LAMEZIA TERME «Con questa giunta regionale non c’è alcun margine di confronto. Erano già minimi con la compianta Santelli, ma con l’attuale facente funzioni la situazione è peggiorata». Non usa mezzi termini il segretario regionale di Cgil Calabria, Angelo Sposato, nel corso di una conferenza stampa organizzata questa mattina, a Lamezia, nella sede della Filt Cgil. Una mancanza di “dialogo” che pesa, eccome, nella risoluzione dell’annosa questione che riguarda la Sacal – società che gestisce i tre aeroporti calabresi – il suo futuro e, soprattutto, la questione legata al futuro occupazionale dei tanti lavoratori, specialmente quelli stagionali. Una vicenda esplosa nel corso delle ultime settimane e che ha visto un primo tentativo di risoluzione con l’annuncio, da parte della Regione, di una ricapitalizzazione di 10 milioni di euro e poi con l’accordo sindacale siglato con gli stagionali. Ma ancora non è tutto ben definito e le nubi all’orizzonte si sono tutt’altro che diradate. Sono particolarmente scontenti i rappresentanti della Cgil e di Filt che, in previsione dell’incontro fissato per il 21 luglio, hanno comunque organizzato una conferenza stampa per spiegare quali sono i punti individuati e sui quali intervenire, a cominciare dalla presunte e paventate difficoltà economiche di Sacal e il fondamentale ammodernamento dell’aeroporto di Lamezia Terme che, di internazionale, ha solo le rotte mentre la struttura è ormai evidentemente obsoleta anche rispetto agli scali minori del nostro paese.
«C’è una società, la Sacal, che sta rincorrendo uno scontro con il nostro sindacato. Noi, invece – ha raccontato ai nostri microfoni Nino Costantino, segretario generale Filt-Cgil Calabria – stiamo cercando di evitarlo e abbiamo ottenuto un incontro per il prossimo 21 luglio. Noi non possiamo non difendere le giuste ragioni dei lavoratori che devono comunque essere impiegati secondo i limiti del contratto, bisogna mettere gli stagionali nelle condizioni di poter lavorare e passare quelli part-time a full-time. Ma non per nostra volontà o richiesta ma perché i numeri e gli scali ci chiedono questo. Ci sono momenti in cui anche gli aerei partono e arrivano in ritardo perché ci sono delle difficoltà con le persone a ridotta mobilità. Questo è un punto anche di civiltà, non soltanto il diritto al lavoro ma anche degli utenti che arrivano in Calabria o da qui vanno verso altre destinazioni». «C’è un punto di difficoltà di confronto con Sacal: il prossimo 21 luglio proporremo le nostre questioni concrete. Se verranno accettate continueremo a fare accordi, altrimenti continueremo a non firmare nulla».
La pandemia ha pesato, evidentemente, su tutti gli aeroporti del mondo. Ma quello di Lamezia fa registrare i numeri più alti di ripresa: siamo al 75% a luglio, 85-90% ad agosto e presto sarà superato anche il 100% rispetto ai mesi di pandemia. «È per queste ragioni – spiega Costantino – che chiediamo che il lavoro non sia mercificato, che non ci siano turni massacranti e che si rispettino gli utenti e i passeggeri affinché possano avere un aeroporto civile». Ma, oltre al rilancio del progetto da finanziare e che riguarda la realizzazione dell’aerostazione, c’è un’altra proposta: coinvolgere quanto più possibile le amministrazioni comunali e i sindaci, anche in maniera simbolica, per rafforzare la “forza pubblica” di Sacal e degli scali aeroportuali calabresi, a partire da quello internazionale di Lamezia Terme. «Lo sviluppo della Calabria parte da questo aeroporto, – ha spiegato infine Enzo Scalese segretario generale Cgil Area Vasta – dal progetto di sviluppo futuro del sistema aeroportuale regionale che parte dall’aerostazione di Lamezia Terme. L’ammodernamento è uno dei punti su cui spingiamo con forza perché i finanziamenti sono fondamentali per rendere più consono alle nuove esigenze una struttura ormai obsoleta. Questa è una potenzialità non solo dell’area centrale della Calabria ma per tutta la Regione e il Mediterraneo». (redazione@corrierecal.it)
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