Riceviamo e pubblichiamo la nota stampa inviata da Giancarlo Nicotera, già consigliere comunale di Lamezia Terme:
«Apprendo con sgomento e stupore, da notizie pubblicate sulla stampa, di essere erroneamente indicato quale debitore di una cifra stratosferica e lunare dell’importo di Euro 16.645.25 (32.229.601,40 di vecchie lire) per un’annualità di Tari (Tassa sui rifiuti) non pagata. Non avendo, mio malgrado, la disponibilità di castelli o catene di alberghi sottolineo, senza se e senza ma, che tutto ciò non è assolutamente corrispondente al vero.
Non dovendo neanche un centesimo di Tari, ritengo che l’indicazione di tale enorme ed astronomica cifra sarà dovuta, vista l’assoluta, icastica e solare erroneità della stessa, ad un mero refuso di stampa al momento dell’emissione dell’atto di indagine.
Si adduce che esisterebbe, invece, un debito di altra natura per un importo di circa 400 euro, risalente a quasi dieci anni fa, oggetto di rottamazione e definizione agevolata, richiesto pare ad altra persona deceduta che mi verrebbe addebitato.
Rottamazione delle cartelle prevista dalla legge che ne differisce ogni esigibilità, come statuito da totalizzante Giurisprudenza (tra gli altri Consiglio di Stato, in Adunanza Plenaria, 5 giugno 2013, n. 15; Suprema Corte di Cassazione, Sezione Penale, Sentenza n. 36821 del 5 settembre 2016; Tar Lombardia, Brescia, Sezione II, sentenza 10 dicembre 2012, n. 1924).
Specifico pure che anche questo debito è stato corrisposto già 9 anni fa, per cui l’importo oggetto della rottamazione non è neanche dovuto. Ovviamente, proprio per quell’amore indissolubile che nutro per la Giustizia e per la stima ed il rispetto che porto per chi la persegue, ripongo piena ed immutata fiducia nel lavoro degli inquirenti e della Magistratura che, anche alla luce di quanto sarà ulteriormente sottoposto alla loro attenzione, sapranno meglio valutare ed approfondire la realtà appurando la verità e, come sempre, il mio rispetto assoluto per la Legge».
Pubblichiamo, come richiesto, questa nota in riferimento ad un “diritto di replica” che scaturisce però da una notizia che ha ad oggetto un atto della Procura di Lamezia Terme, che il “Corriere della Calabria” ha pubblicato, esercitando il “diritto di cronaca”. I chiarimenti (perché di questo e non di repliche si tratta) vanno indirizzati agli uffici giudiziari che hanno ipotizzato i reati di cui all’avviso.
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