«‘Gnazio (Larussa) ringhia a Milano, Meloni sguaina la spada, per far perire nel centro destra chi di spada ferisce, cominciando dalla Calabria, Wanda Ferro scalda i muscoli e se scende in campo, anche uno contro tutti, sono guai (per tutti), a Occhiuto gli sale la pressione, Spirlì dovrà prendere presto l’enterogelmina, il Pd ha trovato finalmente la donna, ma si è danneggiato da solo, perché Amalia Bruni ha la testa (e che testa) e in un partito senza testa sarà il caos, le sardine sono tornate sott’aceto, de Magistris non pervenuto, perché lui per giocare si è portato il pallone da casa e gioca come vuole e quando vuole e se si stanca si riprende il pallone e la partita finisce, Oliverio sogna il paradiso perduto. Che Calabria ragazzi! Ce ne fosse uno che dica che la sanità è al collasso, i medici sull’orlo di una crisi di nervi, che paesi e città sono sommersi dai rifiuti, l’acqua manca nelle case anche dopo le trionfali inaugurazioni delle dighe, che i commissari sono nella migliore delle ipotesi poveri cristi, che i giornali e le televisioni nazionali sono razzisti. In una parola sola: la Calabria non esiste e lo Stato non c’è. Ma bisogna fare attenzione. Il fuoco è sotto la cenere e le fiamme potrebbero divampare da un momento all’altro. E se non divampano vuol dire che la mafia (sovrana) non vuole. Questo è, senza infingimenti, senza ipocrisie. Forse c’è il tempo ancora per unire tutte le forze e pensare seriamente a come uscire da questa situazione».
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