PRATO Prevista per domani, 7 luglio, la prima dello spettacolo “Riace Social Blues” Festival delle Colline, storica rassegna della provincia di Prato. Per l’occasione, come riporta Globalist, Mimmo Lucano torna a parlare del processo che lo vede imputato insieme ad altre 26 persone e che in questo periodo sta vedendo avvicendarsi gli interventi degli avvocati difensori dopo le richieste di condanna avanzate dall’accusa. Andrea Daqua e Giuliano Pisapia, legali dell’ex sindaco di Riace faranno la loro arringa a settembre. Nel frattempo, Lucano rimarca: «Non voglio nessun alibi, affronto tutto a testa alta. Rifarei esattamente le stesse cose, ho la coscienza pulita. Ho la dignità e l’orgoglio di aver speso un impegno politico per il rispetto dei dritti umani e delle persone che sono arrivate a Riace, ho dato il mio contributo con grande orgoglio».
Lo spettacolo che andrà in scena domani sera nella cornice di Villa Il Cerretino di Poggio a Caiano h al centro al storia del “modello Riace”. Il protagonista la racconterà attraverso un dialogo con il giornalista e scrittore Enrico Fierro ed un monologo-orazione di Cosimo Damiano Damato, con le incursioni musicali afro/blues del griot Baba Sissoko accompagnato dalla sua band e Djana Sissoko. In scena anche la danzatrice Lucia Scarabino. Una storia che non ha avuto l’epilogo che tutti si aspettavano: «Sono stato accusato di aver fatto una carta di identità a un bimbo di quattro mesi – aggiunge Lucano – mi accusano di falso in atto pubblico perché il bambino non aveva il permesso di soggiorno e gli serviva perché doveva richiedere la tessera sanitaria per problemi di salute. Penso che garantire il diritto alla salute a bambino sia un diritto umano. Ho imparato che “legalità” è una parola vuota di significato, è un qualcosa legato al momento politico e ho imparato che alcune volte i diritti umani e la legalità vanno in direzione contrapposte».
Lucano ha deciso di tornare in campo per le regionali. Lo farà al fianco del sindaco di Napoli, Luigi de Magistris a capo della lista “Un’altra Calabria è possibile”. Questo perché «la politica, come abbiamo dimostrato a Riace, può essere uno strumento decisivo per contribuire a migliorare la società e a migliorare il mondo. Penso che se perdiamo questa speranza è inevitabile che l’impegno sociale di tutti venga meno. Penso che potrebbe essere un’occasione straordinaria per dare un contributo e migliorare le vite delle persone soprattutto di quelle che non contano niente. Per dare voce a chi non ha voce, alle persone invisibili».
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