grave che a pagare siano sempre i lavoratori»

La segreteria del sindacato è intervenuta sulla crisi “strutturale” della società e sui rischi occupazionali. Chiesto un incontro

Pubblicato il: 06/07/2021 – 12:06
Caos Sacal, Cgil scrive a Spirlì: «Grave che a pagare siano sempre i lavoratori»

Risale a qualche giorno fa la notizia della ricapitalizzazione di 10 milioni della Regione Calabria, per assicurare il futuro occupazionale dei lavoratori di Sacal, la società che gestisce i tre aeroporti calabresi. Una soluzione “momentanea” dal momento che la crisi annunciata dall’azienda pare sia ben più grave. Per queste ragioni, la Segreteria Filt-Cgil Calabria ha deciso di inviare una lettera al presidente facente funzioni della Regione Calabria, Nino Spirlì:

«Illustre Presidente, abbiamo seguito l’evolversi della situazione in Sacal con la decisione di procedere a un aumento del capitale sociale di 10 milioni di euro e l’impegno della Regione Calabria ad acquisire le quote per evitare che una importante azienda di trasporto collettivo fosse a maggioranza privata. E così come abbiamo espresso in passato critiche alla Regione sul versante delle politiche sui trasporti e sulla mobilità, questa volta esprimiamo pubblicamente sostegno alla Sua scelta. Ma, appunto perché la Regione ha assunto questa decisione che ha aiutato la Sacal ad affrontare le difficoltà aziendali sulla crisi di liquidità comunicata al sindacato nelle ultime settimane, è inaccettabile che l’azienda adesso cominci a parlare di crisi strutturale (fino a pochi giorni addietro negata) e quindi di ulteriori sacrifici che, guarda caso, devono assumersi i lavoratori che fino ad oggi hanno dovuto sopportare la cassa integrazione, attuata per oltre un anno e mezzo, il cui pagamento peraltro è fermo a marzo, il part-time (che adesso si vorrebbe passare a full time solo fino al 31 ottobre!), la disoccupazione dei lavoratori stagionali, condizioni queste che rendono insicura, oltre che instabile, la condizione del lavoro. Riteniamo grave ed inaccettabile un atteggiamento teso solo a colpire i diritti delle persone che lavorano o che vorrebbero lavorare. A cominciare dal fatto che ancora non è stata neppure comunicata la data dello stipendio arretrato di giugno e relativa quattordicesima e se lo stipendio di luglio sarà corrisposto regolarmente. Come Cgil abbiamo chiaramente chiesto che per fronteggiare l’aumento di operatività dello scalo di Lamezia, anche in vista della prossima stagione estiva, fossero garantiti turni di lavoro umani e non massacranti, e quindi insicuri, come quelli a cui sono sottoposti adesso i lavoratori della GH che hanno tutto il diritto di lavorare full time e non solo fino al prossimo mese di ottobre. Allo stesso modo, abbiamo chiesto che fossero almeno 50 i lavoratori, tra operai e impiegati stagionali, da assumere almeno al 75%. Il limite minimo del 75% deriva da alcune logiche considerazioni: la prima è relativa a turni di lavoro razionali anche nell’interesse dell’azienda, la seconda riguarda la possibilità di un salario dignitoso, il terzo, meno evidente ma fondamentale per questa tipologia di lavoratori, è relativo alla necessità di una indennità di disoccupazione che alla scadenza della stagionalità sia in grado di garantire seppure minimamente la possibilità di sopravvivenza, oltre ai riflessi di natura pensionistica. Con il lavoro al 50% nessuna di queste condizioni può verificarsi, lasciando queste persone nella condizione di essere non lavoratori con diritti ma ricattabili e umiliati. Siamo allo sfruttamento vero e proprio! E per restare in tema facciamo una domanda: ma il diritto alle ferie sarà garantito, o anche questo istituto contrattuale sarà unilateralmente abrogato? Illustre Presidente, non è stata accettata neppure la nostra proposta di mediazione di riconvocare entro 7 giorni una analoga riunione per fare qualche passo in avanti nella trattativa. Inoltre, l’azienda, che non ha voluto convocare una riunione sulla Sacal S.p.A., ha tenuto però a precisare che manterrà la cassa integrazione. E allora si pone un problema serio che adesso deve essere valutato anche dalla Regione e dai Soci: una crisi che prima era solo di liquidità e che oggi pare tramutarsi in una crisi più strutturale (se così non fosse non si capirebbe lo sfruttamento di chi lavora!) deve essere pagata solo dai lavoratori? Con l’azienda abbiamo difficoltà a discutere, l’unico interlocutore affidabile, anche se a volte in disaccordo con le organizzazioni sindacali resta il Direttore Generale. Chiediamo che non venga calpestata la dignità dei lavoratori che hanno uguali diritti degli altri. Non di più, ma assolutamente neanche di meno. Per questi motivi, Le ribadiamo la richiesta di incontro. E chiediamo anche a tutte le forze che hanno a cuore la dignità del lavoro di intraprendere assieme a noi una battaglia di civiltà per l’aeroporto di Lamezia e per il diritto al lavoro».

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