CROTONE Una città sommersa dai rifiuti. È diventato ormai un classico il fatto che arrivi l’estate e la città pitagorica debba fare i conti con la spazzatura abbandonata.
Il problema è sempre lo stesso: non ci sono discariche o altri impianti dove conferire i rifiuti prodotti dai cittadini. Da anni, per una strana combinazione, l’emergenza scoppia proprio con il blocco dei conferimenti nella discarica di Columbra. Anche l’emergenza di quest’anno coincide con la chiusura dell’impianto di Columbra.
Lo scorso 31 giugno Columbra ha chiuso i battenti, perché è stato esaurito lo spazio dell’ultimo aumento della volumetria deciso con l’ordinanza contingibile e urgente emessa dal presidente della giunta regionale calabrese. Da quando lo spazio di Columbra si è esaurito, i rifiuti sono fermi per strada perché l’impianto di Ponticelli non riesce più a differenziare. Il problema è che non si sa dove conferire la parte dei rifiuti che va in discarica. La soluzione temporanea era stata individuata qualche giorno fa dai sindaci dell’Ato della provincia di Crotone sottoscrivendo un accordo con l’Ato di Reggio Calabria. Secondo quanto riferiscono al Comune di Crotone sull’accodo c’è anche il sigillo del responsabile dell’impianto di Gioia Tauro. Il patto prevedeva che, sino al prossimo 31 dicembre, gli scarti della lavorazione dei rifiuti della provincia di Crotone venissero bruciati dal termovalorizzatore di Gioia Tauro. L’accordo è stato, tra l’altro, sottoscritto dal sindaco di Reggio Calabria, Giuseppe Falcomatà, e di Crotone, Vincenzo Voce. La soluzione, quindi, se pur temporanea era stata trovata, ma i protagonisti dell’accordo non hanno previsto le situazioni tecniche che si vengono a determinare quando gli impianti (Gioia Tauro) vengono utilizzati senza tregua. Dall’impianto di Gioia Tauro, infatti, è arrivata la notizia dell’impossibilità di conferire rifiuti provenienti della provincia di Crotone per questione tecniche.
L’altro impianto, quello di Ponticelli, a questo punto, non ha potuto più accogliere i rifiuti raccolti dai cassonetti dell’Akrea, società di proprietà del Comune pitagorico. Pochissimi giorni e la città è stata sommersa da puzzolente monnezza. L’emergenza è scoppiata proprio quando la popolazione è cresciuta per l’arrivo di qualche turista e per il ritorno di fette di popolazione che, durante il periodo invernale, studia e lavora in altri territori.
La situazione che si è venuta a creare è drammatica e sono molti i cittadini che puntano il dito contro il sindaco Voce e la sua amministrazione. Probabilmente perché, durate la campagna elettorale che si è conclusa con la sua elezione, Voce aveva promesso che avrebbe risolto definitivamente il problema dell’emergenza rifiuti, che non ha fatto dormire sonni tranquilli ai suoi colleghi che lo hanno proceduto alla guida della città. La soluzione potrebbe arrivare anche dall’entrata a regime della raccolta differenziata che è stata annunciata da anni, ma è partita solo in alcuni quartieri periferici. In molti non comprendono i ritardi accumulati a Crotone nell’organizzazione della raccolta differenziata. La spazzatura che si produce nella città pitagorica viene conferita nei cassonetti, tal quale. Così la quantità di spazzatura tal quale, che viene conferita in discarica, è sempre elevata. Senza il servizio differenziato i cittadini di Crotone pagano anche una bolletta più salata. Il servizio è scadente, i disagi sono tanti, i costi sono più alti rispetto alle altre realtà calabresi e i cittadini devono anche fare i conti con l’emergenza che scoppia ogni anno con l’arrivo della stagione estiva.
In una nota diffusa nel pomeriggio di oggi, l’Akrea rende noto che è ripreso «il conferimento dei rifiuti presso il Tmb di Ponticelli, dopo il fermo dei giorni scorsi dovuto alle criticità della filiera presso gli impianti di Lamezia Terme e Gioia Tauro, che in base alle ultime disposizioni regionali devono accogliere dal 1 luglio i rifiuti della provincia di Crotone».
«Oggi Akrea – si legge nella nota – ha potuto scaricare a Ponticelli circa 60 tonnellate di rifiuti, tra Rsu e materiali differenziati; un quantitativo purtroppo non sufficiente rispetto alla produzione giornaliera della città di Crotone, ancora maggiore nel periodo estivo”. Nel periodo invernale nella sola città pitagorica vengono prodotti tra 80 e 90 tonnellate al giorni di rifiuti. Negli ultimi anni, poi, sulla città sono stati smaltiti abusivamente anche rifiuti di altri Comuni limitrofi, dove viene effettuata la raccolta differenziata. C’è gente che va a Crotone a lavorare e si porta dietro il sacchetto del rifiuto tal quale, per evitare l’attività differenziata che si fa nel proprio comune di residenza. Tutti lo sanno, ma nessuno ha mai preso provvedimenti per impedire questo comportamento». A conclusione del comunicato di questo 14 luglio l’Akrea scrive che «l’azienda confida in una rapida soluzione degli inconvenienti verificatisi a valle della filiera, così da riportare a normalità le condizioni di igiene e decoro cittadino nel più breve tempo possibile». Il ritorno alla normalità sicuramente chiederà qualche settimana, sempre che, nel frattempo, da Gioia Tauro e Lamezia Terme arrivino buone notizie. (redazione@corrierecal.it)
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