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Reggio, investono un pregiudicato per ucciderlo: 2 arresti nel quartiere Archi – NOMI

I due 31enni hanno travolto un 60enne già condannato per associazione mafiosa. Un tentato omicidio programmato da tempo

Pubblicato il: 19/07/2021 – 8:34
Reggio, investono un pregiudicato per ucciderlo: 2 arresti nel quartiere Archi – NOMI

REGGIO CALABRIA Questa mattina, al termine delle indagini coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia della Procura della Repubblica di Reggio Calabria diretta dal Procuratore Giovanni Bombardieri, la Squadra Mobile reggina – con il coordinamento del Servizio Centrale Operativo della Polizia di Stato ed il supporto di alcuni equipaggi del locale Ufficio Prevenzione Generale Soccorso Pubblico – ha dato esecuzione all’ordinanza di applicazione della misura cautelare della custodia in carcere emessa il 15 luglio scorso – su richiesta della Dda – dal gip presso il Tribunale di Reggio Calabria, nei confronti di Emilio Molinetti e Marco Geria, entrambi trentunenni, ritenuti responsabili di tentato omicidio, ricettazione e danneggiamento a mezzo incendio, tutti aggravati dalla circostanza dell’agevolazione mafiosa.

Un incidente stradale si rivela un tentato omicidio

Le indagini svolte dalla Polizia di Stato – sotto le direttive dei Sostituti Procuratori della Dda di Reggio Calabria Stefano Musolino e Walter Ignazitto – hanno focalizzato quanto accaduto la mattina del 26 maggio scorso., allorquando, nel quartiere Archi di Reggio Calabria, Giorgio Benestare, già condannato in passato per associazione a delinquere di stampo mafioso, veniva investito da una autovettura furgonata, mentre percorreva a piedi la via Croce Cimitero, riportando gravissime lesioni. Quello che, in apparenza, sembrava un semplice incidente stradale, si è, invece, rivelato un tentato omicidio, programmato da tempo. La precisa ricostruzione dei fatti operata dagli investigatori ha consentito, non solo di acclarare l’esatta dinamica gli stessi, ma anche di individuare ed identificare gli autori materiali di quell’investimento doloso.

La ricostruzione dell’incidente

Ed infatti, è stato accertato che, alle 11 circa di quella giornata, mentre Benestare percorreva via Croce Cimitero, veniva investito a forte velocità da un Fiat Doblò di colore bianco, che lo colpiva in pieno. A bordo del mezzo sarebbero stati presenti – secondo gli investigatori – gli odierni arrestati. Gli indagati, a bordo del Fiat Doblò, hanno accelerato ed investito dolosamente la vittima. Non solo, dopo aver fatto inversione di marcia, hanno percorso, questa volta in discesa, la via Croce Cimitero cercando di colpire nuovamente Benestare, non riuscendovi solo perché lo stesso, a seguito del primo impatto, era stato sbalzato all’interno di un piccolo ballatoio antistante un’abitazione. Le indagini hanno consentito di accertare il percorso di fuga degli autori del tentato omicidio; gli stessi, infatti, sempre a bordo del Fiat Doblò si sono diretti da Archi verso Gallico ed hanno abbandonato l’automezzo in questione nel greto del torrente Scaccioti. E’ lì che il mezzo è stato ritrovato, incendiato, il giorno seguente dagli operatori di Polizia in servizio di controllo del territorio. Nelle immediate vicinanze sono state rinvenute le targhe (anteriore e posteriore) del Fiat Doblò. Si trattava del medesimo numero di targa che nel frattempo gli investigatori della Mobile avevano scoperto proseguendo l’incessante attività di analisi delle immagini acquisite. Quell’automezzo, dagli accertamenti espletati, è risultato rubato. Il Fiat Doblò era stato abbandonato nel greto dello Scaccioti, un soggetto, a bordo di un ciclomotore con targa coperta da un panno di colore giallo, si era recato sul posto, per darlo alle fiamme. La ricostruzione fatta dagli investigatori ha accertato che l’investimento doloso di Benestare è stato il risultato di un piano preordinato e programmato nel tempo, finalizzato ad attentare alla vita del Benestare. Le risultanze delle attività investigative – condotte con il costante coordinamento della Direzione Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria che ha richiesto, per gli autori dei fatti descritti, idonee misure cautelari – sono state, infatti, condivise dal Giudice per le Indagini Preliminari che ha emesso l’ordinanza eseguita in data odierna. Agli arrestati, infine, alla luce delle evidenze emerse dalle indagini, oltre all’aggravante dell’agevolazione mafiosa, sono state contestate – per quanto riguarda il tentato omicidio – le aggravanti della premeditazione e dall’aver agito in condizioni di luogo tali da ostacolare la privata difesa, mentre – per quel che concerne i delitti di ricettazione e di danneggiamento a mezzo di incendio dell’autovettura furgonata – la circostanza dell’aver commesso il fatto per eseguire il tentato omicidio di Benestare.

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