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l’intervista

ESCLUSIVA | Scalfarotto: «Nessuna tolleranza per candidature non trasparenti»

Intervista al sottosegretario all’Interno. Che si sofferma sul tema della “pulizia” delle liste. «Davanti al caos Pd-M5S la candidatura di Magorno è un contributo di serietà»

Pubblicato il: 08/07/2021 – 18:01
di Antonio Cantisani
ESCLUSIVA | Scalfarotto: «Nessuna tolleranza per candidature non trasparenti»

CATANZARO Dallo scenario nazionale, caratterizzato dal dibattito sul Ddl Zan che lo vede protagonista per il suo lungo e concreto impegno contro l’odio e l’omofobia, al contesto più prettamente regionale, con il suo partito, Italia Viva, molto attivo in vista del voto d’autunno: a poche ore da una sua visita istituzionale nella nostra regione il sottosegretario al ministero dell’Interno Ivan Scalfarotto, uno dei leader di Iv, si sofferma con il Corriere della Calabria sui temi di più stringente attualità politica.

Onorevole Scalfarotto, non si può non partire dal dibattito sul Ddl Zan, che vede lei e il suo partito, Italia Viva, direttamente protagonisti, addirittura ago della bilancia degli equilibri politici. Proviamo a tirare un punto e a chiarire definitivamente la vostra posizione.
«La posizione di Italia Viva è molto chiara. Vogliamo approvare il Ddl Zan perché si tratta della preziosa occasione di approvare una legge contro l’odio che aspettiamo da anni e che, passato questo momento, potrebbe non ripresentarsi per anni. Per raggiungere questo risultato noi di Italia Viva siamo aperti e pronti a un dialogo serio con le altre forze politiche per raggiungere una mediazione alta, che non affievolisca le tutele presenti nel testo approvato dalla Camera, sul testo da portare in aula. Devo dire che le proposte del relatore Ostellari, che al momento presentano il problema insormontabile di escludere ogni tutela a favore delle persone trans, rappresentano però una novità sostanziale nelle posizioni della Lega. Fino a oggi avevano sempre chiesto l’abrogazione della Legge Mancino, oggi ne propongono l’estensione anche all’orientamento sessuale. Mi pare un fatto politico non trascurabile che credo, insieme al Pd e al M5S, dovremmo cogliere per aprire finalmente una trattativa seria».

Cosa succederà il 13 luglio, data in cui è stata calendarizzato il Ddl Zan in Senato?
«Se non sarà raggiunto un accordo assisteremo probabilmente allo stesso ostruzionismo paralizzante che caratterizzò il dibattito in Senato sulle Unioni civili nel 2016, con la differenza che questa volta non avremo la fiducia del governo a toglierci le castagne dal fuoco, come accadde all’epoca grazie al coraggio di Matteo Renzi. Sbaglia il collega Zan quando dice che si dovrà andare in aula “incrociando le dita” perché purtroppo le leggi non si approvano con la scaramanzia e i gesti apotropaici, ma con i voti favorevoli dei parlamentari. Otto anni fa eravamo sul punto di approvare una legge contro l’omotransfobia e non ce l’abbiamo fatta, lasciando per tutto questo tempo migliaia di persone esposte alla discriminazione e alla violenza. A me piacerebbe molto poter approvare il testo così com’è ma mi chiedo se possiamo correre il rischio, dato che nemmeno Zan è sicuro dei voti in aula, di non approvare la legge nemmeno questa volta».

Il Pd e il M5S vi accusano di voler favorire sotto sotto il centrodestra…
«Quando gli avversari politici non sanno scendere nel merito delle proposte attaccano con accuse e invocano complotti. Chi fa e ama la politica, è consapevole che anche le grandi leggi di civiltà che abbiamo approvato nel nostro Paese sono state raggiunte grazie a dei compromessi, pensi alla legge sull’interruzione volontaria di gravidanza o alle stesse unioni civili. Amos Oz scrisse che “il contrario di compromesso non è integrità e nemmeno determinazione o devozione. Il contrario di compromesso è fanatismo” anche se poi aggiunse che non esistono purtroppo compromessi felici, che un compromesso felice è una contraddizione».

