CATANZARO A dare il segnale più chiaro in Europa è stato il presidente francese Macron, al di la delle Alpi da inizio agosto chi non si vaccina non potrà entrare in ristoranti, caffè, cinema, musei o prendere aerei e treni.
Non è un obbligo vaccinale ma poco ci manca, l’idea è quella di una misura restrittiva che sia incentivante e spinga i cittadini a vaccinarsi; i primi risultati – un milione di prenotazioni di vaccino – sembrano dare ragione al presidente francese.
In Europa la Francia non è sola lungo questa strada, un certificato Covid è chiesto anche in Danimarca, in Germania i ristoratori possono chiederlo ed eventualmente decidere di respingere l’ospite, in Austria accade lo stesso ma non è facoltativo, senza green pass, guarigione o tampone negativo non si entra.
In Italia la discussione è in atto, il governatore Fontana sottolinea che in Lombardia non ce n’è bisogno, Toti in Liguria si è detto favorevole, De Luca in Campania è contrario ma sottolinea che lui per primo ha applicato misure simili.
In Calabria, tanto per cambiare, delle discussioni nazionali arriva un’eco lontana con chi guida la regione più a suo agio tra lidi, piazze e tour elettorali. Sulle misure adottate in Francia interpellata dall’AdnKronos la chef stellata Caterina Ceraudo del ristorante “Dattilo” di Strongoli ha le idee chiare: «L’impatto negativo è inevitabile, per fortuna ormai moltissimi hanno il green pass. Data la situazione ed il modo in cui ci stiamo abituando, mostrarlo non dovrebbe creare grossi problemi, se non quello di caricarci sempre e comunque di ulteriori ‘pensieri’ che sicuramente saranno per il bene comune ma che a lunga andare, per dirla francamente, un po’ stancano. Per chi, invece, ne è completamente sprovvisto – aggiunge la Ceraudo – questa manovra limita la libertà di poter decidere cosa, diventando un’imposizione».
Per Antonio Biafora chef e titolare del “Biafora Resort” di San Giovanni in Fiore (Cs) «la richiesta del green pass impatterà assolutamente sul numero di clienti, ma questa è chiaramente una mossa politica per far vaccinare il maggior numero di gente possibile. È già previsto – osserva Biafora – che per partecipare ad un evento occorra essere in possesso di un green pass o comunque di un tampone. Per andare al ristorante, ovviamente, no. Noi, nell’organizzazione degli eventi, lo richiediamo».
La discussione in atto è sottovalutata a livello regionale, i dati dei contagi ma soprattutto quelli di una campagna vaccinale andata bene per qualche settimana ma ora in frenata dovrebbero indurre più attenzione.
Proviamo a riassumere la situazione attraverso i numeri, allo stato in Calabria 690.935 persone non hanno ancora ricevuto la prima dose (questa la ripartizione per fasce d’età: 12/19anni 103.027, 20-29 anni 104.177, 30-39 anni 119.391, 40-49 anni 121.167, 50-59 110.071, 60-69 anni 64.167, 70-79 anni 39.041, over80 29.894).
Ai ritmi attuali, indicando come media probabile le 13mila somministrazioni al giorno, il completamento con la seconda dose avverrebbe tra ben 106 giorni (a novembre) e sempre che tutto proceda senza inghippi, tenendo conto del “generale” agosto e poi dell’inizio della scuola.
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