ROMA La Corte di Cassazione – accogliendo la richiesta dell’avvocato Mario Murone – ha annullato con rinvio la sentenza emessa dalla Corte d’Appello di Catanzaro il 28 novembre 2019 a carico di Daniele Menniti in qualità di Sindaco di Falerna.
Menniti era stato condannato a sei mesi per omicidio colposo perché nella qualità di sindaco del Comune di Falerna non avrebbe fornito all’operaio Francesco Grandinetti – deceduto in seguito alla caduta da un albero durante una potatura –, nello svolgimento del lavoro di potatura, i dispositivi di protezione individuale contro la caduta dall’alto e perché, nella redazione del documento di valutazione dei rischi non considerava i rischi per la sicurezza e la salute dei lavoratori durante l’attività lavorativa e di potatura degli alberi. La sentenza d’Appello confermava quanto emesso in sentenza dal Tribunale di Lamezia Terme in primo grado a febbraio 2018.
Secondo la difesa, Menniti «ancorché sindaco e come tale datore di lavoro non era affatto a conoscenza dell’ordine di servizio affisso nella casa comunale, il quale elencava le attività lavorative da svolgere con conseguenti nomi dei lavoratori adibiti alle stesse, firmato dall’allora Responsabile dell’ufficio dei servizi del Personale, il signor Giuseppe Mastroianni. Occorre evidenziare come sia assolutamente illegittimo ricondurre l’emissione del medesimo ordine di servizio e la conseguente omissione delle misure di prevenzione del rischio dell’attività lavorativa all’odierno imputato, il quale ignorava senza alcuna colpa la situazione di pericolo venutasi a creare al momento stesso dell’incarico lavorativo assunto dal signor Grandinetti nell’atto redatto e firmato dal Mastroianni».
La Suprema Corte ha dunque annullato la sentenza di condanna e ha rinviato a un nuovo processo davanti alla Corte d’Appello di Catanzaro. (ale. tru.)
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