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i tagli alla sanità

Oculistica, «Longo “invita” i calabresi a curarsi fuori regione»

Dati drammatici. Giancarlo Greco: «In Calabria invece il commissario taglia del 60% le prestazioni in provincia di Cosenza»

Pubblicato il: 14/07/2021 – 18:12
Oculistica, «Longo “invita” i calabresi a curarsi fuori regione»

COSENZA Centoquaranta milioni di prestazioni saltate e 750mila ricoveri non urgenti andati a farsi benedire. È il bottino (magro) dell’oculistica nel tempo del Covid. «Numeri mostruosi» li battezza Pierpaolo Sileri, sottosegretario alla Salute. «Per la politica l’oculistica non è una priorità, non è salvavita ma è salvavista…» sentenzia il presidente della Soi, la società oftalmologica italiana, Matteo Piovella. «Il governo sta mettendoci mano e con i soldi del Pnrr si stanno maggiormente coinvolgendo i privati, ora avremo i primi miglioramenti» annuncia invece speranzoso Andrea Urbani, direttore generale della programmazione del ministero della Salute. Ma l’analisi complessiva è spietata e viene fuori dall’ultimo congresso nazionale della Soi, la società oftalmologica italiana (ne fornisce diffusamente conto il quotidiano sanità).
E in Calabria? «Da noi è più buio che a mezzanotte. Qualche dato: il budget per l’oculistica assegnato all’Asp di Cosenza era di 4 milioni 478mila nel 2020 e di 2 milioni nel 2021. Un taglio di quasi 2,5 milioni. Se su scala nazionale la “foto” è disarmante, a proposito degli interventi oculistici sacrificati dalla pandemia, dalle nostre parti lo è anche la prospettiva. Di male in peggio e a questo punto il Covid non c’entra più nulla…».

Giancarlo Greco

Giancarlo Greco è vicepresidente di Unindustria sanità Calabria e presidente di Confindustria sanità Cosenza. Conosce bene il “bottino” disperato delle prestazioni oculistiche che in tempi pandemici non sono state erogate. Ma conosce meglio, parole sue, quello che ha in mente, o non ha in mente, il governo sanitario calabrese che nella fattispecie risponde al commissario Longo. «So bene dove si andrà a parare. Purtroppo i numeri parlano da soli e parlano l’unica lingua chiara che conosco. La Calabria, grazie all’irrazionalità delle scelte adottate con i Dca 49 e 50 poi fortunatamente sospesi, procede in controtendenza rispetto al palcoscenico nazionale. Sileri annuncia di dover tenere aperte le sale operatorie pure del privato convenzionato anche di notte e nei fine settimana, pur di mettersi in carreggiata nel settore dell’oculistica. Ovviamente coinvolgendo il privato con le regole del pubblico. In Calabria invece il commissario le chiude pure di giorno, le sale operatorie. Urbani va persino oltre, prefigurando un maggior investimento complessivo per l’integrazione dei servizi (pubblico-privato) da rintracciare nei fondi del Pnrr. Bene, anzi male. Perché invece in Calabria che si fa? Si decide di seguire non il Paese ma la “repubblica delle banane”. Il ministero coinvolge più il settore convenzionato? Longo invece decide di tagliare del 60% le prestazioni da acquistare in provincia di Cosenza, pazzesco. In pratica non solo non si riesce a compensare le erogazioni non fornite nel 2020 causa Covid ma è già esaurito il budget del 2021. Come dire che laddove non è arrivato il Covid a dilaniare il settore dell’oculistica ora ci pensa lui, Longo, a “finirlo” del tutto. Ma ci chiediamo, Longo è consapevole di tutto questo? Ha solo firmato carte preparate da altri? Si rende conto del danno che provocano quei due Dca, fortunatamente per ora sospesi? Non fosse complessivamente irrazionale, come scelta, verrebbe da pensar male…».
Già, a pensar male però poi ci si mette un attimo e basta poco a Giancarlo Greco per farlo venir fuori il “pensiero”… «Secondo voi dove vanno poi a finire migliaia e migliaia di calabresi che attendono una prestazione in ambito oculistico? Naturalmente fuori regione, sennò dove. Come mai si finisce poi quasi sempre a Pisa con un volo diretto da Lamezia? Continuando a “ingrassare” il saldo attivo delle altre regioni nei confronti del povero conterraneo, oggetto del contendere della cosiddetta migrazione sanitaria. Ripeto, Longo è consapevole di quello che firma o lo diventa, consapevole, suo malgrado? E soprattutto, perché non ci si siede tutti attorno ad un tavolo così da rintracciare la soluzione più razionale visto che i due Dca sono stati fortunatamente sospesi e si può ancora porre rimedio? Diversamente viene quasi da pensare che anche Longo sia di fatto commissario “all’espatrio” dei malati calabresi. L’unico grande affare che interessa davvero nei Palazzi…».

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