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«Il macchinario per la Pet al “Pugliese Ciaccio” è rotto», la denuncia di Usb

Il sindacato di base: «Disagi che svuotano psicologicamente pazienti oncologici. Nessuna data per la riattivazione»

Pubblicato il: 21/07/2021 – 9:06
«Il macchinario per la Pet al “Pugliese Ciaccio” è rotto», la denuncia di Usb

CATANZARO «Alle 14 dello scorso 20 luglio, i pazienti in attesa da un mese per effettuare una Pet, “Tomo scintigrafia globale corporea” sono stati avvisati delle prescrizioni cui attenersi per l esame del giorno successivo». Così è scritto in una nota di Usb che spiega la maturazione del disagio per i pazienti da tempo prenotati per sostenere l’esame. «Alle ore 18, gli stessi pazienti sono stati avvisati che la Pet non si può effettuare perché il macchinario è rotto».
Alcuni dei familiari dei pazienti si sono così rivolti a Usb: «Rileviamo una superficialità verso malati oncologici, ed altro, che hanno affrontato viaggi da tutta la regione per effettuare un esame, hanno pagato taxi, ambulanze, strutture alberghiere, per essere presenti ed ora a distanza di dodici ore si vedono il mondo crollare addosso e l’impossibilità di un esame che gli permetta di intraprendere cure ancora più invasive come la chemio. Esami diagnostici urgenti, dai quali può dipendere la vita di una persona». Di converso «nessuno spiega quando saranno possibili le nuove Pet, perché nessuno sa quando questo macchinario verrà rimesso in funzione e se verrà riparato il guasto comunicato per telefono agli ammalati in fila».
Secondo Usb «rimandare una diagnostica per immagini non fa altro che far perdere il contatto con i pazienti, svuotarli ancora di più psicologicamente, come se non bastasse la grave patologia di cui sono affetti». E conclude: «L’allungamento dei tempi di gestione di un paziente oncologico, inevitabilmente, si ripercuote sullo stato d’animo delle persone che attendono di essere prese in cura, confidando nella medicina pubblica che non arriverà mai se non essere liquidati con una telefonata. Il guasto della Pet, purtroppo, non è l’unico disservizio con cui devono fare i conti gli utenti calabresi, alle prese anche con la carenza di personale, di strutture e presidi di zona in Calabria, con i commissari o con la politica sanitaria tutto è insufficiente. Come orami di consuetudine inviteremo la Procura ad indagare».

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