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«Irregolarità che compromettono gli equilibri di bilancio»: ancora “bacchettate” sull’Asp di Catanzaro

La Corte dei Conti evidenzia molte criticità nella gestione finanziaria dell’azienda: «Ingenti» perdite d’esercizio e “nodo” contenzioso

Pubblicato il: 09/07/2021 – 14:41
«Irregolarità che compromettono gli equilibri di bilancio»: ancora “bacchettate” sull’Asp di Catanzaro

CATANZARO «Irregolarità che compromettono gli equilibri di bilancio». La sezione regionale di controllo della Corte dei Conti mette in fila una serie di criticità nella gestione economico-finaziaria dell’Asp di Catanzaro con riferimento agli esercizi 2016-2017-2018 e in parte anche 2019. Una dozzina, le criticità che la magistratura contabile registra in una deliberazione adottata nei giorni scorsi all’esito di un’istruttoria sulle misure adottate dall’azienda sanitaria catanzarese dopo i primi rilievi mossi dalla Corte.

«Misure correttive dell’Asp insufficienti»

Nell’ultima delibera infatti la Corte dei Conti osserva che «l’Asp di Catanzaro ha mostrato di aver condiviso le osservazioni e i rilievi formulati da questa sezione nella delibera 159/2020, ha fornito i richiesti chiarimenti rispetto alla maggioranza dei rilievi (restano inevase le richieste sulla spesa sostenuta per i farmaci innovativi ed i chiarimenti sulle misure adottate per ridurre in futuro i costi di “manutenzione e riparazione”)», tuttavia – aggiunge la magistratura contabile – le misure correttive adottate sinora non sono state sufficienti a superare le irregolarità, le criticità e le violazioni denunciate da questa sezione nel corso degli anni, irregolarità che continuano a permanere, come è emerso dalla documentazione pervenuta alla sezione successivamente alla delibera 159/2020». Si tratta – specifica la Corte dei Conti – «di irregolarità che incidono sulla veridicità e sulla correttezza del bilancio, che rilevano una non corretta valutazione dei flussi economici da parte dell’Azienda e che, pertanto, implicano una sopravvalutazione dell’attivo patrimoniale e/o una sottovalutazione del passivo. Sono irregolarità, dunque, che compromettono, anche in una prospettiva dinamica, gli equilibri di bilancio».

Le «ingenti» perdite d’esercizio e il “nodo” contenzioso

Nel dettaglio, nell’esame delle misure adottate dall’Asp di Catanzaro, la Corte dei Conti in primo luogo certifica la «violazione dell’articolo 31 del dlgs 118/2011 e dell’articolo 31 comma 1 della legge regionale 43/1996 per il ritardo con cui l’Azienda ha approvato i bilanci degli esercizi 2016, 2017, 2018 (tale violazione è stata rilevata anche per il 2019)», quindi «relativamente al 2019, violazione degli obblighi di pubblicazione ex dlgs 33/2013, come attestato dal collegio sindacale; ritardo nella predisposizione del parere al bilancio 2017; ingenti perdite registrate ormai da diversi esercizi, e in particolare nel 2018, pari a – 56.161.334,14 euro, con un aumento, rispetto a quella dell’esercizio precedente, del 173%; sopravvenienze passive (che nel 2018 hanno causato l’incremento della perdita) in violazione del principio di competenza; spesa farmaceutica, negli esercizi 2018 e 2019, non in linea con il dato regionale; irregolare ricorso alle proroghe tecniche concesse; irregolare imputazione, nell’esercizio 2018, di costi contabilizzati nella voce “Manutenzione e riparazione impianti“ anziché nella voce “Utenze”; inadempienze relative alla performance ex dlgs 150/2009 per il 2016, 2018 e 2019». Relativamente all’indebitamento – prosegue la magistratura contabile – si rilevano poi a carico dell’Asp di Catanzaro «l’ingente mole di debiti v/fornitori e importo del debito scaduto e non pagato, ai sensi dell’articolo 1 comma 867 legge 145/2018, con un rapido aumento dal 2018 (56.870.839,96 euro) al 2019 (174.188.220,88 euro); assenza di circolarizzazione dei debiti; critico indebitamento in relazione alle imposte e ai contributi previdenziali; importo dei pagamenti effettuati oltre i termini previsti dal Dpcm 22/9/2014, pari a 201.009.134,00 euro nel 2018 e a 219.833.088,00 euro nel 2019; elevati indicatori annuali di tempestività dei pagamenti (articolo 33 del Dlegs 33/2013 e al Dpcm 22 settembre 2014); ingente contenzioso e correlate spese legali, aumentate dal 2018 (1.203.696,04 euro) al 2019 (2.157.644,81 euro), del 79%; discrasia tra i dati del contenzioso al 31 dicembre 2018 dichiarati dall’Asp e quelli in possesso della Sezione; difficoltà nel recupero dei crediti, in relazione alla dimensione e all’anzianità dei crediti pregressi; assenza del fondo svalutazione crediti nel triennio 2016/2018 e 2019; ingente ammontare dei crediti v/privati, per la gran parte inesigibili e costituiti anche da crediti risalenti ad anni precedenti il 2010; relativamente al 2019, discordanza tra il dato dei “crediti v/privati” comunicato dalla Commissione straordinaria, pari a 30.320.492,83 euro e il dato dichiarato dal Collegio sindacale pari a 73.715.009,60 euro».

Per l’Asp 60 giorni di tempo per rimediare

La delibera della Corte dei Conti si conclude con l’invito all’Asp di Catanzaro di adottare entro giorni le ulteriori «definitive» misure correttive alle criticità evidenziate. In una “postilla” inoltre la Corte dei Conti si sofferma anche sulla vicenda del servizio psichiatrico ospedaliero dell’Azienda ospedaliera Pugliese Ciaccio (transitato alle competenze dell’Azienda sanitaria provinciale per la gestione del personale e ai relativi costi, ma con i ricavi attribuiti all’Ao Pugliese Ciaccio), chiedendo all’Asp di Catanzaro di «trasmettere la relazione richiesta dalla commissione straordinaria al competente ufficio del personale dell’Ao Pugliese Ciaccio, da cui emerga la soluzione definitiva alla problematica che sembrerebbe ancora irrisolta dal 2007 (data del provvedimento 133 del 3 luglio 2007 con cui è stato preso atto del trasferimento con decorrenza 22 maggio 2007)». (c. a.)

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