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l’udienza preliminare

Cimitero degli orrori di Tropea, chiesto il rinvio a giudizio

Associazione a delinquere, soppressione di cadavere e violazione di sepolcro. Queste le accuse nei confronti dei tre soggetti coinvolti

Pubblicato il: 16/07/2021 – 18:22
Cimitero degli orrori di Tropea, chiesto il rinvio a giudizio

VIBO VALENTIA La Procura di Vibo Valentia, con il pm Concettina Iannazzo e il procuratore Camillo Falvo, ha chiesto il rinvio a giudizio per tutti e tre i soggetti coinvolti nell’inchiesta relativa al “cimitero degli orrori” di Tropea. Per il prossimo 7 ottobre, il gup del Tribunale di Vibo Valentia ha fissato l’udienza preliminare per il 62enne Francesco Trecate, custode del cimitero di Tropea (difeso dagli avvocati Sandro D’Agostino e Giuseppe Di Renzo); il figlio di 38 anni, Salvatore Trecate (assistito dall’avvocato Giuseppe Di Renzo) e il 53enne, Roberto Contartese (difeso dai legali Francesco Muscia e Francesco Arena).

Soppressione di cadavere e violazione di sepolcro

Ai tre indagati si contesta il reato di associazione per delinquere finalizzata alla «violazione di sepolcro e soppressione del cadavere». Secondo l’accusa, inoltre, Francesco Trecate, considerato il promotore dell’associazione, «rappresenta il principale organizzatore delle singole attività», «curando tutte le fasi dell’attività criminosa». I tre, inoltre, avrebbero violato le tombe di Clotilde Del Vecchio, Romana Marzano, Salvatore Addolorato, Francesco Toraldo, Maria Garibaldino, Antonio Macrì, Maria Cortese, Giovanni Vincenzo Baldo e altre due (Vittoria e Giuseppe) i cui cognomi non sono stati identificati, oltre a 16 tombe in cui erano tumulati i cadaveri di soggetti non identificati, «in assenza delle autorizzazioni amministrative prescritte» con l’aggravante, per Francesco Trecate, di aver abusato del proprio potere e in violazione dei «doveri derivanti dal ruolo di “custode cimiteriale”».

Cadaveri sezionati e bruciati

I tre sono inoltre accusati di aver in concorso tra loro distrutto sette cadaveri o parti di essi tra il 18 e il 27 novembre 2020, il 16 dicembre 2020 e il 22 gennaio 2021, dopo aver «sezionato con l’ausilio di un seghetto e di un martello i cadaveri» e aver proceduto alla loro distruzione attraverso la combustione e di aver infine incendiato i rifiuti prodotti. (Gi.Cu.)

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