«Il ministro per gli Affari Regionali Maria Stella Gelmini in una intervista rilasciata ieri al Corriere della sera ha affermato che “a settembre sarà pronta la mia proposta. No allo Stato centralista”. Nello stesso articolo il governatore dell’Emilia Romagna Bonaccini parla di un Regionalismo Differenziato soft in cui richiedere l’autonomia su 15 materie contro le 23 chieste dal Veneto e dalla Lombardia. Mi chiedo se la tragedia della Pandemia, che è ancora in corso, non abbia insegnato nulla alle forze politiche e, soprattutto a quelle regioni come la Lombardia, dove il modello di organizzazione della sanità è costato un alto numero di decessi per Sars Cov 2 pari a 33.795 e per esempio l’ospedalizzazione dei bambini, per altre patologie, è il doppio della media nazionale.
Credo che il regionalismo differenziato applicato nella nostra Regione aumenterebbe le “disuguaglianze sociosanitarie” già fortemente presenti come ho scritto oltre due anni fa nel “Manuale per una riforma della sanità in Calabria” quando citavo il cittadino di Reggio Calabria che non aveva mai ricevuto la lettera dall’ASP per la prevenzione del carcinoma del colon-retto a differenza del cittadino di Padova che da oltre quindici anni la riceve.
Purtroppo anche in questo ha fallito il “Piano di rientro” che in undici anni non è riuscito a spedire questa lettera. I calabresi tra tre mesi voteranno per il rinnovo del Consiglio Regionale, credo che abbiano il diritto di sapere qual è il pensiero sulla sanità del futuro governatore, cosa intende fare per ridurre le diseguaglianze sanitarie in merito ai LEA( screening dei tumori femminili e del colon-retto, alle Cure Domiciliari, alle Liste d’attesa, alla Mobilità passiva, alla fragilità, ai Consultori familiari svuotati di personale, agli Spoke Ospedalieri privi di tutto, alla Rete Ospedaliera, alle Case della Salute). Comunità Competente ha messo in campo da due anni una proposta di riforma della sanità, giusta o sbagliata che sia che vorremmo discutere con i candidati a governatore perché questo è il tempo di un “contratto sociale” da stipulare con gli elettori calabresi sfibrati da false promesse e da una errata risposta ai bisogni di salute da parte del Governo nazionale».
*Portavoce di Comunità Competente
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