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Fallimento della “Banca dei Due Mari di Calabria”: 33 indagati – NOMI

Finanziamenti “allegri”. Decine di milioni di perdite. La Procura di Castrovillari ricostruire le «gravi responsabilità» del management

Pubblicato il: 14/07/2021 – 12:23
Fallimento della “Banca dei Due Mari di Calabria”: 33 indagati – NOMI

CASTROVILLARI I Finanzieri del Comando provinciale della Guardia di Finanza di Cosenza, al termine di indagini di Polizia giudiziaria, delegate dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Castrovillari e dirette dal pm Antonio Iannotta, hanno proceduto alla notifica degli avvisi di conclusione delle indagini preliminari nei confronti di 33 persone indagate, a vario titolo, per reati di “bancarotta fraudolenta” ed accusati di aver causato il fallimento della Banca dei Due Mari di Calabria Credito cooperativo.

Finanziamenti “allegri” a clienti in difficoltà

La contestazione riguarda la reiterata concessione ed erogazione, negli ultimi 10 anni, di numerose linee di credito, finanziamenti e sconfinamenti di conto corrente a favore di clienti, pur nella consapevolezza di conclamate difficoltà finanziarie e dell’incapacità di adempiere alle obbligazioni assunte per la restituzione, con conseguente distrazione di ingenti somme dal patrimonio dell’istituto di credito. Gli indagati, anziché intraprendere con determinazione le iniziative, delineate nel piano di risanamento avviato a gennaio 2011, hanno continuato a perseguire una crescita poco rigorosa degli impieghi, assicurando incondizionato sostegno finanziario a clientela insolvente o in palese difficoltà.

La crisi dell’istituto di credito cooperativo: 113 milioni di perdite

L’istituto di credito cooperativo, nato a Villapiana nel 2003, avente sportelli dislocati su tutto il territorio calabrese, era stato sottoposto, nel marzo 2013, ad amministrazione straordinaria e, successivamente, nell’ottobre 2014, a liquidazione coatta amministrativa, per poi essere ceduto a Banca Sviluppo al prezzo simbolico di 1 euro, con contestuale cessione delle perdite su crediti ad altro soggetto giuridico, per un ammontare pari a circa 113 milioni di euro.
Nel corso delle meticolose e complesse indagini di Polizia Giudiziaria, è stato accertato che, prima dello stato di insolvenza dichiarato dal Tribunale di Castrovillari nell’ottobre 2016, i crediti in sofferenza della banca fallita erano stati venduti al fondo di garanzia dei depositanti, per un ammontare pari ad euro 30,5 milioni di euro.
Tra l’altro, la Banca d’Italia aveva eseguito, dal 2005 al 2012 nei confronti della Banca dei Due Mari di Calabria Credito cooperativo, tre ispezioni, tutte conclusesi con esito negativo, con l’irrogazione di sanzioni amministrative a carico dei componenti gli organi direttivi e di controllo della banca fallita e con la proposizione alle Autorità Giudiziarie competenti di due azioni di responsabilità nei confronti della governance.

Le indagini della guardia di finanza

La banca fallita, inoltre, era stata, negli anni, destinataria di ingenti prestiti subordinati, da parte del Fondo di garanzia dei depositanti della Bcc, a sostegno di un’azione di immediata patrimonializzazione della medesima banca; iniziativa vanificata dalle condotte oggetto di contestazione. A riguardo, nel corso della procedura fallimentare, istruita presso il Tribunale di Castrovillari, sono stati ammessi al passivo debiti per circa 322 milioni di euro, tra i quali anche somme destinate alle casse dello Stato. Le investigazioni, condotte dal Nucleo di Polizia Economico – Finanziaria di Cosenza hanno così permesso di individuare le ripetute concessioni di linee di credito e la successiva erogazione di ingenti somme di denaro a clienti con conseguente:marcato degrado del portafoglio prestiti espresso da partite deteriorate; ripercussione sulla capacità presuntiva di reddito per effetto degli elevati oneri di funzionamento con cost/income pari al 90,5%; sofferenza del portafoglio crediti che hanno portato alla cessione delle perdite di crediti per circa € 113 milioni; riduzione della dotazione patrimoniale di vigilanza della fallita con elevata concentrazione della raccolta e il rischio di notevoli deflussi nella raccolta anche di somme destinate all’Erario; inefficiente ed inefficacia organizzazione interna anche in materia di antiriciclaggio.

L’azione spregiudicata del management

Le numerose operazioni bancarie, individuate dagli investigatori delle Fiamme Gialle come anti-economiche – dissipative del patrimonio della stessa banca – caratterizzate da conflitti di interesse, erano state autorizzate dagli indagati non osservando i vincoli imposti dalla normativa di settore vigente e dalle puntuali istruzioni operative emanate dalla Banca d’Italia, nel corso delle tre ispezioni, a salvaguardia ed a tutela del credito. Conseguentemente, le cause dello stato di insolvenza sono state individuate nell’imprudente e spregiudicata azione direttiva e di controllo della governance, che ha continuato negli anni ad erogare numerose linee di credito senza garanzie reali, con istruttorie carenti e poco trasparenti ma, soprattutto, non rispondenti alle ordinarie logiche creditizie e bancarie.

Gravi responsabilità penali

Particolare attenzione è stata posta alla palese inosservanza degli obblighi creditizi ed alla eccessiva esposizione al rischio di perdite procurato dal costante e ripetuto sconfinamento a favore di numerosi clienti della banca: le condotte poste in essere, sia dai componenti dell’organo gestorio che dell’organo di controllo, hanno così determinato gravi responsabilità penali di natura omissiva, equiparabili alla causazione dell’evento che si aveva l’obbligo giuridico di impedire.
La meticolosa investigazione economico-finanziaria degli specialisti della Guardia di Finanza ha, definitivamente, fatto luce sulle ragioni del fallimento della citata banca sulla cui operatività avevano mal posto la loro fiducia imprese e risparmiatori.

Gli indagati

  1. Mario Franco Enzo Aiosa
  2. Lorenzo Avolio
  3. Nicola Daniele Campolongo
  4. Vincenzo Canè
  5. Giuseppe Cesarini
  6. Francesco De Caro
  7. Fulvio Zairo Facchi
  8. Mario Ferraro
  9. Giovanni Antonio Fino
  10. Lorenzo Fiore
  11. Domenica Gallo
  12. Gianpasquale Gatto
  13. Giuseppe Geraci
  14. Raffaele Granata
  15. Adolfo Iacucci
  16. Pasquale La Pegna
  17. Domenico Lecce
  18. Angelo Lo Giudice
  19. Francesco Lopez
  20. Armando Mazzei
  21. Nunziato Mazzotta
  22. Francesco Motta
  23. Gaetano Francesco Noia
  24. Luigi Patitucci
  25. Armando Perrone
  26. Fabio Piluso
  27. Pompeo Pizzini
  28. Mario Pompeo Rogato
  29. Ruscelli Umberto
  30. Stefano Amedeo Sabato
  31. Giovanni Salimena
  32. Barbara Tocci Monaco
  33. Vincenzo Vuoto
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