VIBO VALENTIA Sono giorni complicati per il centrodestra che, dopo le settimane di compattezza seguite all’annuncio della candidatura a governatore di Roberto Occhiuto, è inciampato sulle nomine nel cda della Rai. Uno strappo che mette in dubbio l’accordo raggiunto in Calabria, almeno stando alle bellicose dichiarazioni della leader di Fdi Giorgia Meloni. Il senatore vibonese Giuseppe Mangialavori invita gli alleati alla calma. Non nel nome del dogma ma nel segno della moderazione. Perché «chi non segue le regole della responsabilità fa un torto ai calabresi».
Senatore, quella del centrodestra negli ultimi giorni sembra essere una sorta di partita a scacchi arrivata ad un punto di stallo. Tutti ribadiscono le proprie posizioni: Fratelli d’Italia con Meloni, Lega con Salvini, Forza Italia con Ronzulli. La mossa risolutiva quale potrebbe essere?
«Credo che la mossa risolutiva sia il ritorno alla calma, alla riflessione e alla politica con la “P” maiuscola: quella, cioè, che antepone gli interessi dei cittadini alle tattiche di corto respiro dei partiti. In questo momento c’è da dare una prospettiva di sviluppo e di crescita alla Calabria, attraverso un progetto che abbia un range temporale di almeno dieci anni. Chi non segue queste semplici regole di buonsenso e di responsabilità fa un torto ai calabresi, non ai presunti avversari politici».
Dopo l’esclusione di Fratelli d’Italia dalle nomine al Cda della Rai – al di là delle legittime posizioni politiche – in Calabria si è messa in discussione la candidatura di Roberto Occhiuto in Calabria, per le grandi città nessuna obiezione. La nostra regione è una semplice pedina sulla quale, in qualche modo, possono essere imbastiti giochi politici più ampi? Il Commissario del Pd, Stefano Graziano, ha avuto gioco facile nel parlare di “Calabria trattata come incastro di interessi” ed effettivamente l’impressione che se ne ricava non è molto lontana…
«In effetti, la mossa di Fratelli d’Italia, senz’altro legittima e degna di considerazione, avrebbe avuto più senso se si fossero messe in discussione tutte le candidature, in Calabria e nelle grandi città chiamate al voto. Il paventato veto alla designazione di Occhiuto – designazione rispetto alla quale Fdi, attraverso le parole della sua leader, aveva dato il suo convinto imprimatur – suona perciò come un tatticismo ai danni di quella che, per molti, certo non per Forza Italia o per me, appare come una regione sacrificabile, anche perché si tratta di una terra piena di problemi e difficilmente governabile. Ecco, Occhiuto, ormai da settimane, si sta battendo come un leone in Parlamento per risolvere alcune questioni aperte da decenni: penso alle vertenze dei tirocinanti, che grazie ai suoi emendamenti possono guardare con più fiducia al futuro; ai fondi destinati alla forestazione, che saranno ripristinati in toto dopo i tagli subiti nei mesi scorsi; alla necessità di ideare norme per azzerare o rendere meno oneroso il debito sanitario. Occhiuto sta lavorando senza sosta per rendere la Calabria una regione governabile, come tutte le altre. Roberto è l’uomo giusto per riuscirci e noi andremo avanti con lui, qualsiasi scenario dovesse concretizzarsi. Detto questo, sono sicuro che questa mini-crisi rientrerà presto e il centrodestra potrà riprendere la sua campagna elettorale all’insegna dell’unità. Anche perché, mi sia consentito dirlo, non vedo quale convenienza avrebbe Fdi a fare una corsa in solitaria. L’unico risultato sarebbe quello di indebolire il centrodestra a vantaggio di un centrosinistra la cui proposta politica, francamente, è del tutto inesistente. Il commissario Graziano, anziché preoccuparsi di noi, dovrebbe analizzare a fondo quello che succede nel suo, di partito. Un Pd che, dopo mesi di passione e di colpi di scena grotteschi, ha scelto la sua candidata alla presidenza – persona che ritengo rispettabilissima – al termine di una specie di gioco delle figurine. Non credo che Graziano sia nelle condizioni di dare giudizi credibili sui suoi competitor».
C’è un elemento che salta agli occhi: lo scontro consumato sul terreno calabrese sembra essere marcato e competitivo sul versante “destro” della coalizione (tra Fdi e Lega), non c’è il rischio che a pagarne gli effetti sia proprio Forza Italia?
«No, non vedo questo rischio. Fi, in Calabria, continua a essere un partito in salute e punta a riconfermare la sua primazia all’interno del centrodestra regionale, come avvenuto alle scorse Regionali. Andrà così anche stavolta, è sicuro».
Lega e Fratelli d’Italia spesso fanno riferimento – anche con riferimento alla nostra regione – ai sondaggi, eppure l’unico dato certo per il momento è che in Calabria il partito che alle scorse elezioni regionali ha ottenuto la percentuale più alta è stata proprio Forza Italia. Non pensa che i vostri alleati vi stiano sottovalutando in quanto a peso?
«Non credo che gli alleati ci sottovalutino. Sanno bene quanto Forza Italia sia radicata in Calabria. Ritengo, invece, che il nostro partito continui a essere un faro per il centrodestra, un baluardo di liberalismo moderato e di pragmatismo, principi incarnati da decine e decine di amministratori che, ogni giorno, si impegnano per migliorare le condizioni di questa nostra regione. La presidenza di Roberto Occhiuto coronerà questo impegno. Dal giorno successivo al voto, la Calabria ripartirà con nuovo slancio. E, ne sono certo, il centrodestra guiderà questo corso con ritrovata compattezza». (redazione@corrierecal.it)
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