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La riflessione

«Dal Movimento meridionale a Pedalando volare»

Anche la Calabria ha avuto le sue stagioni autonomistiche e civiche. Cose serie, però. L’autonomia territoriale, sulla scia del Partito Sardo d’Azione (quello originale), fu intravista da due inte…

Pubblicato il: 10/07/2021 – 9:14
di Bruno Gemelli*
«Dal Movimento meridionale a Pedalando volare»

Anche la Calabria ha avuto le sue stagioni autonomistiche e civiche. Cose serie, però. L’autonomia territoriale, sulla scia del Partito Sardo d’Azione (quello originale), fu intravista da due intellettuali calabresi che, negli anni ’70, crearono il “Movimento Meridionale” che aveva come simbolo il sole di Tommaso Campanella. Era esattamente il 1971. I promotori furono gli avvocati Nicola Zitara e Francesco Tassone. Due meridionalisti, diversissimi tra di loro, ma uniti da un’idea di ribellione non fine a sé stessa, ma costruita dal basso e proiettata nella società.
Zitara muoveva da posizioni leniniste. Il suo nome è presente nel Pantheon degli studi meridionalistici. Le biblioteche italiane sono piene dei suoi saggi.
Egli richiamava qualcosa che è esistito veramente: il Regno delle Due Sicilie. Ma non si pensi che egli sia stato un nostalgico borbonico muovendo da una posizione di snobismo intellettuale. È vero: non perdonò mai la repressione del brigantaggio delle province meridionali da parte dell’esercito piemontese che a scopo intimidatorio diede corso a fucilazioni sommarie di contadini, al saccheggio di centinaia di villaggi e alla persecuzione dell’intera classe dei poveri. Ma quello che combatteva, a mani nude, Zitara è stato il colonialismo economico e commerciale dell’imprenditoria nordista nei confronti del Sud.
Il suo libro-faro, rieditato da Città del Sole di Reggio Calabria, è stato “Memorie di quand’ero italiano”, un romanzo storico, un affresco del Novecento calabrese, un’autobiografia, ma anche una saga, un trattato economico, un omaggio al sacrificio del popolo lavoratore.
Francesco Tassone abbandona la magistratura, era presidente del Tribunale di Vibo Valentia, per avere le mani libere. Spiegò ai nostri taccuini: «Io credo che il nostro separatismo deve essere più profondo. Deve entrare in ognuno di noi. Per noi l’italianità come è stata impostata, è stata contemporaneamente la negazione della meridionalità. Negli anni ho maturato la convinzione che questa sia la radice».
Il “Movimento Meridionale” nacque a valle dell’alluvione di Fabrizia. Il centro culturale fu il circolo Salvemini di Vibo Valentia. Ebbe un successo elettorale in tutta la Calabria.
Qualche anno prima, su posizioni questa volta centriste, nacque il Carroccio di Lamezia. Infatti, nel 1968 si unificarono i Comuni di Nicastro, Sambiase e Sant’Eufemia Lamezia. Artefice di quell’intuizione fu il senatore (eletto il 28/4/63) lametino Arturo Perugini che coronò la sua prima proposta del 1963 (che non ebbe seguito perché ancora non c’erano le regioni) con la legge n. 6 del 4 gennaio 1968. Fu sempre Perugini che s’inventò, per sostenere le ragioni della grande Lamezia, la lista civica “Il Carroccio” che lo portò alla guida del comune. Dunque, il senatore calabrese arrivò prima del senatur lombardo.
Qualche anno più tardi, su posizioni di sinistra, nacque a Soverato il movimento civico “Pedalando Volare” che vinse le elezioni comunali. Tra gli artefici di quell’invenzione furono Mimmo Loiero e Giovanni Calabretta che divenne sindaco.
Dunque “Movimento Meridionale”, “Carroccio di Lamezia” e “Pedalando Volare” fecero da battistrada a una stagione di speranza, priva di colonialisti e ascari.
*giornalista

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