COSENZA Lo scorso mercoledì 15 luglio, si è tenuto l’incontro, convocato dal Prefetto di Cosenza, tra la struttura Commissariale dell’Azienda Ospedaliera di Cosenza e la rappresentanza Sindacale della Dirigenza Medica e Sanitaria. Durante l’incontro, i sindacati hanno rappresentato i motivi che hanno portato alla dichiarazione dello stato di agitazione. Tra le rivendicazioni: tutti i ritardi nell’applicazione del Contratto Collettivo nazionale, in vigore da oltre un anno e mezzo, ma soprattutto la carenza di personale oramai arrivata a livelli non più sostenibili per la sicurezza degli operatori e, conseguentemente, degli utenti. «Stiamo raggiungendo un punto di non ritorno, il solo pronto soccorso ha solo sei medici all’attivo, la chirurgia toracica appena due», sostiene il dottore Rodolfo Gualtieri della Cisl Medici. «L’hub di Cosenza – aggiunge – è costretto ad occuparsi solo delle emergenze e non possiamo assistere pazienti che non siano Covid. Questo è assurdo». «E’ impensabile che il commissario Longo non riesca a risolvere il nodo Cosenza – continua Gualtieri, che sottolinea delle discrepanze anche sul reale numero dei posti letto: «Sono poco più di 400 ma dovrebbero essere 725. C’è un giochino strano sui posti letto dichiarati e su quelli effettivi». Infine la chiosa sul personale: «non abbiamo sostituito i medici andati in pensione, come si può pensare di garantire un servizio adeguato ai nostri pazienti».
Il Pronto Soccorso è il reparto di primo impatto per il cittadino e quello che, di conseguenza, mostra maggiormente le sue deficienze, ma tutti i reparti sono in grave sofferenza. L’Annunziata che, per cronica carenza di personale, già presenta un deficit oramai stabilizzato di oltre un terzo dei posti letto necessari, negli ultimi due anni ha visto contrarre ancor più questi numeri avvicinandosi pericolosamente al totale collasso. Le assunzioni dichiarate dalle due gestioni commissariali che si sono succedute in questi ultimi anni, non hanno coperto neanche il numero di coloro che hanno raggiunto il pensionamento. I reparti vengono sempre più accorpati tra loro per consentire la copertura dei turni di guardia. In tal modo, l’attività ordinaria si sta sempre più contraendo per permettere, almeno, l’emergenza. La situazione sta precipitando verso l’insostenibilità ed a quel punto di non ritorno che nessuno si augura di raggiungere mai. Il commissario Isabella Mastrobuono, da parte sua, ha dichiarato di profondere tutto l’impegno possibile a risollevare le sorti dell’Azienda, ma di impattare quotidianamente con ostacoli determinati dalla legislazione vigente ed anche, a volte soprattutto, con una asfissiante inerzia delle strutture amministrative anche regionali che di fatto rallentano, fino a soffocare, ogni iniziativa e progettualità.
Dopo un duro confronto, i sindacati, in cambio del ritiro dello stato d’agitazione, hanno ottenuto la promessa della pubblicazione entro sette giorni di avvisi pubblici per la copertura di 6 posti di Dirigenti Medici in Pronto Soccorso e 2 in Chirurgia Toracica. Inoltre si attende il rispetto del cronoprogramma delineato: apertura del Mariano Santo nel mese di ottobre; presentazione ed approvazione, entro l’anno, del piano dei fabbisogni di personale per riportarne il numero a livelli tali da permettere la normalizzazione dei posti letto entro il biennio 2021-2022; allineamento ed applicazione degli istituti contrattuali disposti dal vigente CCNL entro il prossimo ottobre.
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