ROMA Obbligo di Green Pass sì, obbligo di Green Pass no. Il governo, a dispetto dei tumulti all’interno della maggioranza variopinta, pare orientarsi verso la prima soluzione e scandisce in tre fasi il percorso che porterà all’implemento della misura che nel frattempo incassa il via libera dei presidenti di Regione.
La logica è chiara: contenere gli assembramenti, soprattutto se di persone non ancora vaccinate. Prevista per il 22 luglio l’approvazione del decreto che imporrà anche in zona bianca di presentare la certificazione verde per spettacoli, viaggi, sport. Si tratta ancora sui ristoranti al chiuso, ma la linea prevalente è di prevedere un pass “leggero” quindi rilasciato a chi ha effettuato soltanto una dose, oppure il tampone negativo effettuato nelle 48 precedenti almeno fino a settembre, quando il “pass” dovrebbe essere rilasciato solo a chi effettua anche la seconda dose.
Nelle ultime 24 ore, in Italia, ieri ci sono stati 3.558 nuovi casi (33 in Calabria). In concomitanza è salito il numero dei vaccinati, ma le stime vanno ancora a rilento. Sale anche il numero di vaccinati, ma in maniera troppo lenta. La strada scelta dal governo per garantire alle attività di rimanere aperte anche con una risalita della curva epidemiologica è dunque consentire gli ingressi nei luoghi affollati soltanto a chi risulta immunizzato, oppure guarito, oppure ha effettuato un tampone.
Non soltanto l’obbligo sarà funzionale a tenere aperte le attività, ma anche a consentire una capienza maggiore nei luoghi al chiuso. Al cinema e al teatro bisognerà presentarlo all’ingresso, ma non sarà indispensabile occupare i posti alternati e le sale potranno essere riempite.
Questione simile per i luoghi di lavoro dove si sta pensando al “trasferimento” o addirittura alla “sospensione” per chi rifiuta il siero. In questo tronco si innesta la proposta di Confindustria di sospendere lo stipendio ai tendenti “no vax”.
Nel documento approvato dai presidenti di Regione si ritiene «indispensabile che l’utilizzo delle certificazioni verdi sia esteso, a prescindere dal contesto epidemiologico territoriale di riferimento, alle seguenti attività: grandi eventi sportivi e di spettacolo, discoteche, fiere e congressi». È il via libera atteso dal governo che oggi inserirà nell’elenco anche i treni a lunga percorrenza, gli aerei e le navi. Servirà il certificato pure per i ristoranti al chiuso, ma è probabile che basterà soltanto la prima dose di vaccino.
La norma che regola l’eventuale obbligo vaccinale per la scuola non sarà inserita nel prossimo decreto legge. La discussione interna al governo è ancora in corso, su questo argomento si attende il parere del Comitato tecnico scientifico. Intanto i governatori hanno chiesto al governo di «raccomandare la vaccinazione per il personale scolastico e universitario, sia docente che tecnico-amministrativo», ma soprattutto di «prevedere che in caso di focolai a scuola possa seguire le lezioni in presenza soltanto chi ha il green pass».
x
x