LAMEZIA TERME Un progetto rimasto chiuso in un cassetto per anni, sommerso da speranze disattese, burocrazia e immobilismo. A Lamezia Terme non nascerà mai la “Casa della musica – Lamezia Enjoy”, nonostante le promesse di un finanziamento da 600mila euro già approvato da tempo. Nella città della Piana, affossata da amministrazioni sospese, sciolte, e terne commissariali di passaggio, la realizzazione di un progetto ambizioso rappresenta a prescindere un’utopia. E in questo caso, a mettere la pietra tombale, è stata (anche) la giustizia.
Quello ideato per la “Casa della musica” era un progetto ambizioso e visionario ma che non ha mai visto la luce, né con Speranza, né con Mascaro e neanche con la terna commissariale. L’idea era quella di creare una sala prove e la realizzazione di un laboratorio musicale e di videoproduzione, indirizzato ai ragazzi ed alle ragazze dai 14 ai 25 anni per una spesa complessiva di 600mila euro. Il centro doveva essere realizzato però in un bene confiscato, una villa in via Marconi, che nel frattempo è stato restituito ai proprietari.
Già perché a luglio 2020 è stata revocata la confisca dell’immobile all’interno del quale sarebbe dovuta nascere proprio la “Casa della musica”. Una lunga battaglia legale iniziata nel 2009, dopo la pronuncia della Cassazione in merito alla confisca del bene avvenuta a dicembre del 2006. All’epoca la villa era stata acquisita al patrimonio dello Stato e amministrata dall’Agenzia nazionale dei beni confiscati che sua volta l’aveva assegnata al Comune di Lamezia Terme. I coniugi Francesco Giampà e Giovanna Monteleone, però, hanno continuato la loro battaglia legale fino alla revoca della confisca. E per il progetto “Casa della musica – Lamezia Enjoy” sono venute meno ovviamente le condizioni originarie che ne hanno consentito l’ammissione al finanziamento da 600mila euro, per effetto della revoca della confisca che, di fatto, ha cancellato tutte le condizioni per proseguire nella convenzione, così come pubblicato nel bollettino ufficiale della Regione Calabria dell’1 luglio 2021.
Un episodio più unico che raro, certo, ma la gestione del progetto e la sua effettiva realizzazione sono stati davvero troppo lunghi. Risale addirittura al 2014 la prima partecipazione del Comune di Lamezia all’avviso pubblico per la realizzazione dei Contratti locali di sicurezza nell’ambito del PISR, previsto dal POR Calabria FESR 2007-2013. In quell’ambito l’Ente, guidato dall’amministrazione Gianni Speranza, aveva presentato cinque progetti tra i quali la riqualificazione o allestimento dell’edificio nel parco “Peppino Impastato”; la riqualificazione del Parco “Felice Mastroianni”; la realizzazione o adattamento di immobili confiscati alla criminalità organizzata “Turismo Sociale a Ginepri”. E poi la realizzazione di un luogo di aggregazione sociale ed interculturale attraverso il progetto “Spazio Aperto Giovani 2.0” e il progetto “Casa della musica Lamezia Enjoy”, entrambi da realizzare in due beni confiscati alla criminalità organizzata.
Un iter però lungo e faticoso. Lungaggini burocratiche simili a sabbie mobili che hanno finito per inghiottire i sogni e le speranze, con appresso i finanziamenti. A marzo 2017 alla “E3 Società Cooperativa Startup Innovativa” era stato affidato l’incarico per il “servizio di indagine geologica, geotecnica e sismica”. Ad agosto, poi, la giunta Mascaro aveva approvato il progetto preliminare di fattibilità tecnico-economica mentre i sevizi tecnici e professionali relativi alla progettazione preliminare sono stati affidati solo a marzo 2018. Bisognerà attendere addirittura un anno (maggio 2019) per l’approvazione del progetto preliminare, fino alla cancellazione definitiva. Una storia singolare, certo, ma anche un sogno tramontato ancor prima di nascere. Un’occasione persa per la città lametina che proprio nella connessione del proprio tessuto sociale esprime i peggiori fallimenti della politica locale. (redazione@corrierecal.it)
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