CATANZARO Tutti fermi a box. Week end di riflessione ma anche di tormento per il Pd e il Movimento 5 Stelle. La trattativa per le Regionali calabresi è sempre aperta ma non decolla, registrando in queste ore un sostanziale blocco, e il problema non è solo quello del nome del candidato governatore della (possibile) alleanza. I democrat – riferiscono fonti del partito – procedono con i piedi di piombo e provando a stoppare l’impazzare del toto nomi, dopo le rinunce e i rifiuti che hanno riportato la marcia per le elezioni al punto di partenza e hanno indotto – a quanto si dice – la stesso segretario Enrico Letta a invitare tutti a fermarsi, ad assumere un atteggiamento di responsabilità e ragionare. Il risultato di questa “sospensione” è che, a oggi, non c’è alcuna conferma dell’arrivo in Calabria dello stesso Letta nella prossima settimana, arrivo che potrebbe slittare a data da destinarsi, cioè a giorni e tempi migliori, per comprensibili motivi che attengono allo stato di incertezza e al caos che regnano nel Pd e nella coalizione. Come in un giochi di specchi, tra l’altro, si prova a sondare il campo del Movimento 5 Stelle, dal quale non starebbero arrivando però né segnali precisi né segnali confortanti. I pentastellati infatti stanno vivendo una fase di profondo travaglio a livello nazionale a causa del perdurante braccio di ferro per la leadership tra Grillo e Conte, che si riverbera nell’assenza di un capo politico, nelle divisioni interne su praticamente tutti i temi dell’agenda politica (l’ultimo in ordine di tempo è la riforma della giustizia) e nei venti di scissione che continuano a soffiare forte. Con questo campo impraticabile a Roma – ragiona più di un grillino – è praticamente impossibile riuscire a sbrogliare anche il dossier Calabria, che a sua volta innesca dinamiche locali incontrollate. E questo impasse si sarebbe scaricato anche ieri sera su una nuova call dei parlamentari M5S calabresi, che si sarebbe chiusa a notte inoltrata. Una call che avrebbe avuto un taglio e un esito per così dire realistico, nel senso che – secondo quanto filtra da un gruppo di attivisti del Vibonese – ci sarebbe stata una presa di coscienza collettiva del fatto che bisogna aspettare la conclusione della crisi del Movimento a livello nazionale prima di stabilire qualcosa per le Regionali in Calabria.
In questa cornice poi resterebbe ancora intatta la dicotomia tra le due anime del M5S calabrese, da una parte l’ala, ancora maggioritaria, che punta all’alleanza con il Pd e continua a lavorare a una candidatura condivisa con i dem, dall’altra quella più civica, che strizza l’occhio al polo che fa capo a Luigi de Magistris. Ma al momento anche nel M5S non si gioca per impraticabilità di campo. (c. a.)
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