COSENZA Il 10 settembre del 2020 gli agenti della Squadra mobile della Questura di Cosenza e della locale Sezione di Polizia giudiziaria – aliquota Polizia di Stato -, e del Reparto Prevenzione Crimine “Calabria Settentrionale” avevano eseguito un’ordinanza applicativa di misura cautelare in carcere e quattro misure di arresti domiciliari emesse dal Gip del Tribunale di Cosenza su richiesta della Procura del capoluogo bruzio. In carcere era finito Alfredo Sirufo (oggi ai domiciliari) mentre gli arresti domiciliari erano stati disposti per Candido Perri, Carmine Ariello, Giuseppe Muto e Ilivan T. Cvetanov.
Agli indagati vengono contestate diverse cessioni di sostanze stupefacenti e i reati di estorsione aggravata e violenza privata. Questa mattina, al Tribunale di Cosenza dinanzi al Gup Letizia Benigno si è tenuta l’udienza del processo a carico degli indagati. L’avvocato Gianpiero Calabrese, difensore di Candido Perri ha richiesto il rito abbreviato condizionato all’escussione di un teste. Per quanto riguarda la posizione di Alfredo Sirufo, l’avvocato Ingrosso ha richiesto il rito abbreviato secco, stessa richiesta avanzata anche dai legali degli altri indagati.
Le indagini nascono dagli sviluppi di un’altra attività investigativa che aveva portato all’adozione di otto ordinanze di misure cautelari. Attraverso la captazione dei colloqui in carcere sarebbe emerso che le attività di spaccio proseguivano tramite sodali degli arrestati in stato di libertà. Gli investigatori sono così riusciti a delineare l’esistenza di un presunto gruppo che gestiva la distribuzione di sostanze stupefacenti nella parte bassa del centro storico della città di Cosenza. Nel corso delle indagini si procedeva anche al sequestro di sostanze stupefacenti, appunti vari e un assegno bancario. (f.b.)
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