CORIGLIANO ROSSANO La città ha tributato l’ultimo saluto ad Altea e Raffaele. Le esequie dei due ragazzi stroncati da un incidente stradale nella notte fra sabato e domenica scorsi sulla statale 106, si sono tenuti a Rossano, in due parrocchie differenti. A Santa Teresa i funerali del diciannovenne Raffaele Misuraca e a Maria Madre della Chiesa le esequie di Altea Morelli, 17 anni.
La città nel pomeriggio sembrava spettrale, deserta, con la maggior parte delle attività commerciali chiuse per il lutto proclamato dall’Amministrazione comunale.
Diverse migliaia di giovani e giovanissimi si sono riversati davanti alle due chiese per stringersi in un ultimo abbraccio a Altea e Raffaele.
Don Vittorio Salvati, parroco di Santa Teresa nel corso dell’omelia si è rivolto ai giovani invitandoli a custodire la vita. «Mi rivolgo a voi giovani – è stato un passo dell’omelia – perché Raffaele e Altea sono stati un dono prezioso per tutti, per i familiari, per gli amici, per la comunità. Questa bara oggi diventa per noi cattedra dalla quale trarre l’insegnamento a custodire e preservare la vita. Giovani, sappiate amare la vita e proteggerla da ogni forma di pericolo. Da oggi tutti noi abbiamo due angeli custodi in più che accompagneranno i passi della bellezza della vita». Vivida la commozione di tutti appena fuori dalla chiesa, con le migliaia di amici assiepati a salutare Raffaele.
Poco più di un’ora dopo, don Vincenzo Miceli ha celebrato i funerali di Altea Morelli, accompagnata in chiesa da tantissimi coetanei con indosso una maglietta bianca ed il volto della giovane 17nne stampato, fra palloncini e la bara bianca.
All’inizio della cerimonia è stato letto il messaggio dell’arcivescovo, mons. Maurizio Aloise, da qualche settimana Pastore della Chiesa di Rossano-Cariati.
«La notizia della morte di Altea e Raffaele – questo il pensiero del presule affidato al lettore – ha fatto precipitare in un abisso di tristezza e sgomento la comunità. Rimango in silenzio di fronte al dolore dei genitori. A nome dell’Arcidiocesi desidero esprimervi tutta la nostra vicinanza e solidarietà, assicurando la preghiera. Nel cuore di tutti noi sorge un grido di dolore: perché queste morti? Si può morire in questo modo? Ciò che possiamo fare e metterci davanti al crocifisso ed ascoltare ciò che ci suggerisce. L’unica risposta è la fede in Gesù risorto e la certezza che la vita continua anche dopo la morte che ci viene dalla testimonianza di chi vive. Altea e Raffaele erano due giovani pieni di vita ed entusiasmo, a loro rivolgiamo un saluto carico di speranza». (lu. la.)
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