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La riflessione

«Il primato dell’etica morale al servizio della Calabria»

Un medico al posto di un politico. Amalia Bruni in Calabria come Benjamin Franklin in America. La scienziata di Lamezia Terme come lo scienziato di Boston, entrambi ricchi di valori pragmatici, co…

Pubblicato il: 19/07/2021 – 7:30
di Franco Scrima*
«Il primato dell’etica morale al servizio della Calabria»

Un medico al posto di un politico. Amalia Bruni in Calabria come Benjamin Franklin in America. La scienziata di Lamezia Terme come lo scienziato di Boston, entrambi ricchi di valori pragmatici, con lo spirito razionale dell’illuminismo opposto all’autoritarismo politico.
C’è da dire che oggi l’ossimoro dell’ “elìte democratica traente” è in crisi, tanto da aver determinato in alcuni casi nella società indifferenza non solo per quanto riguarda l’evento elettorale, ma anche per la preparazione e la partecipazione allo stesso.
E poi, chi ha detto che una scienziata non possa decidere di mettersi al servizio della sua terra per renderla più equa, basata sulle pari opportunità e su un’economia sociale adeguata alle esigenze del tempo? Bisogna, piuttosto, felicitarsi che finalmente la Calabria politica abbia imboccato la strada giusta e abbia scelto Amalia Bruni come candidata alla Presidenza della Regione.
Lo scorso 23 giugno pubblicavo su questo giornale un articolo dal titolo: “Le ragioni per votare una donna alla guida della Regione”. Riguardava la signora Maria Antonietta Ventura sulla quale allora era caduta la scelta del Partito democratico, la quale ha successivamente ritirato la disponibilità a candidarsi per ragioni personali.
Le attenzioni dei democratici calabresi e dei partiti della coalizione si sono così spostate su un’altra donna, scegliendo tra il meglio che la Calabria potesse offrire. Si è ripercorsa la nuova strada intrapresa dal Pd calabrese: affidare al mondo femminile il governo della Regione. Jole Santelli ne aveva inaugurato il cammino, ma non ha potuto portare a termine il suo mandato, stroncata purtroppo prematuramente da un male incurabile.
Se era solo una speranza il ritorno di una donna alla guida della Calabria, la conferma non si è fatta attendere: è arrivata nei giorni scorsi ed è divenuta certezza nel volgere di poche ore. Sarà Amalia Bruni, dunque, scienziata di fama internazionale, allieva della più che famosa professoressa Rita Levi di Montalcini, a correre per la Presidenza della Regione. La scelta entusiasma ben oltre gli schieramenti politici, perché si ritiene che finalmente la Calabria potrà uscire dalle logiche  dozzinali e approdare a più alti livelli culturali e sociali, destinati a farla competere con le altre regioni.
Amalia Bruni non ha bisogno di presentazioni; essendo il suo nome strettamente legato al Centro Regionale di Neurogenetica di Lamezia Terme che dirige sin dalla istituzione, è conosciuta nel mondo per i suoi studi sulle demenze degenerative. La scienziata si è dedicata agli studi sulle forme ereditarie di Alzheimer così da portarla, prima studiosa al mondo, a individuare il gene che causa la trasmissione della malattia. Ma già l’attendeva un altro importante traguardo: in laboratorio individua la nuova proteina delle “membrane neuronali” che lei ribattezza “Nicastrina”, in onore degli abitanti di Nicastro.
Nel curriculum di Amalia Bruni, della quale ho piacere di essere amico, così è scritto: «Negli anni sono diverse le mansioni di coordinamento di progetti di ricerca (pubblici e privati) e molti gli incarichi didattici nonché le collaborazioni con personaggi illustri come la sua maestra e amica Rita Levi di Montalcini, premio Nobel per la medicina. L’attività di ricerca della Scienziata è, invece, contenuta in oltre duecento pubblicazioni che fanno di Lei uno dei neurologi più affermati ed autorevoli a livello mondiale».
Politicamente Amalia Bruni non ha precedenti pubblici da esibire e già questo è un punto di merito che va ascritto a suo favore ponendola lontana dalla logica della politica fatta per professione. Questo particolare è condiviso da buona parte dei calabresi e ciò fa emergere il motivo che ha indotto la scienziata di Lamezia Terme ad accettare la candidatura alla Presidenza della Regione da lei inteso come condivisione di un mandato politico ancorché sociale che serve alla Calabria ed ai calabresi per crescere e progredire.
Sulla dottoressa Amalia Bruni, è bene ricordare, c’è stata una convergenza politica larga che va dal Partito democratico, al Movimento 5 Stelle, ai Socialisti, ai Verdi, ai Repubblicani Europei, a “Denos”, a “Testa Alta”, ad “Articolo Uno”, fino a “Calabria Civica”.
Un vecchio giornalista, che mi fu maestro, era solito ricordare che «nel giardino della politica non è importante discutere degli avversari, ma trovare chi offre una proposta seria, attendibile, per dare un messaggio di credibilità alla popolazione». 
Il momento che attraversa la Calabria è politicamente difficile; ecco perché c’è bisogno di persone e di idee cui affidare il difficile compito di governare il territorio e di dare risposte concrete ai calabresi entrando nei problemi, esaminandoli e, soprattutto, risolvendoli.
È come se “Il cortigiano e il principe” Machiavelli l’avesse scritto a futura memoria sapendo che un giorno in Calabria una donna, avuta la ventura di essere indicata come Presidente della Calabria, avesse ribadito, come peraltro le è congeniale, il primato della virtù morale come criterio di riferimento tra etica e politica, mettendo da parte ogni astrattezza teorica per perseguire l’agire politico ancorandolo alla realtà. La politica delle promesse naviga a molte miglia di distanza dal modo di essere di Amalia Bruni. Chi la conosce sa che è una donna che preferisce andare al nocciolo delle questioni lasciando ad altri i meccanismi dei due volti; magari a coloro che ritengono che la Calabria sia una terra politicamente solo da sfruttare.  
*giornalista                     

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