I primi di giugno avevo rivolto un appello al segretario e al presidente dell’Udc, Cesa e De Poli, perché l’Udc ritornasse alle ragioni di fondo della sua costituzione avvenuta il 2 dicembre del 2002: unire movimenti, formazioni ed esponenti politici che si ispirano alla Democrazia Cristiana e al popolarismo sociale.
Proponevo, anche, che l’Udc ritornasse al nome originario: Unione democratici cristiani e di centro modificato senza che intervenisse alcuna decisione congressuale e degli organismi di partito. Oggi è il tempo di riprendere il cammino, preservare l’originalità del progetto del dicembre del 2002, impedire che la nostra storia con il simbolo dello scudo crociato scompaiano sotto i colpi di un opportunismo che non rende onore a tanti sacrifici e mortifica tante attese. (Di seguito il testo della mia sollecitazione per avere una risposta che non ho avuto)
Carissimi Lorenzo e Antonio,
giorni or sono avevo fatto un appello accorato per ritornare all’originale progetto politico dell’Udc, del dicembre del 2002. Ripropongo con forza il mio appello per ricomporre antiche fratture e ritrovarci assieme per occupare lo spazio che storicamente appartiene ai cristiani democratici e al popolarismo sociale. L’Udc aveva raggiunto risultati politici ed elettorali importanti in un crescendo di attenzione. Un’area moderata,di centro prendeva corpo dando rappresentanza e voce ai ceti produttivi, al variegato mondo del volontariato, dei giovani, delle donne. Fu una risposta dopo il crollo della D.C., fu una scelta perché valori, principi trovassero robusti riferimenti. Fu una grande sfida perché una storia con il suo bagaglio di conquiste civili,non fosse consegnata all’oblio. Un Partito non evita il suo snaturamento con scelte opportuniste che ne impediscono le virtuose visioni del futuro.
*segretario nazionale Nuovo Cdu
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