LAMEZIA TERME Una città chiusa dentro ad un pendolo che oscilla tra passato e futuro. Un rebus indecifrabile, neanche sbirciando l’ultima pagina di una storia tanto assurda quanto rivelatrice di una realtà alla perenne ricerca di una stabile identità che, invece, continua ad essere rincorsa senza successo.
L’illusione di un futuro roseo e le prospettive altisonanti e immaginifiche paventate in questi giorni sono state spazzate via in un caldo pomeriggio estivo. È sotto l’ombrellone che l’idea di realizzare un unico team “Lamezia Terme” per la prossima stagione calcistica calabrese è definitivamente tramontato. La consapevolezza del crollo del castello di carta è arrivata nel pomeriggio, dopo il lapidario post apparso sulla pagina Facebook della Vigor Lamezia, nel quale il presidente Felice Saladini e il suo vice, hanno annunciato le proprie dimissioni. Ma soprattutto hanno annunciato il proprio addio al calcio lametino, forse proprio a causa delle continue e insostenibili pressioni della città e dei tifosi.
Un messaggio spiazzante e inquietante al tempo stesso. Parole che oscurano definitivamente il progetto del club unico e che aveva portato anche alle dimissioni del consiglio direttivo dell’Asd Sambiase Lamezia per «consentire a chiunque abbia a cuore le sorti del calcio cittadino di poter, in questa storica occasione per la città, continuare a portare in alto lo sport a Lamezia». Un sogno per certi versi legittimo e che voleva “unire” le tifoserie e realizzare quell’obiettivo che la politica ha clamorosamente mancato in questi decenni. Ma si sa, volando troppo vicino al sole il rischio è quello di bruciare le ali e cadere giù rovinosamente. Già perché unire calcisticamente la città di Lamezia è apparso da subito un atto irrealizzabile, basta guardare le reazioni social, con la maggior parte dei tifosi già in crisi di identità pensando di non poter più sostenere né Vigor né Sambiase, e dire addio a decenni di storia e ai propri colori.
Il tempo però stringe e bisogna sbrigarsi per poter iscrivere le squadre alle rispettive categorie. E c’è già chi è pronto a gridare al miracolo, e chi invece lo invoca, mischiando come si conviene con il calcio, il sacro e il profano, invocando i propri Santi di riferimento. E se dalla sponda di San Francesco (Sambiase ndr) pare che le preghiere abbiano funzionato, con l’annuncio imminente di un nuovo management, ai vigorini biancoverdi non resta che affidarsi a Sant’Antonio e magari anche i Santi Pietro e Paolo perché finora solo le preghiere sono rimaste.
C’è, infine, un altro Paolo che santo non è ma che la Vigor l’ha presieduta. Il sindaco sospeso Mascaro è riuscito ad attirare su di sé le ire di due terzi della città (forse qualcosa in più), autoproclamandosi «per sempre vigorino, per sempre bianco verde», scatenando le reazioni avverse dei suoi cittadini che gli hanno prima ricordato i problemi più seri della città (rifiuti ed emergenza fumi rom su tutti), poi lo hanno anche rimproverato di aver gettato benzina su quel fuoco distruttivo che ha già del tutto incenerito il mai nato “Lamezia Terme”. (redazione@corrierecal.it)
x
x