Nelle prossime ore lei è atteso in Calabria per una serie di incontri istituzionali nella sua veste di sottosegretario all’Interno: una regione alle prese con mille difficoltà, a partire dalla debolezza degli enti locali e dalla pervasività della criminalità organizzata, due fenomeni che sono anche intrecciati: di cosa ha bisogno la Calabria per uscire da una perenne emergenza?
«La criminalità organizzata si contrasta con l’esempio della legalità e con una maggiore presenza dello Stato nei territori colpiti dai fenomeni corruttivi. Questo è il senso della mia presenza in Calabria, dopo essere stato a Corleone e a Ercolano: far sentire alla società civile che lo Stato non cede ai ricatti della criminalità ma è dalla parte dei cittadini laboriosi e onesti, che sono la stragrande maggioranza delle persone. Occorre quindi aiutare gli enti locali tramite un’azione coerente e condivisa con le autorità centrali. In tal senso, bisogna anche sollecitare e responsabilizzare le forze politiche sul territorio per rivolgere una maggiore attenzione a quelle zone d’ombra che prosperano ai confini della legalità. Lo Stato deve dare risalto alle concrete misure di risanamento e di intervento dei commissari straordinari, consentire una maggiore trasparenza e conoscibilità rispetto agli episodi corruttivi in modo da creare le basi per una cultura della legalità. La legalità deve abbracciare ogni settore e riguardare tutti i cittadini, oltre che gli amministratori locali e i politici».

In Calabria, tra l’altro, si vota in autunno per le Regionali: Italia Viva ha deciso di correre in autonomia con un suo candidato presidente, il senatore Ernesto Magorno. C’è chi vi accusa di voler fare solo di un’azione velleitaria e di disturbo… Ci sono ancora margini per riallacciare un dialogo con il resto del centrosinistra per le Regionali in Calabria?
«Ernesto Magorno è l’esempio virtuoso di un civil servant dedito alla legalità, alla sicurezza, e all’impegno civile. Italia Viva punta da sempre su candidati competenti, seri, con alle spalle un bagaglio di esperienze. Come sindaco di una importante città calabrese, Magorno inoltre conosce bene le dinamiche locali, quelle sociali e quelle economiche. La sua candidatura nasce dal territorio, non da ricatti politici. E in ogni caso, Italia Viva è sempre pronta al confronto: ma davanti alla confusione che regna sovrana nel centrosinistra e con l’alleanza strutturale tra Pd e M5S che noi continuiamo a considerare un errore, ci pare che una candidatura autorevole come quella di Ernesto sia un contributo di concretezza e serietà che mettiamo a disposizione della Regione e della comunità calabrese».

Un tema prioritario in vista della campagna elettorale in Calabria è quello della pulizia delle liste, di come mettere in campo candidati al di sopra e al di fuori di ogni sospetto: Italia Viva cosa farà? E cosa pensa della proposta di Fratelli d’Italia di anticipare i controlli della Commissione antimafia sui cosiddetti “impresentabili” prima della presentazione delle liste?
«Qualsiasi strumento che possa concretamente contribuire a un esercizio di ricambio e di pulizia delle classi dirigenti è per noi sempre il benvenuto: se la Commissione Antimafia sarà materialmente in grado di anticipare i tempi, ben venga. Italia Viva in Calabria, come in tutte le altre elezioni amministrative regionali, ha sempre tracciato una linea di libertà e di serietà nella individuazione e scelta dei propri candidati: nessuna tolleranza per profili men che trasparenti. Dietro la presentazione delle liste vi è sempre un grandissimo lavoro, non un mero elenco di nomi buttati tanto per riempire spazi. Dietro ogni persona che si candida con Italia Viva c’è una storia personale e l’adesione ad un progetto politico con una forte identità. E tra i nostri valori c’è al primo posto l’impegno per la legalità e per la buona politica».

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