REGGIO CALABRIA Dieci condanne e 15 assoluzioni. Si è concluso in appello il processo “Banco Nuovo- Cumps” per gli imputati che avevano scelto il rito abbreviato.
La sentenza è stata emessa dal giudice Olga Tarzia, presidente della seconda sezione penale della Corte d’Appello, che al termine della camera di consiglio ha ridimensionato le 25 condanne emesse in primo grado dal gup.
Il processo è nato da un’indagine della squadra mobile di Reggio Calabria sulle diverse cosche di Africo, Bruzzano Zeffirio e Brancaleone dove, stando a quanto emerso, c’era il cosiddetto “Banco nuovo”, ovvero una nuova locale di ‘ndrangheta caratterizzata dalla spiccata tendenza dei presunti affiliati a controllare i lavori e le opere pubbliche del Comune.
Le accuse per gli imputati andavano dall’associazione mafiosa alla tentata estorsione passando per reati di armi e detenzione di droga. Tra gli assolti ci sono tre imputati, Alessio e Nicola Falcomatà e Giuseppe Morabito, che in primo grado erano stati
condannati a 20 anni di carcere. Sono cadute le accuse anche nei confronti di Paolo Benavoli, Giuseppe Forgione, Giuseppe Gallo, Salvatore Ielo, Fortunato Legato, Pasquale Lombardo, Bartolo Morabito, Filippo Palamara, Saverio Palumbo, Francesco Patea, Antonio Piccolo e Antonino Vadalà.
Agli imputati giudicati colpevoli, inoltre, è stata ridimensionata la pena rispetto al processo di primo grado. Sono stati condannati, infatti, Massimo Emiliano Ferraro (10 anni di carcere), Cosimo Forgione (6 anni), Daniele Manti (4 anni), Natale Morabito (10 anni), Pasquale Morabito (10 anni), Giuseppe Palamara (9 anni), Salvatore Palamara (7 anni e 4 mesi), Antonino Zappia (6 anni), Benedetto Zappia cl. 1972 (9 anni) e
Benedetto Zappia cl. 1978 (6 anni).
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