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Funerali della Carrà. «È un addio che pesa»

Commozione alle esequie della showgirl. Il ricordo di padre Castaldi alla cerimonia celebrata a Santa Maria in Ara Coeli

Pubblicato il: 09/07/2021 – 15:44
Funerali della Carrà. «È un addio che pesa»

ROMA Oggi è stato il giorno dell’ultimo saluto alla Raffa nazionale. A dare l’addio alla regina della televisione italiana, scomparsa il 5 luglio scroso, c’era una folla di persone che si è radunata davanti la Basilica di Santa Maria in Ara Coeli, dove attorno a mezzogiorno si sono svolti i finerali di Raffaella Carrà.
Ad attendere il feretro ai piedi della scalinata della chiesa in Campidoglio, il fedele compagno di sempre Sergio Japino. C’era anche il sindaco di Roma Virginia Raggi, ma c’era soprattutto il “suo” pubblico che non ha voluto mancare all’ultimo appuntamento con la diva della tv italiana. Il feretro è arrivato puntuale e, come desiderava l’artista, non era contornato né da fiori né da orpelli ma una semplice bara di legno grezzo.
L’arrivo del feretro, trasmesso su un maxi schermo in Campidoglio, è stato accolto dagli applausi della piazza.

La cerimonia

All’ingresso in chiesa la bara della Carrà è stata posta ai piedi dell’altare e Simone Castaldi, 48 anni, frate della basilica di Santa Maria in Ara Coeli ha celebrato il funerale assieme a quattro colleghi cappuccini di San Giovanni Rotondo, a cui la Carrà e anche Japino, devoti a Padre Pio, erano legati da un rapporto di amicizia. «Devo fare un annuncio: Raffaella è tornata spesso a San Giovanni Rotondo anche in forma privata, ed era suo desiderio tornarci», ha detto il frate ad inizio della cerimonia. «L’urna di Raffaella – ha aggiunto – dunque, tornerà a San Giovanni Rotondo, e farà tappa lì prima di andare verso il Monte Argentario».
«Quello di oggi – ha sottolineanto nel corso dell’omelia il frate – è un addio che pesa, spesso il dolore ci attanaglia e spesso per difenderci un modo è la retorica. Ma io credo che da questo ci salverà proprio Raffaella, che nella sua vita è stata tanto ma sicuramente non retorica». Frate Simone ha poi aggiunto: «Mi sto domandando se gli artisti sappiano quanto bene fanno alle vite che toccano. Io credo che lei lo sapesse, ma qualsiasi dubbio in questi giorni è stato fugato. «Il bene che ha seminato – ha detto ancora il padre – è un bene senza colore e senza bandiere». Il frate ha poi rivolto un «ringraziamento a Dio per tutto il bene che ci ha dato», auspicando che la cerimonia possa costituire «una restituzione di un po’ di quel bene e di quella felicità che Raffaella ha dato».
Raffaella Carrà ha sostenuto nel corso dell’omelia il padre dei cappuccini di San Giovanni Rotondo era una donna straordinaria che ha saputo conquistare il cuore di milioni di persone. Certamente molto altro rispetto ai lustrini, paillettes», Raffaella «è stata molto di più di quello che si è visto e sentito di lei».
«Sergio (Japino, ndr) ha sottolineato la sua umanità. L’umanità è quanto fa la differenza in questo mondo – ha aggiunto il frate -. Ciò che tocca il cuore dell’uomo è la capacità di arrivare a chi ci sta di fronte, di toccare il cuore dell’altro». L’umanità «è ciò che rende le nostre esistenze su questa terra più belle e più ricche”, ha detto ancora il frate cappuccino.«E’ la barca su cui sceglie di salire il figlio di Dio nella sua incarnazione». «Raffaella, vai in pace e goditi il meritato riposo nella fiesta del cielo». Così poi ha concluso l’omelia il frate che ha aggiunto: Raffaella credo ci lasci questo insegnamento, questo esempio», ha aggiunto il cappuccino, «la consapevolezza che con il suo talento artistico poteva dare molto ad ogni persona, e che ogni persona è preziosa e meritevole di attenzione e di rispetto umano».
Qualcuno in questi giorni «ha sottolineato il suo atteggiamento inclusivo – ha sottolineato – Tutti coloro che entravano in contatto con lei si sentivano compresi e accettati, mai un giudizio sprezzante ma solo un sorriso accogliente che raggiungeva l’altro, solo una carezza sincera».
Il frate ha poi ricordato la devozione dell’artista a Padre Pio. «Quasi 20 anni fa, quando la Provvidenza ti portò a San Giovanni Rotondo, dicesti “io mi sto innamorando di Padre Pio” – ha detto sull’altare -. Oggi mi piace immaginare che sia lui a riservarti una sorpresa favorendo il ricongiungimento con i tuoi cari, in particolare con la tua mamma, e con tuo fratello che le tue preghiere non riuscirono a strappare da una prematura morte”. E ancora: «La dignità e il silenzio con cui hai voluto congedarti da noi ci conferma il sentimento di grande affetto, di stima e di gratitudine che oggi vogliamo manifestarti».
Al termine della cerimonia e all’uscita dalla chiesa il feretro è stato portato a spalla dopo un brevissimo momento di silenzio e di preghiera, è stato accolto da un boato prolungato di applausi dalla gente accorsa in piazza del Campidoglio.

