MORANO «Un giorno poi, mentre cammina per boschi e prati con la madre, trova uno strano fiore profumato e colorato. Scopre che è una lavanda endemica del Pollino (i botanici interpellati la battezzeranno come Lavanda pyrenaica; Selene, invece, la chiamerà Lavanda loricanda, in onore al Pino loricato). Francesco Bevilacqua, calabrese “cercatore di luoghi perduti”, descrive sinteticamente il Parco della Lavanda, una delle realtà che nello straordinario contesto ambientale e naturalistico del Parco Nazionale del Pollino, nel comune di Morano Calabro, contribuiscono a colorare la terra con questa piccola, preziosa, aromatica pianta. Originaria dell’Europa mediterranea la lavanda era un elemento fondamentale per i processi di mummificazione nella cultura egizia, i Greci invece ne apprezzavano il profumo ed i colori usandola per ornare le vergini date in sacrifico agli dei; i Romani invece ne ricavavano l’essenza a cui riferivano proprietà purificanti, antisettiche, antibatteriche, antireumatiche ed antinfiammatorie, con l’olio essenziale di lavanda curavano invece bruciature e punture di insetti. Agli erboristi si deve invece l’estrazione del distillato di lavanda, profumato e con evidenti effetti benefici. Fu impiegata in medicina per trattare alcune patologie ed in ambito alimentare come aroma per il cibo, il tè e le insalate. E’ una pianta sempreverde, di piccole dimensioni, al Sud cresce spontaneamente, favorita com’è dalle condizioni pedo-climatiche, ed in alcuni contesti territoriali, come il Pollino, da vita a scenari e paesaggi suggestivi ed emozionanti.
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