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Nasce “Class action fumi tossici Lamezia Terme”, i cittadini si preparano a manifestare

Dopo il vasto rogo al campo rom di Scordovillo, l’iniziativa parte dal basso con un pagina Facebook che ha raccolto 900 adesioni in poche ore

Pubblicato il: 15/07/2021 – 14:44
di Alessia Truzzolillo
Nasce “Class action fumi tossici Lamezia Terme”, i cittadini si preparano a manifestare

LAMEZIA TERME Si chiama “Class action fumi tossici Lamezia Terme” la pagina Facebook nata dopo il vasto rogo divampato ai margini del campo rom di Scordovillo a Lamezia Terme. In tre ore dalla creazione del gruppo gli iscritti sono oltre 900 e il numero sembra destinato a crescere. La pagina nasce dall’esasperazione di un gruppo di cittadini che ha invaso la Piana di Lamezia Terme, (il vento ha portato il fumo nero e tossico fino al Comune di Maida, come testimoniano alcune foto) sono stati aggrediti dall’acre e insalubre tossicità che ha invaso l’aria. Ormai disincantati dai pubblici(tari) proclami del politico di turno, i cittadini hanno deciso di protestare e proprio sul gruppo Facebook stanno organizzando una manifestazione pacifica che si terrà nei prossimi giorni davanti al palazzo comunale di Lamezia Terme.

Il fumo del rogo visto dalle campagne di Maida

Manifestazione popolare per chiedere lo sgombero del campo rom

In queste ore si sta dando comunicazione alla Questura per l’organizzazione della prima manifestazione, di iniziativa popolare, contro i fumi tossici del campo rom di Scordovillo. Gli organizzatori specificano che sarà «una manifestazione assolutamente pacifica ma perentoria nella sua richiesta di sgombero del campo rom. Sgombero e demolizione: non vogliamo più ghetti o campi rom che siano presidio di conclamata e intollerabile illegalità».
«Non vogliamo bollini, la manifestazione è dei cittadini, non vogliamo simboli di partito e chiediamo ai politici di non venire a capitalizzare il loro consenso in quella che è una iniziativa assolutamente civica, pacifica, popolare, nata dal basso».
Palazzo Maddame, oggi retto da un commissario prefettizio, si trova, ironia della sorte, praticamente difronte al luogo del rogo. Confinante col campo rom è anche l’ospedale “Giovanni Paolo II” e il Commissariato di polizia. Scordovillo è praticamente al centro del quartiere di Nicastro, enorme e inaccessibile roccaforte del popolo rom, di quella parte di cittadini rom che vive di espedienti e di un traffico illecito di rifiuti allacciato con ditte interessate a un veloce smaltimento degli scarti. Lo hanno dimostrato inchieste come Zona Franca, della Procura di Lamezia Terme, e la recentissima Quarta Chiave, condotta dalla Dda di Catanzaro con l’impiego di oltre 300 carabinieri.

«Riportiamo le tessere elettorali»

«Riportiamo le nostre tessere elettorali, riprendiamoci la nostra dignità di cittadini attivi, stanchi di  sentire politici pronti a fare promesse che poi restano inadempiute. Vogliamo fatti e nel frattempo ci asteniamo dal voto», è una delle proposte lasciate sul gruppo “Class action fumi tossici Lamezia Terme”. I cittadini sono esasperati e ognuno esprime il proprio pensiero:
«Basta con lo sdegno del momento e tra tre giorni è tutto dimenticato!»
«Dove non arrivano i nostri rappresentanti politici, forse possiamo arrivare noi, solo se per una volta ci mostriamo uniti in questa battaglia. Sicuramente abbiamo il dovere morale di provarci e ribellarci. Niente ci pioverà dall’alto, abbiamo avuto ampiamente modo di capirlo in questi anni. Dobbiamo scendere tutti in campo in prima persona se vogliamo salvarci. Confido in questo gruppo che però deve estendersi oltre i social e coinvolgere la cittadinanza tutta, servono numeri rilevanti per fare RUMORE!»
«Purtroppo portano voti. E per i politici locali corrotti ed incapaci, per loro sono una ricchezza con i voti di scambio», scrive un altro utente.
Il sospetto, prima sussurrato, ora gridato, è che il popolo rom abbia sempre rappresentato un goloso bacino di voti. E le elezioni regionali sono alle porte.

«Stanotte respiriamo diossina, domani la berremo e la mangeremo»

Uno dei fondatori del gruppo, Fabrizio Basciano, ieri scriveva: «Sono appena reduce da una telefonata inoltrata al comando dei carabinieri per segnalare il fatto che nel centro della mia città, Lamezia Terme, sul corso Numistrano di Nicastro questa sera l’aria è irrespirabile!!! Non siamo riusciti a uscire dalla macchina, non siamo riusciti, dopo giornate di duro lavoro, a fare due passi nel centro della città nella quale da onesti cittadini paghiamo le tasse e portiamo avanti i nostri lavori con passione e dedizione. Plastica bruciata nell’aria, plastica ovunque, da star male!!! Siamo saliti in collina, sperando di sfuggire ai fumi tossici causati dall’ennesimo rogo, il più consistente e pauroso da che io abbia memoria, appiccato questo pomeriggio nel campo rom di Scordovillo, lo stesso che appena un mese fa era stato interessato da un’operazione di polizia con arresti di zingari e imprenditori che si servono dei rom per smaltire illegalmente i propri rifiuti. Ebbene, finanche in collina l’aria era irrespirabile: la diossina è OVUNQUE, e se stanotte ce la respireremo a pieni polmoni, nei prossimi mesi ce la mangeremo, ce la berremo, ce ne ammaleremo!!!». Alla sua protesta si sono uniti altri cittadini: Agnese Serra, Luca Cristiano, Valeria Lucchino. Hanno dato vita, con un tam tam sui social al gruppo “Class action fumi tossici Lamezia Terme” che in breve è diventato un punto di riferimento per tutti coloro che chiedono che venga eseguito lo sgombero della baraccopoli di Scordivillo.
Questa volta la classe politica e i rappresentati istituzionali dovranno scegliere concretamente che pesci prendere.

Vigli del fuoco ancora al lavoro. Sullo sfondo, carcasse di auto bruciate e rifiuti di vario genere e natura

(a.truzzolillo@corrierecal.it)

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