LAMEZIA TERME «Ho letto quest’oggi vari spazi dedicati dalla stampa locale alla vicenda dei presunti debiti di alcuni consiglieri comunali nei riguardi del Comune di Lamezia Terme, debiti che secondo un aspirante consigliere e il suo legale sussistevano al momento dell’insediamento del nuovo Consiglio Comunale e costituivano motivo di incompatibilità, tanto da sporgere denuncia per falsa autodichiarazione di compatibilità». Lo scrive in una nota Ruggero Pegna, consigliere comunale al momento sospeso insieme a tutta l’amministrazione di Paolo Mascaro, in seguito alle contestazioni sui risultati elettorali in quattro sezioni.
«Ricordando che tutto è partito dal disperato tentativo di tale candidato non eletto di entrare a tutti i costi in Consiglio comunale, potendolo fare solo al mio posto, sottolineo che questo accertamento è normale conseguenza della denuncia iniziale, rispetto alla quale ho già ottenuto ogni soddisfazione in sede civile. Preciso nuovamente, pertanto, che non c’è stata alcuna falsa dichiarazione, ma semplicemente la contestazione di un presunto debito in realtà inesistente, basato su dati catastali imprecisi, del quale io stesso avevo trasmesso i conteggi dell’Ufficio tributi alla Segreteria Comunale prima dell’insediamento. Debito di circa tremila euro pagato in via provvisoria, per il quale il mio legale avvocato Tiziano Lio ha subito avviato un giudizio al fine di sentire dichiarato che, appunto, le somme non erano dovute, con riserva di recuperarle essendo state indebitamente pagate. Pertanto, non sussisteva e non sussiste alcuna causa di incompatibilità, come già sentenziato dal Tribunale a mio favore e, conseguentemente, non esiste alcun possibile reato di falso a mio carico. Concludo esprimendo solidarietà agli altri consiglieri coinvolti per presunti debiti verso il Comune, peraltro di importi ridicoli, certo che anche loro dimostreranno l’insussistenza di ogni accusa».
Pubblichiamo, come richiesto, questa nota in riferimento ad un “diritto di replica” che scaturisce però da una notizia che ha ad oggetto un atto della Procura di Lamezia Terme, che il “Corriere della Calabria” ha pubblicato, esercitando il “diritto di cronaca”. I chiarimenti (perché di questo e non di repliche si tratta) vanno indirizzati agli uffici giudiziari che hanno ipotizzato i reati di cui all’avviso.
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