CATANZARO Questa volta (forse) non è stato il solito bagno di sangue, il Tavolo Adduce, per la sanità calabrese.
Al fondo della periodica verifica interministeriale sull’attuazione del Piano di rientro, infatti, il confronto (in videoconferenza) tra i dirigenti dei ministeri dell’Economia e della Salute, il commissario ad acta Guido Longo con i sub-commissari Ametta e Pellicano e i vertici del Dipartimento regionale Tutela della salute guidati dal dg Giacomino Brancati è stato meno pesante del solito, soprattutto sotto l’aspetto contabile.
Secondo fonti vicine al Tavolo Adduce, infatti, al quarto trimestre 2020, dopo le coperture della fiscalità (cioè delle entrate rappresentate dalle tasse pagate dai calabresi) sarebbe stato attestato un avanzo di gestione di circa venti di milioni, dovuto essenzialmente ai minori costi determinati dall’emergenza Covid 19. Purtroppo, a pesare gravemente restano i disavanzi 2018 e 2918, pari a complessivi 112 milioni, e quindi, utilizzando l’avanzo di cui sopra, il disavanzo al 2020 si dovrebbe attestare sui 90 milioni, un “rosso” che comunque non dovrebbe determinare variazioni sulle aliquote fiscali. Da fonti vicine alla struttura commissariale e al Dipartimento regionale tuttavia si fa intendere che. Al termine dell’odierna verifica durata circa 5 ore, si respira una moderata soddisfazione perché dopo molti anni il Tavolo Adduce si sarebbe chiuso non con la presa d’atto di un buco spaventoso ma con la presa d’atto di un avanzo di gestione, al punto che non manca chi parla di importante inversione di tendenza della sanità calabrese. (c. a.)
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