Raggi: «Raffaella ha unito il Paese»

«Grazie Raffaella. Semplici parole uniscono tutti noi che siamo qui in chiesa, quelle che sono in piazza Campidoglio e nelle case e vogliono salutare una persona che fa parte della nostra vita. Oggi l’Italia si ferma per rendere onore a una grande donna che è stata un’icona del nostro paese, e non solo all’interno dei confini nazionali». Così la sindaca di Roma Virginia Raggi ha reso omaggio a Raffaella Carrà nel corso della cerimonia funebre per l’artista. «Raffaella ha accompagnato tante trasformazioni del nostro paese, conquiste sociali e culturali – ha detto la Raggi – ed è riuscita ad entrare nella vita di ciascuno di noi. Era un’artista poliedrica, cantante, autrice, presentatrice, ballerina, e chissà quanti di noi hanno cantato segretamente e non solo le sue canzoni, o provato a imitarla nei suoi balli, e si sono emozionati», ha aggiunto la sindaca. Che ha ricordato alcuni dei programmi cult della soubrette: «Molto prima di internet faceva rincontrare persone che si erano dovute separare – ha aggiunto la Raggi – Era una persona che riusciva a parlare a tutti come solo i grandi sanno fare».
Per la Raggi, la Carrà era «un’icona anche pop e raggiungeva tutti con rispetto e dignità», riuscendo a raccontare «le storie più leggere e quelle più drammatiche». Ma quello che la rendeva davvero speciale, ha sottolineato la sindaca, era un “ingrediente segreto, un grande carisma. La capacità di trascinare e travolgere con grande carica e simpatia tutti coloro che lavoravano con lei».
Per concludere, la Raggi ha osservato: «Tutti possono concordare su un aggettivo che la descrive: indimenticabile». Infine, un cenno al legame dell’artista con Roma: «Roma era diventata la sua città e Roma non la dimenticherà. Ciao Raffaella ti vogliamo bene», ha concluso la Raggi visibilmente commossa.

Fazio: «Ti mando il mio abbraccio»

«Ti mando il mio abbraccio». Così Fabio Fazio che non vive a Roma manda il suo abbraccio virtuale attraversoInstagram all’amica Raffaella Carrà nel giorno dei suoi funerali, postando una foto recente a colori e una di tanti anni fa in bianco e nero che li ritrae insieme abbracciati e sorridenti.

Carlucci: «Avrei voluto ballasse per me almeno una notte»

«Raffaella ballava e cantava, ed era fantastica ma poi ha fatto anche il direttore artistico, facendo un lavoro che era per gli uomini. Avrei voluto avesse ballato per me almeno una notte». Così Milly Carlucci, all’uscita della cerimonia funebre per Raffaella Carrà. «Dobbiamo ricordarla col sorriso», ha concluso Milly.

Greco: «Era innamorata della meritocrazia»

«Sono stato scoperto da Raffaella, ho fatto un format, “Furore”, che mi hanno affidato lei e Japino, andando controcorrente, hanno voluto per forza me. Raffaella era innamorata della meritocrazia. L’ho sempre chiamata ‘mammina’, e per lei ero il suo figlioccio». Lo ha detto il conduttore Alessandro Greco all’uscita del rito funebre celebrato in Campidoglio per Raffaella Carrà.

Leone: «Faremo una Fiction su Raffaella»

«In un prossimo futuro i produttori cercheranno di raccontare in una serie la grande storia professionale e umana di Raffaella. Credo che presto ce lo chiederanno anche dalla Spagna e dall’Argentina, dove è amatissima». Lo dice al Messaggero Giancarlo Leone, dal summit dei produttori di Matera. «Sarebbe interessante riflettere sul ruolo che ha avuto – aggiunge l’ex dirigente Rai e presidente di Apa (Associazione italiana dei produttori di audiovisivo) – raccontando la storia della tv italiana attraverso la sua vita».
«Nella sua carriera individuale – prosegue Leone – tre grandi periodi. Il primo è quello della scoperta: gli anni Settanta, da quando affianca Mina nel varietà “Mille luci” fino alle edizioni di “Canzonissima”. Poi gli Ottanta con ‘Fantastico’, ‘Pronto, Raffaella?’ e ‘Domenica In’, quando si accende la sua stella. Infine i Novanta, anni in cui è così intelligente da reinventarsi con “Carramba”. Maria De Filippi le deve molto: l’emotainment (l’intrattenimento delle emozioni, ndr) lo ha fatto per primo Carrà».
Secondo il produttore, la serie potrebbe concentrarsi «tra gli anni Settanta e Ottanta, ovvero i decenni con i suoi programmi di maggiore successo. Un periodo importante per la tv italiana, che si consolida proprio allora: una tv convenzionale ma libera, con programmi che arrivano a toccare anche temi come il sesso e le differenze di genere. Fu Raffaella a rompere gli schemi, imponendo nuovi modelli. Mi meraviglierei se la Rai non fosse coinvolta. Magari in coproduzione con altri Paesi. Non subito, però. Adesso è il tempo del lutto e del ragionamento».
Con la Carrà «ci conoscevamo bene – racconta Leone – ma abbiamo lavorato insieme solo una volta, nel 2015, con “Forte Forte Forte”. Otto puntate, regia di Sergio Japino. Tentammo di fare un talent alla “The voice of Italy”, ritagliandolo su di lei. Non andò benissimo. Era un raro caso di conduttrice e autrice, con una completezza di esecuzione, una freschezza e un’originalità unica. Impose con orgoglio la professionalità delle donne in tv: prima di lei ci era riuscita solo Delia Scala, negli anni Sessanta. Fu una grandissima, della stessa caratura di Pippo Baudo, Walter Chiari e Corrado».
«Il vero problema è chi potrebbe interpretarla – sottolinea – Certamente, anche nel caso di una coproduzione, dovrebbe essere un’italiana. Ma in questo momento non mi viene in mente nessuno che possa credibilmente incarnarla da giovane».
«Intanto – conclude – sarebbe bello se la Rai approfittasse del periodo estivo per dedicare il giorno, o la seconda serata, un’ampia selezione dei programmi di Raffaella presenti nelle Teche. Non per farne un montaggio, ma per trasmettere le puntate intere. Sarebbe un bellissimo modo per ricordarla, ma anche per aprire la strada al progetto seriale. Per far conoscere ai più giovani quanto la tv di allora fosse avanti. Spesso più di quella di oggi».

Parisi: «Promisi di mantenere “nostro”ciò che è stato “nostro»

«E’ contro la mia natura “to mourn” pubblicamente … Non l’ho mai fatto, neppure quando sono mancati gli affetti di famiglia. Credo faccia parte della mentalità di noi americani, che siamo molto diversi in questo dal carattere Latino». Così Heather Parisi su Instagram risponde, senza fare nomi, ai tanti follower che l’hanno criticata per non aver ricordato Raffaella Carrà. L’ex showgirl, nel giorno dei funerali della Carrà, posta un video che la ritrae malinconica mentre si affaccia da un traghetto ad Hong Kong dove vive col marito e i figli. «In questa occasione – prosegue la Parisi – l’ho fatto per una ragione in più, un patto e una promessa: quella di mantenere “nostro’ ciò che è stato ‘nostro’. E se la gente non capisce?… ce ne faremo una ragione. In silenzio spesso si dice di più che con mille parole».

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